Cercare un soggetto che acquisti e rilanci la Safop. E’ questa la strada che, con un impegno congiunto, i sindacati e Unindustria Pordenone stanno battendo per il futuro dell’azienda della Comina, per la quale la proprietà ha annunciato la cessazione dell’attività produttiva e l’avvio della procedura di liquidazione, nonostante commesse in corso e potenziali per 10 milioni di euro e la progettazione di nuovi prodotti innovativi.
“Già da settimane – dice Maurizio Marcon, segretario provinciale e regionale della Fiom Cgil – ci stiamo muovendo assieme agli Industriali per provare a cercare soggetti alternativi per rilevare l’azienda, che ha avuto problemi con la riattivazione delle linee di credito dopo l’uscita dal concordato in continuità, con un’azione congiunta nei confronti della Regione per valutare gli spazi di manovra. Immaginiamo che Friulia possa essere un elemento di stimolo e sostegno”.
“La Safop – conclude Michelangelo Agrusti, presidente di Unindustria Pordenone – è un’azienda storica e ha avuto alto contenuto di tecnologie. Lì c’è un patrimonio di competenze in settori importanti, ci attiveremo per verificare se esistono soggetti per rilevare azienda. Ci vuole l’impegno della Regione e l’occhio di un imprenditore sul posto”.
Anche la politica si mobilita, a partire dal Sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, che esprime la propria solidarietà ai lavoratori su Facebook. “76 dipendenti della storica azienda pordenonese si sono trovati improvvisamente senza lavoro. La proprietà cinese ha posto in auto-fallimento la ditta senza avvisare nessuno e scomparendo: un modo vergognoso di comportarsi, una dimostrazione di odioso sfruttamento del nostro capitale industriale e umano. Ho convocato un tavolo urgente con sindacati, Regione e Unindustria per affrontare la situazione e cercare di trovare un percorso di speranza per i dipendenti e l’azienda”.
“Il governo e in particolare il ministro dello Sviluppo economico Di Maio, insieme a Regione, Comune di Pordenone e Unindustria convochino un tavolo di crisi per scongiurare la chiusura dell’azienda Sapof, che rischia di colpire un centinaio di famiglie”, queste le parole del capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Luca Ciriani. “Siamo dinanzi all’ennesima vicenda che coinvolge una società multinazionale, in questo caso cinese, che senza alcun preavviso e senza confrontarsi con i lavoratori, le istituzioni locali e la stessa Unindustria decide di mettere in liquidazione l’azienda. Una vicenda inaccettabile che non può e non deve lasciare indifferenti. E’ indispensabile, quindi, un intervento del governo per impedire la chiusura e individuare una soluzione che possa consentire all’azienda di ripartire e ai lavoratori di salvaguardare l’attuale posto di lavoro”, conclude il senatore, che ha annunciato un’interrogazione urgente al ministro Di Maio.
“Il Ministro Luigi Di Maio intervenga tempestivamente a tutela dei lavoratori altrimenti avremo l’ennesimo dramma sociale con la perdita di 76 posti lavoro” dichiara il deputato Walter Rizzetto, capogruppo della Commissione lavoro alla Camera per Fratelli d’Italia, che ha presentato un’interrogazione sulla vicenda. “La Safop di Pordenone è un’azienda storica italiana che la holding cinese che ne detiene il controllo sta lasciando morire nonostante commesse ancora in corso e l’interesse dei mercati. Ci deve essere un serio tentativo del governo di scongiurarne la chiusura verificando la possibilità di intervento di nuovi e credibili partner industriali. Non possiamo continuare a far passare il messaggio che multinazionali straniere possano fare affari in Italia per poi liquidare tutto in danno ai lavoratori e all’economia del territorio”.