Come da tradizione anche quest’anno Assoenologi ha riunito i propri associati in un incontro tecnico prevendemmiale presso la tenuta Cà Vescovo della famiglia Zonin in Terzo d’Aquileia. Quasi 200 i presenti fra cui rappresentanti dei Consorzi Doc, produttori e giornalisti e operatori di settore.
Le eccezionali e ripetute precipitazioni registrate da gennaio a Ferragosto 2014 hanno influito negativamente sulla regolare fioritura e crescita dei germogli soprattutto per le varietà precoci quali Pinot Grigio, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero. Qualche sporadica grandinata ha creato ulteriori preoccupazioni.
Secondo i tecnici la pressione di avversità fungine, Peronospora e Botrite in primis, ha potuto essere controllata con frequenti interventi mirati e di certo la bora in zone notoriamente ventilate ha aiutato non poco la difesa.
Molto utile anche la pulizia di eccesso fogliare al fine di far godere ai grappoli la benefica bora e la minor umidità.
Approfondimenti fitosanitari hanno riguardato infine il Mal dell’esca, la Tignoletta e un nuovo insetto “asiatico” in transito dall’Alto Adige, la Drosophila Suzukii.
L’anticipo vendemmiale che inizialmente sembrava superare le 2-3 settimane rispetto al 2013 è andato via via normalizzandosi.
La vendemmia per le uve base spumante, secondo i tecnici, pertanto inizierà nella terza decade di agosto con quella delle uve bianche, Pinot grigio in primis, a seguire.
I primi dati analitici hanno evidenziato delle buone acidità sostenute da un apporto zuccherino ‘in progress’, ma probabilmente inferiore a quello elevato delle recenti vendemmie. Secondo taluni una minor gradazione naturale non è da valutarsi negativamente considerando il trend di mercato e l’evoluzione del gusto nel consumatore.
Il pessimismo iniziale è stato superato da altre considerazioni più ottimistiche e dalla speranza che il mese di settembre compensi, con giornate calde e ventilate, il precedente periodo.
Certo che la professionalità dell’enologo troverà proprio in questa vendemmia la conferma che il buon vino non si fa, come si vorrebbe, solo in vigneto, bensì con l’adozione di metodologie nuove e la conoscenza di una meccanica enologica perfezionatasi nel tempo.