In occasione della Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, il Comune di Monfalcone, raccogliendo l’invito dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani e dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, ha aderito alle celebrazioni esponendo lo striscione “Stop alle bombe sui civili” sulla facciata del Municipio e organizzando una cerimonia, che si è svolta questa mattina al Monumento ai Caduti di via Fratelli Rosselli.
La Giornata è un’occasione per ricordare le esperienze vissute dalla popolazione civile nel corso delle guerre e per riflettere sull’impatto dei conflitti sui civili di tutto il mondo. Nel suo discorso, il sindaco Anna Maria Cisint, ha ricordato le 7 mila vittime – soprattutto donne e bambini – e le 11.500 persone ferite nel conflitto in Ucraina, nel cuore dell’Europa; i 488 manifestanti morti in Iran, tra cui ben 68 bambini, e le 18mila persone arrestate, di cui 625 studenti; i 46mila civili che hanno perso la vita in Afganistan.
“Oggi celebriamo la giornata di ricordo e di omaggio per le vittime civili dei conflitti – ha proseguito Cisint – ed è doveroso richiamare questa triste contabilità per rimarcare come i drammi che le popolazioni del nostro territorio hanno vissuto nel Novecento, rimangono vivi in tante parti del mondo perché ovunque, dove prevalgono le armi, la popolazione civile è parte anch’essa delle conseguenze più cruente e disastrose. Giornate come questa servono a onorare i nostri caduti, ma anche a evitare di abituarci all’indifferenza verso i racconti che provengono dalle cronache quotidiane del presente, così come a non disperdere i dolori e i sacrifici subiti dalle nostre genti, che sono le radici della nostra storia; una storia che ha consentito alla nostra città di appartenere alla Patria italiana”.
Il ricordo di Cisint si è poi rivolto a Monfalcone e alle sue vittime civili e militari dei due conflitti mondiali, alle bombe su case, edifici pubblici e Cantiere, che hanno ferito profondamente la città. “Ecco perché questa giornata di ricordo e omaggio per le vittime dei conflitti assume per Monfalcone un significato speciale e possiamo sentirci maggiormente vicini a coloro che ne subiscono ancora oggi le conseguenze. Molti connazionali sono presenti nei luoghi ancor oggi travagliati da guerre e conflitti. Molti nostri giovani mettono a repentaglio la loro vita nelle missioni di pace del nostro esercito, ma anche tanti professionisti lavorano con le nostre imprese che operano in tutto il mondo, anche nei paesi più a rischio. A loro va la nostra vicinanza. Per questo, il Comune condivide l’impegno dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, per sensibilizzare le nazioni e gli organismi internazionali al fine di ridurre in modo significativo le sofferenze prodotte dai bombardamenti sui centri abitati e per proibire l’uso delle armi esplosive nelle aree densamente popolate”.
“Il raggiungimento della pace, tuttavia, deve essere l’obiettivo principale di ogni nostro impegno. È questo il significato che voglio dare alla cerimonia di quest’anno”, ha concluso Cisint, esprimendo altresì rammarico per l’assenza degli studenti degli istituti scolastici cittadini, invitati dall’Amministrazione a presenziare alla cerimonia.
Alla commemorazione hanno partecipato il Prefetto Raffaele Ricciardi, l’Assessore regionale Sebastiano Callari, il presidente provinciale dell’Anvcg Luciano Negri, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle associazioni d’Arma e della società civile e l’Università della Terza Età, il cui coro ha intonato i brani in accompagnamento alla cerimonia.
“Possiamo creare una società più libera, più giusta, più democratica e impegnata a perseguire la pace solo tenendo ben presente il ricordo degli eventi bellici e del 1943 in particolare, anno orribile in cui le bombe causarono la stragrande parte dei morti della Seconda guerra mondiale tra la popolazione civile”, ha detto Callari, che ha condiviso il rammarico sull’assenza dalla cerimonia degli studenti delle scuole espresso dal sindaco perché, ha rilevato l’assessore, “queste sono occasioni in cui promuoviamo la cultura della pace e il dettato della Costituzione”.
La riflessione di Callari si è rivolta quindi agli 8 milioni di morti russi, vittime civili del Secondo conflitto mondiale. “Fu un prezzo altissimo pagato da quel popolo per la guerra voluta da un altro – ha rilevato l’assessore -, ma ora la guerra l’hanno voluta loro. L’appello è perciò: basta, fermatevi, ricordatevi dei vostri morti, perché avanti di questo passo il numero delle vittime aumenterà e alla fine nessuno avrà vinto, quando dovremo contare le vite perdute di bambini, donne e di tutti gli uomini investiti da questa spaventosa catastrofe umanitaria”.
Anche secondo il prefetto di Gorizia Ricciardi se ci immedesimiamo in una famiglia colpita da un lutto capiamo quali sono i segni indelebili lasciati dalla guerra.
Negri ha ricordato, tra le attività del sodalizio, l’informazione nelle scuole per far riconoscere ai ragazzi i pericolosi residuati bellici che ancora si trovano sul Carso.