Il fronte sul Tagliamento si è riaperto. Sarà colpa della montagna di soldi del Pnrr che si profila all’orizzonte, sarà che la memoria è corta, fatto sta che casse di espansione e traversa di Pinzano, sono indicate come soluzione nell’aggiornamento del Piano di gestione del rischio alluvioni, approvato il 21 dicembre scorso dall’Autorità di bacino delle Alpi orientali. Dopo i tanti soldi spesi in progetti e ri – corsi pare non sia cambiato nulla, neppu – re nella dialettica: gli amministratori dei Comuni del basso corso invocano meno vincoli, con in testa Latisana, mentre i loro colleghi dell’alto corso, in primis Forgaria e San Daniele, si oppongono e chiedono ai cittadini di far sentire forte la loro voce di dissenso. Troveranno ascoltatori attenti, a giudicare dallo studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scien – tifica Environmental research letters, basato sulle opinioni di oltre 4.000 persone che hanno partecipato a fine 2020 al questionario sul Tagliamento.
“Il questionario – ricorda Anna Scaini, ricercatrice in idrologia dell’ Università di Stoccolma – ha fornito risultati chiari: la stragrande maggioranza dei partecipanti dà priorità alla conservazione del fiume e pensa che sia compatibile con la gestione del rischio di inondazioni. Un sorpren – dente 85% degli intervistati riconosce un valore spirituale del fiume, il che indica una forte connessione emotiva. Inoltre, tutto il Tagliamento è apprezzato dai loca – li, con un’elevata preferenza per il paesag – gio del medio corso, in particolar modo la zona di Pinzano-Ragogna”. Lo studio, nato da una collaborazione con Chiara Scaini dell’Osservatorio ge – ofisico sperimentale (Ogs), Ana Stritih e Constance Brouillet del Politecnico federale di Zurigo (ETH) ha quantificato i molteplici valori del Tagliamento: non solo ambientali, ma anche socio-cultu – rali, turistici e ricreativi. “Questi valori rappresentano – sottolinea la ricercatrice – altrettante opportunità di sviluppo so – stenibile, importanti per definire le strate – gie future. Il nostro studio evidenzia però le discrepanze tra le scelte di gestione e i valori e le priorità dei cittadini e mostra la necessità di includere questi valori nel – la gestione dei fiumi. In questi giorni si sta parlando molto di Tagliamento, ed è un’occasione per sottolineare quanto sia importante preservare i valori del territo – rio. La principale conclusione del lavoro è che ogni intervento va ponderato tenendo conto del suo impatto anche in termini di perdita di valori, come per esempio la mi – nore attrattività per abitanti e turisti”.
Sulla sorte del fiume si gioca una sfi – da importante: “Quella di gestire il Tagliamento e valorizzare i suoi molteplici valori – ribadisce Scaini -. Questo corso d’acqua può diventare un esempio di ge – stione fluviale sostenibile, ma bisogna integrare dati e evidenze scientifiche recenti – per esempio il cambiamento climatico in atto – in nuovi studi di carattere interdisciplinare. Le recenti direttive e scoperte scientifiche indicano che con – viene pianificare il territorio rispettando gli spazi naturali dei fiumi e supportare uno sviluppo sostenibile. La gestione del rischio dovrebbe essere parte integrante di questo sviluppo, interfacciandosi con gli altri valori”. Il rapporto tra persone e istituzioni nella gestione del fiume è anche al cen – tro di una nuova ricerca condotta, assie – me a Elena Zwirner, ricercatrice friulana dell’università francese di Clermont Au – vergne (Francia).