“La soglia del 25% da destinare ad agricoltura biologica potrebbe danneggiare l’agricoltura di montagna, in quanto il sostegno allo sviluppo delle coltivazioni biologiche dovrebbe essere in linea con l’andamento del mercato e con la concreta possibilità per gli agricoltori di vendere i propri prodotti e, inoltre, non dovrebbe essere imposta, ma una libera scelta”.
Lo ha affermato l’europarlamentare della Lega, Elena Lizzi, membro della Commissione agricoltura in PE, nel suo intervento al forum sull’agricoltura, “La nuova PAC e la relazione con le politiche europee per la Biodiversità e il Green Deal”, organizzato dall’Ente Fiera di Longarone, ricordando “l’importanza delle aree montane dell’Unione Europea che occupano il 18,5% della superficie e contano quasi 2 milioni e mezzo di aziende agrarie, pari al 17,8% sul totale delle aziende europee”.
“L’agricoltura biologica rappresenta anche per la montagna una delle diverse pratiche agricole sostenibili. Altre forme sono: l’agricoltura di precisione, l’agricoltura rigenerativa, agricoltura con tecniche innovative. Inoltre –ricorda l’europarlamentare della Lega- il calo di produzione indotto dalla strategia potrebbe non garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare attesa dalla Commissione europea, senza raggiungere così la sovranità alimentare europea”.
“Anche in montagna gli obiettivi legati all’agricoltura biologica devono essere conciliati con quelli della sicurezza degli approvvigionamenti (food security) e della politica agricola europea e –conclude Lizzi- la reciprocità dei controlli nei confronti delle importazioni proveniente da Paesi terzi deve essere garantita”.