“Sulla tutela del Prosecco rispetto alle pretese del Prosek croato la visione delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto e del Governo è unica e univoca e porterà a un’azione coordinata anche con altri Paesi europei che la pensano come noi, come Francia, Spagna e Portogallo”. Lo ha affermato l’assessore del Friuli Venezia Giulia alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier, in rappresentanza del governatore Massimiliano Fedriga, al termine della giornata di incontri politici e tecnici tenutisi a Venezia, nella sede della Regione Veneto in Fondamenta Santa Lucia, con il sottosegretario di Stato al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio, il presidente del Veneto Luca Zaia e l’assessore Federico Caner, omologo di Zannier. Erano presenti anche il presidente della Commissione agricoltura del Senato Gianpaolo Vallardi e il direttore generale del Ministero Giuseppe Ambrosio.
“L’incontro odierno a Venezia – ha spiegato Zannier – ha un valore determinante sia per la modalità di due Regioni e un Ministero che lavorano assieme sulla produzione di un’opposizione rispetto alla tematica legata al Prosek sia per il tema di fondo che è stato affermato con forza e che viene sottoposto nelle sedi europee. Se cioè la tutela delle denominazioni – principio basilare dell’Unione europea che risponde alla tutela dei consumatori secondo definizioni chiare e inequivocabili – possa essere messa in discussione attraverso menzioni tradizionali che di fatto richiamano nomi e denominazioni assonanti ingenerando una confusione inaccettabile”.
Nel corso dell’incontro è stato fissato il ruolino di marcia dell’azione italiana, che, come ha spiegato Zannier, “è formale e sostanziale e proseguirà in tutte le sedi opportune”. Entro il 21 novembre lo Stato e parallelamente le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, ognuno per propria parte, depositeranno le opposizioni al riconoscimento della menzione tradizionale al Prosek; memorie parallele saranno presentate anche dai consorzi di tutela e dalle associazioni di settore. La Croazia avrà, a sua volta, 60 giorni di tempo per presentare eventuali controdeduzioni. Seguirà quindi la decisione della Commissione europea. “Purtroppo non c’è un vincolo temporale per il verdetto finale – ha rilevato Zannier -, ma il Governo italiano è in pressing per richiedere la procedura più rapida possibile in modo da giungere quanto prima alla soluzione di una vertenza i cui presupposti e i cui contorni appaiono evidenti”.
“Siamo in prima linea nel sostenere la procedura di opposizione alla richiesta di riconoscimento del Prošek, istanza che riteniamo lesiva per le filiere e per le comunità viticole del Prosecco Doc e Docg, un segmento di assoluto valore economico e territoriale nel quale la cooperazione esercita un ruolo di primo piano sia a livello produttivo che commerciale”, ha dichiarato Venanzio Francescutti, presidente regionale di FedAgriPesca, al termine della riunione.
FedAgriPesca ci tiene a evidenziare come il caso Prošek violi i principi stabiliti a livello europeo, perché potenzialmente in grado di ingenerare confusione e di indurre in errore i consumatori che, in taluni casi, ha ricordato Francescutti, “pur non conoscendo le caratteristiche dei prodotti Prošek e Prosecco, riconoscono, o credono di riconoscere, la notorietà del nome, corrispondente alla sua letterale traduzione. Il fatto che il Prošek sia un vino ottenuto da uve appassite e non un vino spumante o frizzante non esclude pertanto – ha proseguito Francescutti – che tale circostanza non possa ingenerare confusione nel consumatore, anche considerando le recenti pronunce della Corte di Giustizia europea che, in più occasioni, ha garantito un ampio raggio di tutela delle Dop e delle Igp, esteso a tutti gli usi, compresi tra l’altro i servizi e non solo i prodotti, come indicato nella sentenza “Champanillo”, che sfruttano la notorietà dei nomi protetti. Il caso Prošek – ha concluso Francescutti – potrebbe rappresentare un precedente pericoloso e un grimaldello per indebolire in futuro altre filiere territoriali Dop e Igp. Per questo abbiamo apprezzato l’azione unitaria e coordinata tra il Governo, il Ministero delle politiche agricole, che ha attivato uno specifico tavolo di lavoro, nonché le Regioni, i Consorzi di tutela e le altre associazioni e organizzazioni del settore vitivinicolo”.
“L’eventuale approvazione da parte della Commissione Ue della menzione tradizionale per il vino croato Prosek, oltre al concreto rischio di ingenerare una pericolosa confusione nei consumatori, in particolare quelli stranieri, rappresenterebbe un grave precedente, in quanto porterebbe a un generale indebolimento del sistema di protezione delle Dop e Igp”, sottolinea la Copagri.
“Accogliendo una simile richiesta, infatti, si legittimerebbe il principio secondo cui il luogo geografico non sarebbe più l’elemento prioritario da tutelare, con tutta una serie di ulteriori potenziali pericoli derivanti da altre richieste provenienti da paesi terzi; a farne le spese non sarebbe solamente il Prosecco, ma la stessa credibilità del sistema di protezione delle Dop e delle Igp, che rappresenta un patrimonio di credibilità costruito faticosamente in tanti anni”, continua la Copagri.
“A tutto ciò, andrebbero poi ovviamente aggiunte le ripercussioni economiche su un prodotto che è a tutti gli effetti uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy enogastronomico del mondo”, continua la Confederazione, ricordando che “le vendite dei vini delle tre Dop Prosecco, ovvero ‘Prosecco’, ‘Conegliano Valdobbiabene Prosecco’ e ‘Asolo Prosecco’, ammontano a oltre 600 milioni di bottiglie l’anno e trainano significativamente l’export agroalimentare nazionale, tanto che anche nella fase pandemica hanno sostenuto tutta la filiera produttiva delle regioni interessate”.
“In ragione di quanto esposto, ribadiamo la nostra totale contrarietà all’approvazione della domanda di protezione della menzione tradizionale Prosek, presentata dalla Croazia all’inizio di settembre, in quanto la riteniamo fortemente lesiva per la filiera produttiva del Prosecco; auspichiamo, pertanto, che tale richiesta venga bloccata dalla ferma ed efficace opposizione del Governo e di tutti i soggetti interessati, che si sono prontamente attivati e con grande sinergia hanno lavorato assiduamente per arrivare alla formulazione di una formale opposizione, che sarà inviata a breve alla Commissione Europea”, conclude la Copagri.