In tempi di aumenti esorbitanti del prezzo dell’energia (elettricità e gas, oltre al petrolio) che prevedibilmente avranno ricadute sui beni al consumo e quindi su tutte le nostre attività quotidiane, pensare a come risparmiare è fondamentale. Ridurre gli sprechi e utilizzare con buonsenso e parsimonia l’energia purtroppo non bastano ad arginare il fenomeno.
Le azioni messe in campo dal Governo non sembrano essere decisive, mentre si è discusso anche di prelevare una quota degli extraprofitti ottenuti dalle società energetiche proprio in seguito ai rincari. A lamentarsi per i rincari non ci sono solo i cittadini e le famiglie, ma anche Confindustria, in allarme per la produzione industriale, e persino le pubbliche amministrazioni. Per esempio, tra i comuni che hanno aderito all’iniziativa dell’Anci ‘Luci spente’ che invitava a spegnere l’illuminazione in piazze e monumenti il 10 febbraio, c’è anche Gorizia. “La situazione è in veloce peggioramento e ci sono operatori economici che non riusciranno a pagare le bollette e dovranno chiudere – ha dichiarato il sindaco Rodolfo Ziberna -. Ci troviamo fra le mani una bomba a orologeria ed è indispensabile intervenire subito. Intanto i sindaci potrebbero essere autorizzati, con disposizioni specifiche, a fruire dei fondi Covid-19 non utilizzati lo scorso anno ma anche una quota dell’avanzo di gestione”.
In questo quadro problematico la soluzione potrebbe essere guardare al territorio, dove si possono trovare le risorse per fronteggiare le difficoltà. Non stiamo parlando di fondi o sostegni vari, ma di attività che vanno in controtendenza. Un esempio è quello della Secab (Società elettrica cooperativa Alto Bût) di Paluzza. Forte dei suoi 110 anni di storia – fu fondata nel 1911 e fu la prima azienda friulana per la produzione e distribuzione di energia idroelettrica in forma di cooperativa – oggi fornisce 5 comuni della valle e cioè Paluzza, Sutrio, Cercivento, Ravascletto e Treppo – Ligosullo, con tando circa 2.650 soci e più di 5.000 utenze, compreso l’intero polo turistico dello Zoncolan.
“La situazione generale si presenta molto difficile – sottolinea Ennio Pittino, presidente della Secab -. La differenza sostanziale è che noi siamo autoproduttori e autoconsumatori nonché distributori locali: forniamo energia ai soci e anche a chi non lo è, ma ha sottoscritto un contratto secondo le regole del mercato a maggior tutela. Il prezzo dell’energia elettrica (PE) è determinato a livello nazionale, ma con la vendita dell’energia non auto consumata, possiamo applicare sconti all’energia fornita ai nostri soci. Per esempio, il Governo ha abbuonato gli oneri di sistema in questo primo trimestre 2022 proprio per fronteggiare i rincari. Ebbene, per i soci, in quanto autocommutatori e utilizzatori della propria rete di distribuzione, tali oneri non sono dovuti. Inoltre, a partire dal quarto bimestre 2021, ovvero la bolletta elettrica che riguarda i mesi di luglio e agosto, quando il prezzo dell’energia stava salendo in maniera anomala, Secab ha cominciato ad applicare al prezzo dell’energia uno sconto del 20% per le utenze domestiche e del 25% per le partite Iva. È stata inizialmente presa questa decisione per favorire le attività produttive ma, già nel bimestre successivo (settembre e ottobre), è stato incrementato lo sconto al 30% e, a fine anno, quando i prezzi continuavano a salire in maniera netta, lo sconto è stato portato al 40%. Complessivamente la riduzione percepita in bolletta è stata del 28-30% per tutte le utenze”.
Per il prossimo futuro, però, i contorni non sono ancora definiti. “Per stabilire prezzi e condizioni dobbiamo valutare la produzione – chiarisce Pittino -. Le nostre centrali sono ad acqua fluente e l’inverno 2022 per ora è piuttosto secco, per cui non posso ancora indicare quale sarà il prezzo che applicheremo. Più in generale, per uscire da questa crisi di prezzi, ritengo che ogni comunità territoriale debba fare la sua parte, cercando di incentivare la produzione e l’utilizzo di energie rinnovabili anche attraverso la promozione e la costituzione di comunità energetiche”.