“Sul tema del Recovery Fund al momento c’è grande aleatorietà e incertezza. Se da un lato questa opportunità può proiettarci verso il futuro, dall’altro, però, il Governo non ha ancora definito quali siano alcuni degli aspetti in base ai quali poter operare delle scelte anche a livello locale e soprattutto capire quale sia il ruolo che si vuole attribuire alle Regioni in questa partita strategica”.
Lo ha detto l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli illustrando in I commissione lo stato dell’arte sul percorso avviato a livello nazionale per poter accedere alle risorse che l’Europa ha messo a disposizione degli Stati membri con l’obiettivo di arginare l’impatto devastante del Coronavirus.
“In questo momento – ha detto l’esponente dell’esecutivo – non sappiamo ancora se gli ambiti di competenza dei progetti che verranno presi in considerazione saranno di carattere nazionale o anche territoriale, quale sia il ruolo che potranno giocare le Regioni in questa partita strategica e l’eventuale perimetro finanziario che sarà a loro riservato. Senza definire questi aspetti procedurali, tutto risulta essere estremamente etereo, con l’aggravante legata al fatto che esistono scadenze molto strette entro le quali presentare i progetti”.
“Al momento i sei cluster entro i quali dovranno ruotare le proposte – ha spiegato Zilli – riguardano digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, la rivoluzione verde e transizione e tecnologica, le infrastrutture per la mobilità, istruzione, formazione, ricerca e cultura, il tema dell’equità sociale di genere e territoriale ed infine la salute. Le linee guida nazionali tengono conto delle indicazioni fornite dalla Consiglio europeo e prevede che il 37 per cento delle risorse vengano dedicate alla transizione verde mentre il 20 per cento a quella digitale”.
Per l’esponente dell’esecutivo Fedriga manca però chiarezza sull’ambito in cui le Regioni si possano muovere. Per questo motivo, attraverso la Conferenza delle Regioni, è stato avviato un percorso per cercare di declinare a livello territoriale gli ambiti di manovra, individuando una cornice di priorità da porre all’attenzione del Governo. “La nostra Amministrazione – ha aggiunto Zilli – si è già mossa tempestivamente; a settembre è stato dato mandato alle Direzioni centrali di raccordarsi con il territorio per individuare i progetti di investimento di ampia portata, che presentino le caratteristiche di adeguata maturità e avanzato livello di progettazione, garantendo così le tempistiche poste dalla Commissione europea che prevedrebbero impegni entro il 2023 e la spesa entro il 2026”.
“Tuttavia, in questo clima di incertezza – ha aggiunto Zilli – il rischio è che le Regioni possano diventare solo soggetti attuatori di Piani nazionali gestiti a livello ministeriale. Riteniamo invece che il ruolo delle autonomie locali sia estremamente importante per garantire la crescita del territorio.
Se è vero che il Recovery Fund rappresenta un’occasione storica, la sua applicazione si deve però basare sul paradigma secondo cui decisioni condivise comportano assunzioni di responsabilità diffuse con conseguente efficacia dell’azione amministrativa.
Pertanto è necessario premere il piede sull’acceleratore con il Governo perché condivida questa posizione, coinvolgendo le Regioni sia nella stesura delle linee guida ma soprattutto nelle scelte degli interventi da compiere. Ciò sarà una garanzia con la quale ottenere quel risultato che tutti noi auspichiamo”.
“Un’opportunità strategica per l’intero Friuli Venezia Giulia. Il problema legato alla terza ripartenza della nostra regione, questa volta dopo la pandemia, deve essere sempre ben evidenziato sull’agenda del Consiglio regionale e di tutte le forze politiche. Proprio in tal senso, inoltre, il Recovery Fund costituisce un prezioso, ma non certo unico, strumento del quale dobbiamo approfittare”.
Lo ha sottolineato oggi il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, intervenendo durante i lavori della I Commissione consiliare, presieduta da Alessandro Basso (FdI) e riunita in modalità telematica.
“Come Paese – ha ricordato Zanin – siamo straordinari quando dobbiamo rispondere a un’emergenza. Tuttavia, risultiamo spesso meno operativi e performanti quando dobbiamo programmare e, spesso, finiamo per arrivare all’ultimo minuto. Ecco perché dobbiamo immaginare un progetto generale e una visione complessiva per comprendere cosa potrà rivelarsi realmente efficace, approfittando anche delle risorse messe a disposizione dal Recovery Fund”.
