Benzinai della fascia confinaria del Friuli Venezia Giulia sempre più penalizzati, non solo dalla concorrenza degli operatori sloveni e austriaci che possono proporre prezzi più bassi per la diversa imposizione fiscale praticata nei loro Paesi rispetto all’Italia, ma anche dal mancato rinnovo dei contratti con le compagnie petrolifere, questione che interessa l’intera categoria e alla base delle giornate di sciopero di inizio novembre.
Una situazione di forte crisi che la Regione deve affrontare con gli strumenti che ha a disposizione. E’ quanto sostenuto dal consigliere regionale, Giuseppe Sibau (Progetto Fvg per una Regione Speciale/Ar) che nei giorni scorsi assieme ai colleghi del gruppo Mauro Di Bert, Edy Morandini ed Emanuele Zanon, ha depositato una mozione per impegnare la Giunta regionale intanto a promuovere con il Governo nazionale e a livello comunitario una sensibilizzazione sul tema e poi pensando a un’operazione che possa rendere omogenea la situazione tra i Paesi confinanti, introducendo un’apposita agevolazione, senza aggiunta di ulteriori fondi, atta a tutelare i benzinai che hanno la propria attività in un raggio di 15 chilometri dal confine.
C’è poi un chiaro problema legato ai costi dell’approvvigionamento – evidenzia la mozione del gruppo di Progetto Fvg per una Regione Speciale/Ar – verso il quale la Regione per quanto di sua competenza dovrebbe sollecitare l’utilizzo di strumenti di tracciabilità del prodotto, tali da consentire alle forze dell’ordine di capire da dove esso provenga. Stando infatti ad alcune stime di Figisc (Federazione Italiana Gestori Impianti di Carburanti) Confcommercio Fvg, ogni anno vengono introdotti in Italia, soprattutto attraverso il confine sloveno, prodotto illegale che proviene da zone di guerra e, passando per Malta, diventa comunitario il cui valore è stimato in circa 4/5 miliardi di euro.
“L’obiettivo finale di queste azioni è chiaramente quello di garantire la sopravvivenza agli operatori, evitando che con la chiusura anche dei distributori di carburante, il territorio di confine subisca un ulteriore impoverimento – spiega Sibau – purtroppo il momento economico delicato nel quale si trovano molte famiglia incentiva ancora l’esodo transfrontaliero legato al pieno di carburante; una situazione che rappresenta a tutti gli effetti, un danno anche per la Regione, che vede ridursi gli introiti del suo bilancio per il calo di entrate da accise, che per i nove decimi restano in Regione”.