Continua la mobilitazione del comparto wedding che questa mattina è sceso in piazza in diverse città italiane per chiedere ristori e una data certa per la ripresa del settore. La manifestazione ha fatto tappa anche in piazza Libertà a Udine. Proprio dal Fvg, infatti, era partita la protesta che si era poi allargata a livello nazionale, dopo un anno di pesantissime difficoltà dovuto alla cancellazione della quasi totalità di matrimoni, cerimonie ed eventi correlati.
In regione il settore conta potenzialmente oltre 16mila imprese d’eccellenza e 46 mila addetti nelle sue varie e multiformi componenti e oltre 400mila imprese a livello italiano.
La mobilitazione è promossa da Insieme per il Wedding, gruppo apolitico/apartitico a supporto degli operatori autonomi del comparto che lamentano di essere stati completamente dimenticati delle istituzioni durante la crisi. La varie piazze, da Ascoli Piceno a Udine, passando per Bergamo, Bologna, Cagliari, Caserta, Catania, Cuneo, Milazzo, Nuoro, Padova, Pescara, Roma e Sassari, hanno voluto lanciare con una voce unica, forte, un grido di disperazione di un settore messo in ginocchio e dimenticato da tutti, che 2020 ha avuto un calo di fatturato del 90% e oggi è ancora senza risposte per il futuro.
“I matrimoni in sicurezza – chiedono le piazze – devono essere riaperti da inizio giugno. Sono eventi circoscritti con persone tracciabili (sposi e ospiti) nei 14 giorni successivi. Se posso andare al bar, al ristorante, in metropolitana e dal 5 marzo in crociera, è inaccettabile che non possa sposarmi!”.