Lo storytelling televisivo dell’ultimo decennio, salvo rari esempi, ci ha descritto la vita dei cosiddetti master chef come Dei su una torre dorata; pochi, selezionati, fortunati. La verità, come ben sa chi ha deciso di intraprendere la professione senza essere accecato dai lustrini della Tv, è diversa. Fatta di tanto sudore, tantissime lacrime e una fatica incommensurabile. Quella che si chiama ancora gavetta. Germano Pontoni, membro dei Maestri di cucina e Presidente dei Cuochi della regione Friuli Venezia Giulia, oggi è tra quelli chiamati master chef.
Dopo l’Alberghiero a Firenze e Porretta Terme e l’apprendistato a Udine, la sua città, ha lavorato negli alberghi della Versilia, per poi intraprendere un periodo di formazione a bordo delle navi passeggeri del Lloyd Triestino della Flotta Finmare. A seguire: anche un’esperienza ultraventennale nella ristorazione salutistica e di riabilitazione, molteplici riconoscimenti, una ventina di pubblicazioni su cucina e gastronomia, ma pure la scelta del volontariato col progetto Quattro Stagioni di Pasian di Prato.
UNA GRANDE PASSIONE, ANZI DUE – Gente di mare. Matricola 771 Monfalcone (sottotitolo: Momenti di vita a bordo delle navi della rinascita) è la sua originale autobiografia, edita da L’orto della cultura, che è stata presentata al festival Geografie a Monfalcone. La storia di un giovane con la passione per la cucina e per il mare, attratto dalla navigazione al punto da scegliere di lavorare sulle grandi navi. Imbarcatosi su Asia e Africa del Lloyd, in rotta per Africa e Medio Oriente, Pontoni scopre la necessità di ricostruirsi attraverso un lavoro che richiede tanta fatica.
VITA NELL’ “UFFICIO GRASSI” – Con in mano il numero di matricola (ossia, il libretto di navigazione) e in testa tanti sogni, l’aspirante chef friulano, in anni in cui i suoi compatrioti “non oltrepassavano l’Isonzo se non per le partite di pallone”, sale a bordo della prima delle sue ‘navi bianche’, le navi passeggeri con destinazione oceanica. E si trova catapultato nel cosiddetto ‘ufficio grassi’: cioè, in qualità di piccolo di cucina, l’equivalente del mozzo, a lavare i piatti (e quasi tutto il resto) dalle 6 di mattina e a ritmi insostenibili, tenendo conto che la cucina era aperta 24 ore su 24!
GLI ANNI D’ORO DEL ‘CAPOCOGO’ – Il racconto di quei primi viaggi, delle scoperte gastronomiche e ‘umane’, è uno spaccato di vita “che coinvolge il lettore donando l’opportunità di immergersi in una realtà oggi incredibile – spiega nella prefazione Alfredo Marzi, master chef Princess Cruises – Chi ha ha avuto la fortuna di navigare negli anni d’oro delle lussuose navi di linea, rivive i rumori, i colori, i profumi e le sensazioni di allora. Gli usi e costumi di un mondo unico, con le sue regole, gerarchie, solidarietà e le sue sottili cattiverie, oggi nemmeno lontanamente pensabili”. Dopo oltre 52 anni di professione, Pontoni non dimentica quel mondo e la vita vissuta: i momenti tristi e quelli a contatto con la gente la più diversa, poveri affamati o personaggi importanti. Momenti che hanno segnato un’esperienza di grandi onori e sacrifici a bordo per tutti: dal mozzo al Capocogo, non ancora ‘chef’, figuriamoci master chef…