Non solo vino, ma tutto quel variegato e prezioso mondo che lo circonda, dai distillati alla cura della vite attraverso le più moderne e innovative tecniche, fino ai prodotti gastronomici come la brovada, tipico piatto della cucina friulana, preparato proprio con le vinacce. In poche parole, tutta “La filiera del vino della vite”. Con questa conferenza, abbinata a una cena degustazione, ha preso il via oggi, all’Hotel Astoria di Udine, la decima edizione del Concorso Mondiale del Sauvignon, manifestazione organizzata dall’agenzia belga Vinopres con il supporto organizzativo della Pregi e la collaborazione di Regione, Ersa, Comune di Udine e Consorzi delle Doc Fvg e che il capoluogo friulano ha l’onore di ospitare fino a sabato 9 marzo.
I circa 70 giudici, giunti da ogni continente per scegliere le medaglie da assegnare agli oltre mille campioni di Sauvignon bianchi arrivati a Udine da oltre 20 Paesi di tutto il mondo, sono stati accolti con una conferenza a cui sono intervenuti, moderati dalla giornalista Martina Riva e dopo i saluti istituzionali dell’assessore regionale alle Risorse Agricole, Stefano Zannier, e del sindaco di Udine, Pietro Fontanini, diversi esperti nei rispettivi ambiti.
“Dopo l’edizione del 2015 – ha dichiarato Zannier –, il Friuli Venezia Giulia ha nuovamente l’onore di ospitare un concorso internazionale: una vetrina di alto livello che focalizzerà ancor di più l’attenzione sulla qualità dei nostri vini e sulla capacità dei nostri produttori ma contribuirà anche alla promozione del territorio e delle sue eccellenze enogastronomiche. Questa – ha concluso l’assessore – è una straordinaria opportunità per far apprezzare una delle eccellenze per il quale il Friuli Venezia Giulia è riconosciuto a livello internazionale, ovvero la qualità dei suoi vini accanto alla possibilità di far conoscere agli esperti e eccellenze del territorio, dando vita a quel connubio tra enogastronomia e paesaggio che sono elementi fondamentali per il turismo e che troveranno spazio su riviste di ogni parte del mondo”.
“Come sindaco di questa città – ha proseguito il primo cittadino del capoluogo friulano, Pietro Fontanini – non posso che essere onorato di poter ospitare a Udine e nelle sale di palazzo D’Aronco, sede del Comune, la decima edizione del Concorso Mondiale del Sauvignon. Un evento tra i più importanti al mondo in ambito enologico, che premia con la sua scelta non solo la nostra città ma tutto il Friuli, di cui Udine è la storica Capitale. Voglio quindi ringraziare gli organizzatori – ha concluso nei saluti iniziali – per la felice decisione di organizzare questo straordinario concorso proprio qui da noi, confermando la centralità della nostra città nel circuito vitivinicolo e il livello di assoluta eccellenza dei prodotti del nostro territorio a livello internazionale”.
“Siamo qui – ha dichiarato soddisfatto Thomas Costenoble, direttore del concorso – per celebrare la diversità del Sauvignon. Dieci anni fa – ha proseguito – abbiamo dato vita a questo concorso a Bordeaux. Quando nel 2015 siamo arrivati per la prima volta in questa regione – ha concluso Costenoble – ci eravamo fatti una promessa, quella di ritornare ancora una volta in Friuli Venezia Giulia perché non eravamo riusciti a vedere tutte le bellezze della vostra regione. Dunque – ha concluso ringraziando le autorità presenti – eccoci qui ancora”.
A prendere la parola, dopo i saluti istituzionali, è stato l’agronomo ed esperto internazionale di potatura della vite, Marco Simonit, un uomo che ha dedicato la sua vita allo studio degli innesti. Simonit è consulente di alcune tra le maggiori aziende vitivinicole d’Europa, fondatore della Scuola Italiana di Potatura della Vite e docente del Dute (Diploma universitario di potatura e scelta dei germogli nel rispetto del flusso della linfa) presso Isw, Institute des Sciences de la Vigne et du Vin di Bordeaux. “Dal 2011 – spiega Simonit –, come gruppo Simonit & Sirch abbiamo messo a punto una tecnica di potatura che previene malattie del legno, la dendrochirurgia, un’esperienza nuova che ha dato i suoi ottimi frutti sulle piante a varietà più sensibile e il sauvignon è una di queste”.
Il Sauvignon, nel 2017, è stata la sesta varietà più coltivata in regione, dopo Pinot Grigio, Prosecco, Merlot, Ribolla gialla e Friulano. A confermarlo è stato il presidente Fvg dell’Assoenologi, Rodolfo Rizzi. “Il Friuli Venezia Giulia – ha spiegato – è una terra di antichissima tradizione vitivinicola, oggi riconosciuta per i migliori vini bianchi d’Italia. A riprova di questo, in regione sono presenti 4 Docg, 12 Doc e 3 Igt e nel solo 2017 in regione si sono prodotti 1 milione 750 mila ettolitri di vino (47 milioni in tutta Italia)”. Il perché il Sauvignon abbia avuto negli anni così tanto successo è sempre Rizzi a dirlo. “Si tratta – ha affermato – di un successo annunciato, visto che questo vitigno è molto riconoscibile dal consumatore, è apprezzato dai giovani, ha un profumo ricercato, si vinifica generalmente in acciaio, anche se predilige anche il legno”.
Sull’universo grappa e distillati, invece, si è soffermato Enzo Di Zorzi, presidente regionale dell’Anag, l’associazione nazionale assaggiatori di grappa e acquaviti. “La storia della distillazione nella nostra regione – ha spiegato – ha origini antichissime, già a partire dal 1451, ma è nell’Ottocento del secolo scorso che si è toccato l’apice con circa 200 distillerie attive nella sola provincia di Udine. Oggi – ha proseguito – da noi si contano 11 distillerie che coprono il 10% della produzione nazionale, “eroicamente” sopravvissute alla eccessiva burocrazia, alla severa legislazione e alle attuali pesanti pressioni fiscali sui superalcolici. Attualmente la produzione di grappa si attesta attorno ai 23 milioni di litri. In deciso calo – ha chiarito – rispetto al boom di qualche anno fa. Per far fronte – ha concluso – a un innegabile momento di sofferenza, è necessario orientarsi alla qualità eccellente, alle cosiddette grappe premium, dove anche il packaging gioca un ruolo fondamentale”.
Apprezzata e conosciuta soprattutto in regione, i riflettori sono stati puntanti anche sulla brovada, dal 2011 riconosciuto marcio Dop e ottenuta tagliando in piccole fettine le rape a colletto viola e macerate nelle vinacce. Fulvio Mansutti, titolare dell’omonima azienda agricola a Pavia di Udine, ha infatti spiegato le fasi di preparazione di questo piatto tipico della cucina friulana, le sue origini e caratteristiche nutritive, proponendo agli ospiti anche una degustazione del prodotto che solitamente si accompagna a carni arrosto o bollite come, tradizionalmente, musetto o cotechino. Al termine della serata agli ospiti è stato offerto un ricco buffet con tutte le eccellenze enogastronomiche della Regione.
Dopo questo primo benvenuto, i giudici del concorso saranno “al lavoro” già da domattina, 8 marzo, a partire dalle 8.30 fino alle 12 nella Sala Ajace del Comune di Udine, che ospiterà le due mattinate di degustazioni.