Il gruppo Wartsila al momento non farà passi indietro sui 450 licenziamenti. L’incontro nel Palazzo della Regione tra il presidente Massimiliano Fedriga con gli assessori Alessia Rosolen e Sergio Emidio Bini e i vertici di Confindustria Alto Adriatico è servito alla politica per ribadire la linea dura che non prevede transizioni.
“Oggi Wärtsilä ha confermato al Presidente Fedriga che l’Azienda è impegnata a collaborare con i sindacati e le Istituzioni per identificare possibili soluzioni a supporto dei propri lavoratori, in linea con la legislazione italiana”, conferma il gruppo finlandese in una nota. “L’azienda aggiornerà le Istituzioni non appena la situazione si evolverà. Wärtsilä ha inoltre sottolineato che nei prossimi anni l’Italia e Trieste resteranno importanti per l’Azienda con le attività di Ricerca&Sviluppo, vendita, project management, sourcing, assistenza e formazione”.
“La disponibilità della Regione a iniziare un dialogo con l’azienda è vincolata al ritiro della procedura di cessazione dell’attività produttiva. Si tratta di un punto irrinunciabile che vede la piena condivisione tra la stessa Amministrazione regionale, Confindustria Alto Adriatico, gli Enti locali, le organizzazioni sindacali e il Governo”. Così il governatore Fedriga nel corso dell’incontro con il presidente di Wartsila Italia Andrea Bochicchio.
Come ha sottolineato il governatore, la questione dell’impianto di San Dorligo della Valle assume una valenza che va incidere sull’intero sistema produttivo italiano, aprendo la strada a un precedente inaccettabile: quello di una proprietà che, dopo aver beneficato di significativi contributi pubblici, a un certo punto decide di assumere una decisione fortemente impattante sul tessuto sociale del territorio senza neanche un confronto preliminare con le istituzioni.
“Non si può avere considerazione della parte pubblica solo quando si ricevono finanziamenti – ha rimarcato Fedriga – e ignorarla quando si compiono scelte strategiche che vanno a incidere in maniera negativa sul futuro di centinaia di lavoratori. Non lo so in Finlandia – ha concluso – ma in Italia non funziona così”.