Al momento si registra in regione un aumento di circa il 30% del bisogno alimentare dall’inizio del lockdown sia nelle richieste alle associazioni convenzionate, circa 330, sia a quelle che giungono direttamente al Banco alimentare, mentre a livello nazionale si registrano picchi del 40%. Questo il dato fornito da Clara Braidotti, responsabile per la comunicazione del Banco alimentare del Friuli Venezia Giulia: “In questo periodo di grande difficoltà e incertezza il Banco Alimentare è operativo – conferma Braidotti -. Dopo una prima settimana di stop, durante la quale le attività sono state momentaneamente sospese per riformulare la dinamica del recupero e della distribuzione di alimenti alle associazioni convenzionate, la distribuzione ora avviene in base alle urgenze eventualmente segnalate dalle stesse, seguendo scrupolosamente tutte le norme igienico-sanitarie vigenti.
L’attività comunque è rallentata, anche per via del numero ridotto dei volontari disponibili, in quanto gli over 65 sono rimasti a casa e non possono esserne acquisiti altri a causa delle distanze da mantenere nel magazzino e negli uffici. Per quanto riguarda ‘Siticibo’, il canale del recupero del cibo fresco invenduto dalla Grande distribuzione e dalla ristorazione, continua seppur a fatica a causa dei pochi volontari disponibili, mentre è ovviamente sospeso il recupero dalle mense universitarie e aziendali. Il momento di emergenza non ci fa dimenticare che l’ondata di persone in difficoltà sta salendo, ma anche che più avanti ci sarà una richiesta ancora maggiore a cui dovremmo far fronte, a causa delle ripercussioni a lungo termine di questo periodo. Fortunatamente non mancano le note positive in questo frangente: infatti sono molte le persone che ci hanno scritto o chiamato per offrire il loro aiuto in questo periodo particolare e che ci dimostrano il loro sostegno.
Alcune aziende alimentari e non alimentari del territorio, che non avevano mai collaborato con noi in passato, ci hanno chiamato in questi giorni, donandoci alimenti preziosi. Le strutture caritative convenzionate apprezzano il nostro tentativo di raccogliere questa nuova sfida, che richiede uno sforzo anche di creatività nel rimodulare forme, modi e abitudini. Cerchiamo con tutte le nostre forze di non venir meno e di non lasciarci vincolare dai limiti oggettivi delle circostanze, ma di cercare di continuare a fare la nostra attività ordinaria in una situazione straordinaria”.