“In Europa i lavoratori impiegati nel settore automobilistico sono circa 3,4 milioni e rappresentano l’11,3% di tutti gli addetti nel settore industriale e, se si considera anche l’indotto, il numero sale a 13,3 milioni pari al 6,1% di tutte le persone occupate”, così l’europarlamentare della Lega Elena Lizzi, firmataria dell’interrogazione alla Commissione europea Mobilità elettrica e possibili riflessi in termini di livelli occupazionali.
“Numerosi studi provano che la produzione di auto elettriche influirà notevolmente sui livelli occupazionali all’interno dell’Unione Europea provocando ingenti perdite di posti di lavoro nell’industria automotive. Il calo è quantificato tra il 35 ed il 62 per cento entro il 2030. L’allarmante notizia di ipotesi di taglio di 30 mila dipendenti da parte della Volkswagen dovuto all’accelerazione del processo di elettrificazione e alla concorrenza in casa di Tesla, conferma l’urgenza di intervenire. In Italia il 5% dei posti di lavoro è collegato direttamente o indirettamente al comparto automobilistico, inoltre, l’indotto e le aziende che producono componentistica, settore strategico per il mercato italiano e anche del Friuli Venezia Giulia, potrebbero subire nella fase di transizione le difficoltà maggiori, perché le auto elettriche necessitano di meno componenti. Ho presentato un’interrogazione alla Commissione europea per sapere come intenda contenere le perdite di forza lavoro previste dalla transizione ecologica, quali politiche di conversione delle professionalità voglia attuare affinché non vengano escluse dal mercato del lavoro e quali garanzie intenda applicare per tutelare il settore della componentistica”, conclude Lizzi.