La ricetta economica della Teoria della Moneta Moderna (Mmt) è diversa sia dalle scelte attuali del governo per i contenuti, sia dai movimenti populisti che serpeggiano in tutta Europa per la forma. Il guru di questo movimento di pensiero, presente da diversi anni anche in Friuli, è Warren Mosler, che giovedì 9 aprile è stato protagonista, a Udine, di un convegno promosso dall’ateneo friulano. Secondo Mosler, che dopo essere stato manager di importanti aziende oggi insegna alle Università del Missouri ed è visiting professor in quelle di Bergamo e Trento, le pratiche di rigore e di tagli alla spesa pubblica, che hanno ispirato le politiche fiscali dei Paesi dell’area euro, hanno avuto effetti dannosi. Queste pratiche contribuiscono ad aggravare, almeno in alcuni Paesi di tale area, una situazione di sottoutilizzo della capacità produttiva, elevata disoccupazione e drastica caduta del reddito disponibile, con connesso insostenibile clima di grande disagio sociale. Proprio come sta accadendo in Italia.
Come giudica la politica economica intrapresa dall’attuale governo italiano?
“Questa politica economica sostiene bassi livelli di reddito e spesa unitamente ad alti livelli di disoccupazione, al fine di deprimere i salari”.
Di tasse un Paese può morire?
“Sì, se non vi è sufficiente spesa pubblica. La spesa pubblica, cioè i soldi che lo Stato trasferisce ai privati, quali famiglie e aziende, deve essere superiore al gettito fiscale, ovvero i soldi che lo Stato toglie ai privati, al fine di garantire un sufficiente risparmio privato”.
Cosa possono fare nella vita quotidiana i singoli cittadini per cambiare le cose?
“Votare per i candidati che capiscono che il deficit deve essere più alto del 3% consentito dall’Unione Europea”.
I commercianti continuano a vedere calare i loro incassi: come si possono rianimare i consumi interni?
“Questo richiede o una diminuzione delle tasse oppure un aumento della spesa pubblica. Meglio ancora sarebbe entrambi. La scelta sul quale mix migliore tra taglio delle tasse e aumento della spesa pubblica adottare spetta alla politica, ma ciò di cui vi è necessità è un ampliamento del deficit pubblico”.
Cosa risponde a chi vi definisce dei visionari?
“Quello che cerco di fare è immaginare le estensioni logiche di ciò che sta accadendo oggi”.
Durante i suoi convegni le è capitato di usare come modello di analisi la ricostruzione post terremoto del Friuli: cosa può insegnarci oggi quell’esperienza?
“Questo fatto storico ci insegna che, quando c’è la capacità materiale di reagire, il sistema monetario può far sì che la reazione avvenga. La capacità materiale è rappresentata dalla forza lavoro disponibile, dalle risorse fisiche e dall’equipaggiamento tecnico. La spesa pubblica non è altro che una serie di accrediti verso certi conti correnti, che attiva questa capacità materiale già esistente sul territorio”.