Pane: la rivincita degli artigiani – Nuove norme regionali: il prodotto potrà essere definito fresco esclusivamente se preparato in giornata, partendo dalla materia prima e senza essere conservato. In caso contrario, dovrà essere confezionato e avrà un’etichetta che dice da dove proviene
In futuro, trovare il pane fresco sarà più difficile. Per carità, non c’è nessuna carestia in arrivo e non si temono chiusure a catena delle panetterie, anche se non tutti i punti vendita, d’ora in poi, potranno fregiarsi di tale appellativo. Più semplicemente, è stata approvato e pubblicato sul Bur, a dieci anni dalla legge regionale, il regolamento attuattivo che norma l’attività di panificazione.
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E’ il sommerso che ci soffoca – Guadagni esentasse, in Friuli Venezia Giulia si stima che l’economia in ‘nero’ sfiori il 16,5 per cento del Pil, poco al di sotto della media nazionale
Saldi, onesti e lavoratori. Sarà pur vero che sono tre doti universalmente riconosciute ai friulani, ma probabilmente andrà aggiunto un altro aggettivo: quello di evasore, decisamente meno lusinghiero.
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Matrimoni tra le Spa: “Il territorio resti protagonista” – Il manager Pietro Del Fabbro: “Se cediamo le utility diventando soggetti ‘passivi’, rischiamo di impoverire il Fvg. Come è successo in passato con il settore bancario”. Ecco cosa accadrà alle bollette e alla qualità dei servizi
In questi mesi, il tema delle multiutility e delle aggregazioni (una su tutte, la vicenda delle trattative Amga-Hera per la gestione del gas) è diventato assai scottante. Il punto nodale riguarda il rischio che il territorio perda il controllo di settori strategici, come tanti temono. Ma si tratta di un pericolo concreto? E quali saranno le conseguenze per gli utenti, in particolare nella bolletta? Ne abbiamo parlato con Pietro Del Fabbro, vice commissario per la terza corsia e già amministratore di società a controllo pubblico.
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Alla Giunta serve un ‘tagliando’ – Renzo Travanut, segretario regionale del Pd, chiede una “messa a punto” della squadra di governo in Regione. “Come lo deciderà la presidente, ma il tema – assicura – va affrontato”
L’aveva detto quando il Pd lo aveva investito del ruolo di ‘traghettatore’ dopo l’elezione a presidente di Debora Serracchiani: “Teniamo distinte le tensioni congressuali dal sostegno al governo della Regione”. E mentre nel resto d’Italia infuriano le polemiche su tessere gonfiate, accuse reciproche e colpi bassi a non finire, Renzo Travanut si gode lo spettacolo di “un partito maturo, capace di governare senza divisioni o spaccature”. Per non correre rischi, ha sostenuto la richiesta di andare al rinvio a gennaio dei congressi regionale, provinciali e locali: ma solo perché è conscio che il momento è di quelli “dove solo un partito unito può dare il sostegno dovuto a una giunta che forse non corrisponde ancora alle attese della comunità regionale”.
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Lavori pronti a partire nel 2014 – A Codroipo l’assessore Bianchini conta di avviare numerose opere attese da tempo. L’elenco delle più importanti
Eppur si muove. Nonostante i rigori imposti dal patto di stabilità a Codroipo stanno per partire una serie di iniziative nel settore dei lavori pubblici piuttosto importanti. A fornirci l’elenco è lo stesso assessore Giancarlo Bianchini che correttamente ci spiega che parte dei progetti sono stati ereditati dalla precedente amministrazione.
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Dai grandi progetti alle carte bollate – Tagliamento: la Corte di cassazione si pronuncerà sul ricorso dell’Autorità di bacino che insiste sulle casse di laminazione
Addio alle casse di espansione, forse. Mentre il Tagliamento se ne sta tranquillo abbiamo a che fare con un’alluvione di carte bollate. Non è detta infatti l’ultima parola sulla vicenda infinita dei bacini di laminazione, sui quali si discute da almeno 15 anni.
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Mani straniere su 24mila posti – Nella nostra regione le imprese controllate da gruppi esteri sono 241. In caso di ristrutturazione, le zavorre del sistema Italia rischiano di decretarne la chiusura o il taglio di dipendenti
Ideal Standard, Electrolux, Evraz Palini & Bertoli, ma anche altre aziende in difficoltà che hanno tagliato posti di lavoro, anche tutti, hanno un tratto comune: appartengono a multinazionali estere. Questo tipo di proprietà rende oggi più debole la presenza industriale in Friuli, in quanto, nella ricerca di una complessiva maggiore competitività e redditività, gli eventuali ‘sacrifici’ vengono decisi con logiche contabili, più che sociali o addirittura ‘affettive’ per un determinato territorio. Privilegeranno, inoltre, gli stabilimenti nei rispettivi Paesi di origine, anche per la pressione politica che la casa madre può subire. Ed è quanto è accaduto alle industrie finite in queste settimane sulla graticola.
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Questa settimana, in edicola:
Magazine BUSINESS – Luca D’Agostino: grazie all’operosità della sua gente, il Friuli è il posto giusto per fare impresa, ma fuori da questa regione nessuno lo sa