Mettere in sicurezza il lago di Barcis in tre mosse. Tante sono le azioni previste dal gruppo di lavoro costituito dalla Regione a fine 2018 per risolvere i problemi dello specchio d’acqua. Se nel 1954, quando fu realizzata, la diga poteva contenere 25 milioni di metri cubi d’acqua, oggi la capacità si è ridotta del 40%, arrivando ad appena 14 milioni. Colpa del materiale trasportato a valle nel corso degli anni. Senza contare che i 200mila metri cubi che arrivano ogni anno hanno innalzato il piano delle ghiaie nel tratto del torrente a monte dell’invaso.
Nei giorni scorsi, il gruppo di lavoro ha licenziato un documento, approvato dalla Giunta regionale, nel quale si propongono tre azioni. Il primo passo, a breve periodo, dovrebbe essere compiuto entro 24 mesi dalla costituzione del gruppo di lavoro, vale a dire entro ottobre, e prevede il ripristino dell’erosione a monte e a valle del ponte in corrispondenza del bivio verso Claut e Cimolais con materiale proveniente dal lago (10 mesi di lavori, consegnati a settembre 2019), il ripristino dell’erosione sulla sponda sinistra del Cellina ad Arcola (8-12 mesi di lavori, consegnati a settembre 2019) e uno sghiaiamento urgente di 160mila metri cubi (10 mesi di lavori, per 1,1 milioni di euro, consegnati in autunno).
Nei prossimi due anni partendo da ottobre 2020, secondo passo, ci sarà poi la necessità di effettuare il ripristino del tratto del torrente Cimoliana tra il ponte in corrispondenza di Cimolais e la confluenza con il Cellina. Per questa operazione, è stato commissionato un progetto preliminare che prevede la necessità di acquisire materiale dallo sghiaiamento del Cellina (450-500mila metri cubi) per riempire le aree erose, livellare i piani golenali e rinforzare gli argini. L’appalto dovrebbe essere assegnato entro l’anno. Nei prossimi mesi si prevede di far partire i lavori per completare l’adeguamento della viabilità in destra lago e realizzare il nuovo attraversamento a Ponte Antoi, necessari a Cellina Energy per realizzare il nuovo scarico di fondo.
Veniamo, infine, al terzo passo, ovvero al lungo periodo. Per i prossimi 10-15 anni, si dovranno definire le modalità di sghiaiamento a regime di circa 200mila metri cubi all’anno di ghiaia in testa al lago e un programma di dragaggio e asporto di 11 milioni di metri cubi accumulatisi nel lago. Il problema maggiore riguarda il trasporto del materiale, nonostante la nuova viabilità destra lago e l’attraversamento a Ponte Antoi.
Quattro le ipotesi in campo per lo sghiaiamento sistematico del serbatoio di Barcis alla confluenza con il torrente Pentina, tutte molto costose (una o più decine di milioni di euro): primo, trasportare il materiale su gomma accedendo al Cellina su viabilità ordinaria o dedicata; secondo, trasportare la ghiaia con una condotta per gravità e stazioni di rilancio passando a lato della viabilità ordinaria fino a Ravedis e usando poi la galleria di derivazione della centrale di Malnisio, raggiungendo la stazione ferroviaria di Montereale e la viabilità ordinaria: terzo, trasportare il materiale su gomma fino a Ravedis anche su nuova viabilità, per poi mandarla a valle su nastro o teleferica; quarto, portare la ghiaia alla stazione ferroviaria di Montereale Valcellina attraverso una nuova galleria dotata di nastri trasportatori o con una teleferica. Per individuare la soluzione, il Consorzio di Bonifica Cellina e Meduna, ha affidato con fondi regionali uno studio sulla reale fattibilità delle proposte.
Il trasporto del materiale, spiega il gruppo di lavoro, è già un problema oggi per il passaggio dei camion non solo a Barcis, ma anche a Monterale Valcellina (via Verdi) a causa delle strade strette. Per questo non bastati la realizzazione del nuovo ponte sul Varma (la ghiaia ha già coperto quello vecchio) e la costruzione, già partita, del ponte sulla destra del lago di Barcis. Per risolvere il problema a Montereale Valcellina, si pensa di utilizzare il ponte di Ravedis (Fvg Strade ha chiesto una verifica sul manufatto risalente a un secolo fa) per poi lambire il territorio di Maniago e raggingere la viabilità ordinaria.
Barcis, tre mosse per salvare il lago
Un gruppo di lavoro della Regione ha elaborato un documento che spiega come si deve agire sul breve, medio e lungo periodo per svuotare dalla ghiaia lo specchio d’acqua
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