Sul tema anziani, ecco la ricetta stilata dalla coalizione di centronistra che sostiene Daniela Giust a Pordenone. “Recentemente sono stati resi noti i dati forniti dall’INPS sulle pensioni degli italiani: i due terzi sono inferiori a 750 euro al mese e le previsioni sono che per il futuro il numero di anziani con una pensione bassa aumenterà. Fino ad ora questa forma di nuova povertà degli anziani non è stato un grave problema in città: hanno tutti lavorato a lungo ed i tanti che sono stati dipendenti di aziende private, soprattutto industriali, hanno buone pensioni.Ma ora arrivano ad avere più di sessant’anni i molti che hanno avuto, dagli anni ’80 in poi, lavori precari, non regolari, instabili, a termine. Che vita potranno permettersi?”.
“Molti vivono dentro ai condomini e alle case che li hanno accolti giovani, nei quali hanno trascorso anni lontani e felici, ma che oggi sono sempre meno efficienti ed abitati. Sono case e condomini sempre più vuoti, senza più voci, senza segni di vita, con la prospettiva di sentirsi isolati e di chiedersi a chi eventualmente chiedere aiuto. Soprattutto se avanzano malattie legate alla depressione e patologie degenerative importanti”.
ALLORA, CHE COSA FARE?
“Non possiamo promettere che l’amministrazione pubblica darà più servizi: le risorse non abbondano. Non possiamo dire che il volontariato sarà la risposta: abbiamo sempre meno volontari e la domanda di aiuto è sempre più alta. Cominciamo allora a dire alcune cose, che saranno magari poche, ma vere: Creiamo un progetto di cohousing per aiutare gli anziani ad andare a vivere in un ambiente popolato, con altre famiglie vicine, non solo di anziani. Cercheremo cioè, su base volontaria e con qualche agevolazione, di spostare gli anziani che ora vivono isolati in appartamenti dentro condomini abitati, dove sia possibile mettere in comune alcuni servizi (lavanderia, stireria, cucina …) e collaborare, magari anche con giovani coppie. E magari anche con un pur piccolo scambio di reddito degli anziani verso chi presta loro aiuto.
Cominciamo a valutare quanto peserà l’integrazione delle rette nelle case di riposo per le persone che dovranno essere ricoverate, perché il calo progressivo delle pensioni si aggiunge all’aumento dei costi delle Case. Mettiamo da parte risorse per quanti non avranno possibilità economiche ma necessità di andare in Casa di Riposo.
Promuoviamo l’invecchiamento attivo, cioè una qualità dell’invecchiare che passi attraverso la vita attiva anche dopo la pensione. Creeremo le condizioni per una vita sociale piena anche per gli over 65 in modo che la città riscopra il potenziale incredibile di una fetta di popolazione che, anche se in pensione, ha ancora energie vitali da spendere nella comunità di riferimento. L’inclusione e la prevenzione diventeranno il modo migliore per affrontare il problema di pensioni non proprio adeguate, la solitudine, il rischio di malattie.