“Da sindaco nel 2012 ho gestito per il Comune 40 gare d’appalto per opere pubbliche: nel 2013 è stato possibile farne solo una. Questa è la fotografia dello stato delle amministrazioni pubbliche sotto il regime del patto di stabilità. E’ ovvio che non si può continuare così. Una situazione di questo genere lascia di fatto commissariati gli enti locali e svuota di contenuto la loro azione”. Non usa mezzi termini Furio Honsell, sindaco di Udine, per descrivere la situazione attuale dello Stato italiano, quando gli si chiede la su opinione sul governo delle larghe intese.
Par di capire che non le piaccia molto questo esperimento …
“Sono disposto a farmi piacere qualsiasi governo sia in grado di affrontare questo tema, rilanciando gli investimenti dei Comuni e rimettendo in circolo la liquidità necessaria per riavviare l’economia. Ma noto che in questi mesi le risposte non arrivano. E questo mentre altri Paesi stanno riagganciando il vagone della ripresa”.
Si parla di uno sblocco di 100 miliardi.
“Sarebbe già qualcosa, ma se quantifichiamo l’investimento per abitante a Udine toccherebbe un milione e 600mila euro: sono briciole. In compenso, questo governo continua il gioco delle gabelle. C’era l’Ici, poi l’Imu, ora togliamo anche quella e la situazione si complica ulteriormente. Prima sapevamo quanto ogni cittadino doveva pagare, e quanto i Comuni dovevano incassare. Ora non si sa neppure chi deve pagare, quanto gettito ci spetta e ciò crea problemi infiniti di organizzazione”.
E malumori nei cittadini …
“Aristotele diceva che le leggi devono essere giuste, ma anche stabili per esser rispettate dalla generalità dei cittadini. Il giochetto del cambiar nome alle tasse usando altri livelli di governo come gabellieri mostra limiti evidenti. Ma la più pesante conseguenza è la sfiducia generale nelle istituzioni che tocca pure noi che non c’entriamo niente e ci diamo da fare per fare le nozze coi fichi secchi”.
Un governo inutile, dunque?
“Non arrivo a dire questo: in un momento difficile come questo, gravi conflittualità non giovano a nessuno e una grande coalizione in linea di principio è giusta. Ma non per stare nella palude. Noi non siamo in crisi, siamo alla paralisi. Le larghe intese devono servire a dar più forza a un governo, non ai reciproci veti. Finora non hanno smosso le acque, né sembrano in grado di farlo”.
Allora meglio andare alle elezioni? I due poli si siano preparando. Torna Forza Italia e il Pd a congresso pare nicchiare tra la fedeltà a Letta e l’opzione voto …
“Non amo i tatticismi e credo che la politica vera non abbia bisogno, specie in momenti come questi, di essere schiava di schemi antichi come i minuetti di chi dice una cosa mentre ne vuol fare un’altra. Dico per primo al centrosinistra: basta coi tatticismi, il Paese deve ripartire. E se il voto anticipato può servire, dopo la condanna di Berlusconi ci vorrebbe maggiore coraggio. Non troverei scandaloso tornare a votare”.
Chi voterà al congresso Pd?
“Non sono iscritto e quindi non faccio parte di alcuna ‘corrente’. Tuttavia se il Pd ha fatto la scelta di far eleggere il segretario a tutta la platea degli elettori del centrosinistra credo che coglierò senz’altro quest’opportunità. Devo dire che noto molta meno polarizzazione stavolta rispetto a 11 mesi fa quando si scontrarono Bersani e Renzi. Non ho ancora approfondito i documenti dei candidati (anche se ha partecipato alla presentazione di Gianni Cuperlo in Sala Ajace, ndr) e devo dire che il dibattito per ora non mi appassiona”.
E il governo Serracchiani la soddisfa?
“Con la coperta corta non si possono fare miracoli, ma gli spiragli di dialogo che si sono aperti con la nuova giunta fanno sì che abbiamo interlocutori consapevoli di tutte le nostre problematiche. E il fatto che siano stati reperiti spazi finanziari per gli enti locali per 80 milioni di euro per onorare gli impegni già assunti, vuol dire che la presidente si dà molto da fare”.
E le questioni aperte su Udine saranno sbloccate?
“Macello, hospice, frigo, caserme: abbiamo molta carne al fuoco, ma sarà ben difficile che la spending review regionale prevista nella prossima finanziaria renda disponibili i finanziamenti per queste opere. La Regione ha le mani legate, i vincoli sono tanti”.
Che quinquennio vi aspetta allora?
“Abbiamo avuto la capacità di mettere in moto tante azioni nello scorso mandato che oggi vengono a compimento. Non solo lo stadio, ma penso alle azioni sulla sostenibilità e sulla salute e il benessere che ci vedono rappresentanti a livello europeo di Città Sane”.
Cosa farà da grande Furio Honsell? Come si vede tra 5 anni?
“Faccio politica, ma la ragione non mi ha ancora abbandonato. Faccio ricerca e divulgazione e ho un mestiere a cui posso ritornare perché ho ancora una reputazione scientifica consolidata e non ho ambizioni né bisogni ulteriori. Ho cercato in questi anni di agire in modo scientifico sui problemi e di sviluppare azioni sempre cariche di valori morali importanti”.
Si candiderebbe ad altro?
“La rappresentanza politica ad altri livelli, dalla Regione al Parlamento, mi sembra adeguata”.
Basta tatticismi, torniamo al voto
Furio Honsell boccia i risultati delle larghe intese e sprona il centrosinistra ad avere più coraggio, ripartendo dalle urne
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