A due anni dal lockdown che ci rese tutti coscienti di come la storia aveva cambiato rotta, la nostra testata ha voluto realizzare un ‘punto nave’ su cosa ci è accaduto, sui cambiamenti avvenuti e anche su quelli destinati a durare, traguardando quando possibile anche cosa succederà nei prossimi anni. Esce oggi in edicola, allegato gratuitamente al settimanale Il Friuli di venerdì 4 marzo 2022, l’inserto ‘Due anni di Covid’.
In verità è un lavoro che cerchiamo di fare ogni giorno attraverso i nostri media, a cui aggiungiamo ora una sintesi, sperando possa essere utile ai nostri lettori per orientarsi in questo nuovo e inedito scenario.
All’inizio lo slogan era “andrà tutto bene”, poi mentre le settimane e i mesi passavano e il tunnel si faceva sempre più profondo è emersa la consapevolezza generale che “nulla sarà come prima”. Dai lenzuoli appesi ai balconi siamo passati alla triste conta dei contagiati, dei ricoverati in terapia intensiva e dei morti, con sempre maggiori e più approfondite analisi di quanto stava accadendo non soltanto in termini sanitari, ma anche economici, sociali e psicologici. Sono passati due anni da quanto lo tsunami pandemico ha travolto anche il Friuli e il Covid-19 fa tuttora parte della cronaca e non ancora della storia. Però, ne stiamo uscendo.
Lentamente, a fatica e con ferite che all’inizio neanche potevamo immaginare. Anche perché il ritorno alla normalità deve fare i conti con tutta una serie di cambiamenti che saranno definitivi. Il modo quotidiano di consumare è mutato, la modalità del lavoro è altrettanto cambiata e addirittura alcune mansioni professionali non esistono più. Il rimbalzo economico ha generato tensioni sull’offerta mondiale di materie prime e fonti energetiche, generando a sua volta un’inflazione al galoppo.
C’è stato un forte travaso di ricchezza da alcune tipologie di lavoratori ad altri, da una generazione all’altra. Allo stesso tempo, settori economici che prima non esistevano o erano ancora marginali sono saliti alla ribalta strutturandosi per una crescita destinata a durare nei prossimi anni. Oltre a tutto questo ci sono altre ferite ancora imperscrutabili: quelle nell’animo di tutti noi e quelle di relazione tra le persone.