L’Assemblea dei Soci del Polo Tecnologico si è riunita ieri pomeriggio, in seduta totalitaria, e ha deliberato all’unanimità il cambio di denominazione sociale da Polo Tecnologico di Pordenone Andrea Galvani scpa a Polo Tecnologico Alto Adriatico Andrea Galvani scpa. A meno di un mese dalla delibera di progetto di aumento di capitale sociale riservato alle imprese private, questo ulteriore passo consolida la visione strategica e la crescita del Polo.
Resta ferma la storica appartenenza pordenonese nella scelta di mantenere nella denominazione Andrea Galvani. “Andrea Galvani – sottolinea infatti il Presidente del Polo Valerio Pontarolo – è una delle più grandi storiche personalità del pordenonese che ha lasciato il segno: un imprenditore e un inventore. A lui è stata dedicata la sede nel 2011 e a lui resta la menzione, per valorizzare la profonda connotazione e vocazione imprenditoriale del nostro tessuto provinciale”.
Ma il Polo diventa Alto Adriatico, a mettere in risalto l’ampio raggio territoriale dei servizi altamente specializzati che il Polo rivolge alle imprese e start up.
Basti pensare alle molteplici sedi in cui i collaboratori del Polo sono presenti: da Villa Cattaneo a Colloredo, da Spilimbergo alla storica sede di via Roveredo, oggi in fase di ampliamento.
A queste si unisce ora Trieste. Il Polo Tecnologico ha infatti ottenuto da poche settimane la gestione dell’Urban Center di Trieste, ex sede dell’Agenzia delle Dogane, a due passi dalla stazione. Un management tutto friulano, che vede il Polo in RTI con Bio4Dreams Spa, Biovalley Investment Spa e RnBGate: 2.000 mq per lo sviluppo dell’imprenditorialità innovativa.
Se il Presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti ha confermato durante l’assemblea dei soci “la validità dell’esportazione del Modello Pordenone fuori dai confini territoriali”, il Presidente del Polo Pontarolo evidenza come “Alto Adriatico è un nome che sposta volutamente il focus sulla multi territorialità: una scelta dovuta a fronte delle molte e forti sinergie regionali, e non solo, che il Polo in questi anni ha costruito e consolidato”.
Una decisione dunque necessaria e quasi obbligata quella del cambio nome per il Polo: una società che è riuscita nell’intento di consolidare un tavolo ampio e virtuoso attorno al quale collaboreranno soci privati e pubblici con un unico obiettivo, quello di supportare e stimolare la competitività del sistema industriale dell’intera regione.