E’ stato affidato, per competenza territoriale, alla Procura di Treviso il fascicolo sulla truffa delle criptovalute che vede al centro l’attività della New Financial Technology, società di diritto inglese che proponeva investimenti in ‘moneta virtuale’ con interessi nell’ordine del 10% mensile.
Le indagini, avviate dalla Procura di Pordenone, hanno permesso di ricostruire la struttura della società e chiarire le varie responsabilità. Attraverso le perquisizioni, le testimonianze e le prime ammissioni nel corso degli interrogatori di alcuni indagati, gli inquirenti hanno delineato l’organigramma aziendale (compresi agenti e subagenti), il numero dei clienti – prevalentemente del Nordest – che si dovrebbe aggirare intorno ai 4.000 e l’ammontare della raccolta che, nel giro di due/tre anni, secondo il racconto di uno dei protagonisti, sarebbe stata di almeno 100 milioni di euro.
La sede operativa del gruppo, come emerso proprio grazie alle perquisizioni, si trovava a Silea, nell’abitazione di uno degli indagati. Da lì la decisione di far proseguire le attività sotto la direzione esclusiva della Procura di Treviso.
La Procura di Pordenone – tramite una nota del procuratore capo Raffaele Tito – si augura che, “anche grazie alla collaborazione di quanti hanno perduto i propri risparmi, si possa fare piena luce su una vicenda illegale di così rilevanti proporzioni e confida veramente che, per il futuro, tutti i cittadini abbiano maggiori rispetto del proprio denaro e non lo sperperino così malamente, ma abbiano cura di affidarlo solo a enti e a persone che rispettino le regole”.