Seconda parte del 2013 appena iniziata: se fino al 12 giugno gli italiani hanno lavorato per lo Stato, la fine dell’anno sarà quella in cui le imprese saranno chiamate a saldare i conti con il fisco. Ben 24 le scadenze fiscali e contributive nei mesi di novembre e di dicembre con Iva, Imu e Tares più salate del solito. Inoltre, a seguito dello slittamento dell’aumento dell’Iva al prossimo 1° ottobre, anche gli acconti di fine anno di Irpef, Ires e probabilmente anche Irap potrebbero andare incontro a dei rincari che comunque verranno compensati in sede di pagamento del saldo nel 2014.
«Una situazione questa, però, che – sostiene Claudio Ceoila, capo categoria delle imprese artigiane pordenonesi del settore legno-arredo– verso fine anno darà luogo a effetti negativi per i bilanci delle aziende, con particolare riferimento alle realtà di piccola dimensione, che anche in questo comparto costituiscono una larghissima maggioranza».
Per ciò che riguarda l’Iva, l’aumento dell’aliquota al 22% scatterà il 1°ottobre e quindi questa percentuale verrà versata da novembre. Stesso discorso praticamente per l’Imu: i Comuni hanno tempo fino al 30 settembre per approvare le aliquote, dal momento che vi è una proroga del termine per l’approvazione del bilancio di previsione. In questa rimodulazione dell’imposta, potrebbe essere introdotta la deducibilità dell’Imu dalla determinazione del reddito di impresa.
Sul conto della Tares, l’esigenza di coprire interamente i costi di trasporto e smaltimento dei rifiuti porterà a un aumento di almeno il 15%. L’applicazione del nuovo tributo ambientale è stata di fatto posticipata a fine anno; la normativa, infatti, stabilisce che i Comuni hanno la possibilità di decidere liberamente il numero delle rate di versamento. Capitolo acconti: a novembre, quelli di Irpef, Ires e forse Irap subiranno un aumento. Il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 25 giugno sembra prevedere l’aumento dell’acconto Irpef dal 99% al 100% dal 2013 e l’aumento dell’acconto Ires dal 100% al 101% solo per il 2013. Siccome il pagamento della prima rata non viene interessato dall’aumento, il maggior esborso si farà sentire interamente con il pagamento della seconda rata di novembre. Sembra poi che anche l’acconto Irap aumenti di un punto percentuale, ragion per cui gli imprenditori individuali e le società di persone applicheranno l’aliquota del 100% e i soggetti Ires quella del 101%. Assieme ai problemi generati da una mancanza di liquidità che oramai è divenuta fattore sistematico, vi è un vero e proprio pressing fiscale, se soltanto si pensa che fra imposte, tasse e contributi le aziende saranno costrette a versare fra i 10.800 e i 56.000 euro.
«Cifre che parlano da sole – commenta Claucio Ceola – e che rendono bene l’idea della stangata che ci attende poco prima di Natale. Meno male che ci si sbilancia ipotizzando per quel periodo i segnali di ripresa: crediamo invece che, così facendo, per molti operatori economici già in difficoltà arrivi il colpo di grazia definitivo».
11 luglio 2013