Inoltre, secondo il presidente del Cr, è di fondamentale importanza che “questo Consiglio regionale sappia concretizzare una procedura valida per determinare in maniera trasversale la visione relativa ai prossimi 20 o 30 anni in Friuli Venezia Giulia. Giusto scendere sul versante dei progetti concreti, ma essi devono essere sempre inseriti tutti nell’ambito di una visione più complessiva. Altrimenti, ci ritroveremmo a fare i conti con autentiche cattedrali nel deserto”.
“La sfida attuale – ha concluso Zanin – riguarda tutti, Maggioranza e Minoranza, perché la crisi ha cambiato tutto e il nostro Consiglio regionale può diventare davvero centrale in questo senso. A partire dalla discussione già prevista in Aula per la prossima settimana che potrà rivelarsi utile per definire un percorso ambizioso e aggressivo, dimostrando il coraggio nell’affrontare una terza ripartenza per il Fvg dopo quelle precedenti legate a guerra e terremoto”.
Nel corso del dibattito, caratterizzato da richieste di dettaglio e di approfondimento, sono intervenuti i consiglieri Diego Moretti, Enzo Marsilio e Sergio Bolzonello (Pd), Cristian Sergo (M5S), Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia), Antonio Lippolis (Lega), Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) e Tiziano Centis (Cittadini).
Tutti i consiglieri hanno manifestato l’esigenza di curare in maniera particolare il coordinamento e la condivisione attraverso un costante e approfondito dibattito, manifestando tuttavia una certa perplessità per le tempistiche particolarmente strette nell’ottica della predisposizione di programmi organici ed efficaci. Nello specifico, all’ottimismo operativo di Honsell ha fatto eco lo scetticismo del leghista Lippolis. Centis, dal canto suo, ha auspicato che venga evitato “un assalto alla diligenza, caratterizzato da un eccesso di istanze che, invece, devono essere controllate con attenzione”.
Il pentastellato Sergo, auspicando “progetti concreti e non libri dei sogni”, ha invece chiesto di poter “esaminare i risultati della prima ricognizione effettuata dagli uffici”, chiedendo anche lumi in merito “alla ripartizione degli 80 miliardi di euro che, secondo i miei calcoli, potrebbero portare in Fvg un miliardo e 600 milioni”. Il consigliere Moretuzzo, parlando di “partita della vita”, ha sottolineato che “la nostra forza potrà arrivare solo dalla possibilità di elaborare una strategia chiara e ben definita, indipendentemente dal rapporto con lo Stato”.
Il rappresentante dem, Bolzonello, ha infine ricordato che “inizialmente avevo attribuito meno di un’ora da parte dell’Aula da dedicare alla nostra mozione sul Recovery Fund. Un contatto con il presidente Zanin, invece, mi ha confermato il valore di questa tematica decisiva per il futuro della comunità e mi adeguo con piacere a qualcosa di molto più esauriente. Tuttavia, vorrei capire – ha concluso – se la Giunta regionale ritenga che questo ambito sia di pertinenza esclusivamente sua oppure pensi di estenderlo anche al Consiglio”.
“Noi ci siamo mossi subito – ha sottolineato Zilli in sede di replica finale – e, considerando il tetto massimo di risorse complessive da 80 miliardi, tutti dovranno rivedere le proprie esigenze. Attualmente, non siamo in grado fare una cernita delle progettualità, perché non conosciamo le risorse. Quindi, la preoccupazione sull’effettiva attuazione di questo importante veicolo ci impedisce di incidere sulle progettualità per la ripresa”.
“Siamo ingabbiati da tempistiche stringenti, ma – ha aggiunto – non conosciamo ancora perimetro finanziario, contenuti e ruolo che potremo rivestire. Non abbiamo linee guide alle quale attenerci. Personalmente, rinnovo l’impegno con il Cr e invito tutti i consiglieri a prendere contatti con i rispettivi rappresentanti a Roma”.
“La fase è ancora embrionale ma, nonostante tutto, non siamo rimasti fermi: la raccolta è stata fatta con numeri e valore potenziale delle proposte. Serve comunque – ha concluso Zilli – un quadro generale più chiaro per confrontarci e poter infine selezionare. Questo è l’impegno che mi prendo e auspico un dibattito approfondito la prossima settimana in Aula”.