E’ ripartita oggi la gara per la privatizzazione dell’Aeroporto di Trieste. La società di gestione, che al momento è interamente controllata dalla Regione Friuli Venezia Giulia, mette sul mercato il 55% del pacchetto azionario con un prezzo a base d’asta di 32,5 milioni di euro, a fronte di un valore complessivo della società di circa 70 milioni, secondo i dati del bilancio chiuso al 31 dicembre scorso.
La valutazione è stata fatta dall’advisor indipendente KPMG. Le offerte dovranno essere presentate entro il prossimo 11 gennaio; la prima seduta pubblica è fissata per il 14 gennaio e il trasferimento delle azioni dovrebbe essere perfezionato entro marzo.
E’ la seconda volta che la società di gestione, d’intesa con la Regione, tenta di aprire ai privati la propria compagine. La prima volta non si è andati oltre alcune manifestazioni d’interesse, alle quali non è mai seguita la presentazione di offerte.
Quella che parte oggi è una gara europea e l’obiettivo è individuare un partner industriale con capacità economico-finanziaria e tecnico-organizzativa tali da poter migliorare le attuali previsioni del piano industriale 2018/2023 dell’aeroporto, sia in termini di incremento dei passeggeri, sia sul versante della creazione di valore, sia infine per quanto riguarda le previsioni di investimento previsti nel piano.
Per questo, nella gara sarà dato peso maggiore all’offerta tecnica rispetto a quella economica e per questo l’eventuale socio privato avrà il diritto, d’intesa con la Regione, di desinare l’Amministratore Delegato. L’indicazione del Presidente resterà di competenza della Regione che, in base a patti parasociali, si riserverà anche il diritto d’indirizzo strategico.
“Siamo convinti che la possibilità di inserire Trieste Airport in un network più ampio sarà la chiave di volta per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che abbiamo delineato nel piano industriale”, ha detto Antonio Marano, presidente di Aeroporto Fvg Spa. “L’affiancamento di un primario operatore di settore al socio pubblico Regione Friuli Venezia Giulia rappresenta il modello ideale di gestione e sviluppo per l’infrastruttura: la soluzione perfetta per valorizzare le leve del turismo e della mobilità regionale, in capo alla Regione, e quelle commerciali, afferenti all’investitore privato, per far sì che questa infrastruttura rappresenti sempre di più un pivot strategico per lo sviluppo del territorio”.
“Giungiamo a questa gara – ha aggiunto Marco Consalvo, direttore generale di Aeroporto Fvg Spa – dopo aver realizzato una profonda ristrutturazione aziendale e un consistente piano di investimenti che ci ha consentito di ottenere negli ultimi due anni una solida redditività dello scalo. Si conclude così la prima fase di sviluppo dell’aeroporto e con il nuovo assetto societario l’obiettivo sarà ampliare l’attuale bacino di utenza e migliorare ulteriormente l’efficienza e l’economicità dei servizi offerti ai nostri clienti”.
“L’obiettivo è assicurare ai nostri cittadini la migliore mobilità a costi contenuti, attraendo a questo scopo nuovi vettori aerei per collegare Trieste e tutta la regione al resto dell’Europa e, naturalmente, a molte più destinazioni in Italia”. Lo afferma il governatore Massimiliano Fedriga, commentando l’avvio della gara europea per la cessione del 55% delle quote della società Aeroporto Friuli Venezia Giulia spa, con un base di partenza attestata a 32,5 milioni di euro secondo la valutazione di Kpmg.
“Il bando per Trieste Airport – evidenzia Fedriga – è stato sostanzialmente modificato rispetto alle scelte della Giunta regionale precedente, puntando in primis a identificare un partner industriale per la Regione che sia realmente in grado di sviluppare il trasporto da e per il Friuli Venezia Giulia. Mi auguro che questa gara richiami entro il prossimo 11 gennaio una forte partecipazione per garantire le necessarie opportunità di sviluppo al nostro territorio”.
“Con l’assoluta volontà di erogare un servizio essenziale per la comunità – conclude Fedriga – abbiamo infatti operato una scelta coraggiosa che, nel nostro caso, pone giustamente in secondo piano la gestione del potere in ogni sua sede”.