Dopo la seconda Pasqua ‘blindata’ e in attesa del prossimo report per capire se il Fvg potrà uscire dalla zona rossa prima del 20 aprile, il Presidente Massimiliano Fedriga torna a chiedere una svolta nella politica Covid del Governo. Per lanciare il suo messaggio all’Esecutivo Draghi, Fedriga ha scelto due quotidiani nazionali, ovvero Corriere della Sera e Libero.
“Le decisioni vanno prese ‘insieme’ ai cittadini, non ‘sopra’. Perché la differenza tra oggi e un anno fa, dobbiamo dircelo, è che tutte le misure funzionano molto meno”, dichiara al quotidiano di via Solferino il Presidente del Friuli Venezia Giulia, che ribadisce anche la sua richiesta di rivedere l’algoritmo che porta alle restrizioni perché “dopo oltre un anno di stress, difficoltà e sacrifici, la gente più che a proteggersi pensa a eludere le norme. Da tempo chiediamo una revisione di alcuni parametri. L’indice Rt è molto preciso, ma molto tardivo. E sui 250 positivi ogni centomila abitanti, il problema è evidente: punisce chi fa più tamponi”.
Concetti ribaditi anche nell’intervista rilasciata alla testata diretta da Vittorio Feltri: “La gente non ne può più, elude i divieti. E le regole che nessuno rispetta sono inutili sotto l’aspetto sanitario e dannose sotto quello economico-lavorativo. E’ necessario cambiare prospettiva. Le zone rosse, oggi non sono efficaci”.
“Nel rapporto con le case farmaceutiche il cambio di passo del Governo Draghi è netto, ma serve un salto di qualità nella logica con cui si affronta la pandemia”, si legge ancora nell’intervista, nella quale Fedriga ribadisce la necessità di ricevere un supporto da Roma anche in termini di personale sanitario per le vaccinazioni.
“Ho segnalazioni quotidiane di parrucchiere che lavorano a domicilio, senza controlli. Non sarebbe più saggio consentire di tenere i saloni aperti, rispettando le regole? Ho chiesto più volte al Ministro Speranza i dati sulle singole attività: qual è il rischio sanitario legato alla riapertura dei bar o delle palestre? Ma non abbiamo ricevuto alcun dato…”.
Spazio, poi, al tema dell’immigrazione e alla sentenza che ha dichiarato illegali le riammissioni immediate in Slovenia. Fedriga parla anche dei limiti di un approccio troppo assistenzialistico: “La pandemia rischia di desertificare il tessuto produttivo, specie quello delle Pmi e dell’artigianato. E’ anche un discorso di tenuta delle casse pubbliche: se non investiamo oggi per garantire la riapertura delle saracinesche, nei prossimi anni non ci saranno imprese che pagheranno le tasse necessarie a consentire allo Stato di fornire servizi ai cittadini…”.