Il clima sta cambiando e il mondo del vino deve adeguarsi, puntando sulla conoscenza del territorio per mantenere alta la qualità del prodotto, e studiando assieme alle istituzioni strategie per attenuare i danni di eventi meteorologici disastrosi, destinati ad essere più frequenti rispetto al passato. Questo lo scenario con il quale sono chiamati a confrontarsi anche i vignaioli del Collio, ben presente nei pensieri del Consorzio che li riunisce. Pensiamo alla grandine, ad esempio, che anche quest’estate, proprio nelle scorse settimane, ha colpito duramente una porzione rilevante del Collio goriziano.
“La sensazione che spesso oggi si ha è che le grandinate siano più frequenti, ma in realtà non è una percezione sempre supportata da dati concreti. Questo fenomeno non è nato certo ieri – avverte il nuovo presidente del Consorzio Collio David Buzzinelli -. Attualmente l’assicurazione è l’unica strategia che abbiamo a disposizione per limitare in qualche modo i danni, anche se siamo molto attenti a seguire gli sviluppi della sperimentazione che stanno portando avanti ad esempio i nostri colleghi francesi, con l’uso di speciali cannoni per contrastare la formazione della grandine. Ci confronteremo in tal senso anche con la Regione, provando a capire quali strategie può essere il caso di adottare”.
A proposito delle assicurazioni, però, pur in assenza di dati “ufficiali”, è piuttosto risaputo che è ancora una ristretta minoranza la parte dei viticoltori che sceglie di stipulare una polizza, che, nel caso la grandine poi non dovesse colpire per qualche anno, finirebbe per avere lo stesso costo di una vendemmia rovinata dal maltempo. Cambiamento climatico però non vuol dire solo temporali o eventi catastrofici. C’è anche l’innalzamento delle temperature, che influiscono sul lavoro in vigna.
“Per il momento non ci sono
problematiche a livello fitosanitario – dice il presidente Buzzinelli – e ci stiamo organizzando per avere un’irrigazione adeguata in periodi siccitosi. Di certo già da un po’ sono cambiati i tempi della vendemmia, non solo per il clima, ma anche per la scelta di calare la produzione e puntare sulla qualità. Le temperature poi modificano la parte aromatica, e diciamo che nel tempo cambieranno un po’ anche i vini. Fa parte del nostro lavoro, e spetta a noi conoscere al meglio il territorio, capirne le caratteristiche, anche quelle nuove, e scegliere ad esempio le varietà che meglio si adatteranno alle future condizioni climatiche”.