Il caso delle quote latte è arrivato anche in Consiglio regionale, grazie a un intervento del consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo. “Abbiamo voluto portare in Aula la questione delle quote latte, perché dopo le ultime vicende giudiziarie riteniamo opportuno che il governo Renzi dia un segnale forte a tutto il settore agricolo. Ben due ordinanze, una del Gip di Roma (13.11.2013) e una del Tar della Lombardia (24.01.2014), mettono, infatti, in discussione la regolarità dei metodi con cui in questi anni si sia accertato ‘il superamento della quota nazionale, che, se non superata, fa cadere di conseguenza la necessità di applicare il prelievo supplementare ai singoli produttori, per mancato rispetto della quota individuale’. A seguito di queste ordinanze si è aperta un’indagine che riguarda i funzionari di Agea le cui ‘responsabilità per colpa grave’ sono state individuate dal Gip del Tribunale di Roma – aggiunge Sergo -. Abbiamo chiesto alla Giunta Serracchiani di assumersi un impegno preciso verso il governo di Roma affinché si attenda la definizione delle indagini e delle responsabilità in corso. Le aziende coinvolte sono soggette a ingiunzioni di pagamento, ma le somme loro contestate potrebbero esser riconosciute incongrue a seguito degli accertamenti della magistratura”.
“Il regime delle quote latte ha radici ben lontane – spiega il portavoce M5S -. Trent’anni fa i negoziati europei per la definizione del mercato unico del latte hanno visto la debolezza della posizione italiana nei confronti dell’Europa, che si è vista attribuire un quantitativo di produzione lattiero-casearia ben al di sotto della effettiva produzione nazionale. La quota italiana è inferiore all’effettiva produzione e copre solo il 57% del fabbisogno interno, permettendo così che il restante 43% sia ‘compensato’ dall’introduzione di latte di provenienza straniera. Questo ha causato un effetto devastante per l’agricoltura del nostro Paese, ma anche per i consumatori italiani, costretti a comprare un latte più caro perché ben lontano dall’essere prodotto a ‘km zero’. Questa situazione non ha permesso nemmeno lo sviluppo e l’insediamento di realtà produttive e questo ci vede fortemente penalizzati perché il regime delle quote latte cadrà, comunque, con il 1 aprile 2015. Le nostre imprese, che in questi anni per non sforare le quote di produzione non hanno potuto investire nel settore, si troveranno così a dover fronteggiare comunque una concorrenza molto forte proveniente da altri Paesi che purtroppo – conclude Sergo – hanno già occupato una buona fetta del nostro mercato”.
LA RISPOSTA DI BOLZONELLO. “La vicenda delle quote latte ha impresso segni che in Regione ci stiamo lasciando alle spalle, con il dialogo, la ragionevolezza e nel rispetto della legge. Purtroppo un piccolo gruppo di ‘irriducibili’ vorrebbe trovare scorciatoie che non esistono, e anziché mettersi in regola ha scelto di compiere atti di intimidazione nei confronti della Giunta regionale”. Lo afferma il vicepresidente e assessore all’Agricoltura Sergio Bolzonello, commentando le azioni intraprese da un gruppo di produttori che, dopo aver mantenuto un presidio di alcune settimane davanti alla sede della giunta regionale, ha bloccato gli ingressi del palazzo con alcuni trattori.
“Ho già incontrato anche di recente gli autori della protesta – prosegue Bolzonello – e ho spiegato loro che la Regione non ha modo di sospendere le azioni nei confronti dei produttori destinatari di provvedimenti sanzionatori in materia di quote latte. Sospendere le sanzioni, peraltro, non sarebbe nemmeno equo nei confronti di tutti gli altri produttori ‘splafonatori’, che hanno sanato o stanno sanando le loro posizioni. A maggior chiarezza – aggiunge – va inoltre sottolineato che in Friuli Venezia Giulia attualmente ci sono 41 primi acquirenti riconosciuti di cui solo 11 hanno conferitori che eccedono la loro quota e quindi, su circa 1100 produttori latte, a fine 2013, si quantificano solo 80 produttori splafonatori. Di questi 11 primi acquirenti, però solo 3 primi acquirenti non provvedono a quanto stabilito dalla legge, cioè a versare la prevista sanzione amministrativa commisurata al prelievo supplementare, mentre gli altri 8 primi acquirenti provvedono mensilmente a saldare il dovuto”.
“Ho spiegato dettagliatamente anche in Consiglio regionale che gli adempimenti relativi al regime comunitario del prelievo supplementare nel settore del latte sono di competenza delle Regioni in forza di una legge nazionale. Ci sono partiti come il M5S che ritengono di poter resuscitare le antiche battaglie antieuropee della Lega per scopi elettorali, ma noi non ci piegheremo a questo gioco e soprattutto – conclude – non penalizzeremo chi rispetta la legge”.
LE ORGANIZZAZIONI. Confagricoltura Fvg e Cia Fvg intervengono sulla manifestazione di protesta di ieri dei Cobas, a Trieste, in merito alle quote latte. Le due organizzazioni agricole confermano il loro sostegno alle aziende friulane che, da sempre, hanno operato nella legalità e rappresentano la stragrande maggioranza. Chi l’ha volutamente violata, è giusto che subisca le sanzioni relative. Ricordano come questa problematica, che si trascina da parecchi anni, ha fatto sì che molte aziende abbiano chiuso i battenti o si siano indebitate per acquistare le quote latte nella maniera prevista dalle leggi. Oggi, dunque, non possano essere ulteriormente penalizzate di fronte a chi, invece, ha pensato di agire aggirando le normative. Il problema comunque è nazionale e non regionale. Se alcune forze politiche pensano di accondiscendere a eventuali richieste non conformi – avvertono Confagricoltura e Cia – dovranno anche pensare a come pareggiare il conto con chi le regole le ha sempre rispettate e ci ha rimesso di tasca propria.