Così è cambiato il mondo degli istituti nella nostra regione: in sette anni hanno chiuso 143 sportelli, passando dai 959 del 2009 agli 816 del 2016. Siamo tornati all’anno 2000.>> di hubert londero
C’era un tempo, prima della crisi, quando le filiali degli istituti di credito ‘sbocciavano’ come fiori a primavera. Tante persone constatavano (in realtà, spesso si lamentavano) di come nelle piazze delle città del Fvg ci fossero più banche che negozi o locali. Successivamente, però, gli sportelli hanno cominciato a chiudere. Per rendersi conto di questa dinamica, è sufficiente guardare i dati della Banca d’Italia: nel 1998 in Fvg c’erano 755 sportelli, diventati 895 nel 2002. Il massimo storico lo si è toccato nel 2009, con 959 sportelli, ma già nel 2014 siamo scesi sotto quota 900, per assestarci sugli 816 di fine 2016, tornando così ai livelli del 2000 (819).
Negli ‘anni d’oro’ ci sono state la fusione della Crup e della Cassa di Risparmio di Gorizia in Friulcassa, ribattezzata nel 2007 Cassa di Risparmio del Fvg, e – sempre nel 2007 – l’acquisizione di FriulAdria da parte di Credit Agricole. Dopo il 2010, invece, sono cominciati i guai. In primis la messa in liquidazione (l’unico caso che si ricordi nella storia recente) di Hypo Bank Alpe Adria. Poi, lo scorso anno, l’acquisizione a prezzo simbolico da parte di Intesa San Paolo della rete della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Lasciando le cattive nuove, negli ultimi sei mesi le banche di credito cooperativo si sono riorganizzate, alcune scegliendo la strada di Roma (gruppo Iccrea, che ha annunciato il prossimo ingresso in Medio Credito in qualità di primo azionista), altre quella di Trento (Cassa Centrale).
Insomma, il mondo bancario è, nell’arco di una ventina d’anni, completamente cambiato. In queste pagine troverete il nuovo volto dell’universo degli istituti di credito della nostra regione.
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