In questa stagione è molto facile imbattersi in animali che, in un primo momento, possono sembrare in difficoltà ed invece non sono altro che esemplari giovani, in attesa del ritorno dei genitori. Anche quest’anno il Corpo di Polizia Locale – Nucleo operativo di vigilanza ittico-venatoria e venatoria della Provincia di Pordenone vuole ricordare alcune norme di comportamento da tenere qualora ci si dovesse imbattere in animali selvatici di varie specie, che apparentemente sembrano in difficoltà, ciò al fine di garantire loro un’ottimale sopravvivenza in natura. «Infatti, a volte quello che può apparire come il gesto più logico e semplice da compiere si rivela dannoso proprio nei confronti di chi si vorrebbe aiutare» spiega l’assessore provinciale con delega al Servizio Faunistico e Vigilanza, Francesca Cardin. «Innanzitutto, non bisogna portar via i piccoli dalle vicinanze del nido. Spesso i nidiacei effettuano prove di volo e non è detto che la prima volta abbiano successo. I genitori comunque vigilano su di loro ed è quindi opportuno lasciarli sul posto» raccomanda Cardin. Per quanto riguarda invece i giovani ungulati (soprattutto caprioli o cervi), sottolinea l’assessore che «gli stessi, in attesa del ritorno dei genitori, cercano di mimetizzarsi tra la vegetazione e stanno immobili per non farsi notare da eventuali predatori. I genitori anche in questo caso sono nelle vicinanze ed è necessario non spostare i cuccioli dal luogo di ritrovamento».
E’ pertanto opportuno non avvicinarsi, né tanto meno toccare l’animale individuato, dato che i genitori, scorgendo una presenza umana o, più semplicemente, sentendone l’odore, potrebbero addirittura abbandonare la prole. La morte dei giovani esemplari diventerebbe allora un evento a dir poco certo. A meno che non ci sia una situazione di grave pericolo di vita, come ad esempio un animale ferito notato in mezzo ad una strada, è sufficiente spostare l’esemplare in un prato nelle immediate vicinanze e porlo così in sicurezza. Lo stesso principio vale per i nidiacei: solo in caso di pericolo, come ad esempio un predatore (gatto o altro) nei paraggi, è opportuno, sempre se possibile, mettere l’esemplare in una scatola, collocarla in un posto inaccessibile ai predatori stessi, ma pur sempre vicino al luogo di ritrovamento, al fine di permettere ai genitori di continuare ad accudire il loro piccolo.
«In ogni caso, in presenza di esemplari selvatici in difficoltà – conclude Cardin – è indispensabile affidarsi a personale esperto, quello della Polizia Locale della Provincia di Pordenone, a quello del Centro unico di recupero per il soccorso della fauna selvatica in difficoltà, convenzionato con la Provincia di Pordenone, o comunque altro personale del settore, comunque qualificato, quale ad esempio il Corpo Forestale Regionale. Spesso anche le migliori intenzioni possono nuocere all’animale selvatico recuperato: l’improvvisazione, l’inesperienza e la non conoscenza delle diverse specie e delle loro abitudini possono compromettere definitivamente la riabilitazione e la possibilità di un successivo reinserimento in ambiente naturale dello stesso. Non ci si deve, quindi, in nessun caso “improvvisare veterinari”». E’ inoltre assolutamente sconsigliato somministrare cibo e tanto meno medicinali. Al massimo si può mettere a disposizione dell’acqua.
Per eventuali emergenze, informazioni, segnalazioni, il Corpo di polizia locale-Nucleo operativo di vigilanza ittico-venatoria della Provincia di Pordenone mette a disposizione i propri recapiti telefonici. Dal lunedì al venerdì dalle 08:00 alle 13:30, il martedì ed il giovedì anche dalle 15:00 alle 17:00, sarà sufficiente comporre i seguenti numeri: 0434/231445-447. Il servizio di reperibilità (335/5636378), istituito proprio per garantire il recupero della fauna selvatica e non per quella domestica, è invece attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, compresi i festivi.