Le associazioni udinesi dicono la loro su Biciplan e chiedono che “una rappresentanza delle organizzazioni firmatarie sia ricevuta in audizione dalla Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Comunale di Udine per poter rappresentare le esigenze di ciclisti, pedoni e di tutti i cittadini, a nostro avviso sottovalutate dal documento in questione”.
Associazione Allergie e Pneumopatie Infantili – ALPI, Circolo “Laura Conti” – Legambiente, Circolo di Udine – Legambiente, FIAB Udine Abicitudine, Italia Nostra sezione di Udine e Spazio Udine in una nota spiegano di aver “già fatto avere all’amministrazione comunale di Udine, nei tempi e con le modalità da questa definite, diverse osservazioni puntuali sugli aspetti più tecnici del piano della mobilità ciclistica”.
“Desideriamo esprimere la nostra soddisfazione all’amministrazione comunale, per aver preso l’iniziativa di commissionare uno studio complessivo e di ampio respiro della ciclabilità della nostra città, che da tempo necessita di un deciso cambio di passo nell’organizzazione e nella gestione della mobilità urbana” affermano, tuttavia, le stesse associazioni vogliono “portare all’attenzione della Giunta comunale, del progettista e della cittadinanza una serie di brevi osservazioni di carattere più generale. Riteniamo che le criticità del Biciplan da noi esaminato siano numerose e rilevanti”.
“Un’impresa di tale ampiezza e di tale importanza per il futuro della città avrebbe necessitato ben altro coinvolgimento della cittadinanza e del tessuto associativo che da anni si confronta con queste tematiche – spiegano nella nota -. C’era bisogno di un approccio realmente partecipativo in tutte le fasi dell’elaborazione, come peraltro raccomandato dalle stesse Linee guida per la redazione e l’attuazione del Biciplan”.
“Dobbiamo anche rilevare l’esiguità della base conoscitiva (100 questionari) su cui si basa il Biciplan stesso e la fotografia che fa delle esigenze dei cittadini per avere un quadro di riferimento di partenza – sottolineano le associazioni -. A nostro avviso, sarebbe necessario prevedere un monitoraggio sistematico dell’utilizzo della bicicletta, proprio per avere sempre il polso della situazione e poter intervenire in maniera puntuale e tempestiva laddove se ne ravvisi la necessità. Per quanto riguarda l’approccio partecipativo nella fase di attuazione del Biciplan, si prende atto della previsione, da parte della Relazione generale, di una consulta comunale della bicicletta, ma riteniamo che questa debba ricomprendere necessariamente le associazioni più rappresentative del territorio, ed essere estesa a rappresentanze dei comuni limitrofi, per valutare i fondamentali collegamenti con questi ultimi”.
Le associazioni contestano anche “la mancanza di indicazioni di priorità per la realizzazione delle opere (ad esempio su base triennale), come pure indicazioni in merito ai costi e ai finanziamenti, elementi che appaiono essenziali”.
“Riteniamo che l’approvazione del Biciplan possa essere occasione per un rilancio della mobilità ciclistica nella città ancora alle prese con infrastrutture senza continuità né visibilità che vede il ciclista costretto a scendere di continuo per mancanza di attraversamenti ciclopedonali e perché nei punti di passaggio (rotonde, incroci od altro) è di fatto obbligato ad immettersi sulla strada senza alcuna precauzione. A livello più generale, vorremmo anche richiamare l’attenzione sul forte aumento della mobilità ciclistica dall’inizio della pandemia, con proiezioni che prevedono un altro raddoppio entro il 2030. Per tale motivo in tutta Europa si stanno prendendo misure per favorire la mobilità ciclabile, comprese metropoli come Berlino e Parigi che nel 2030 saranno completamente ciclabili e il cui centro sarà completamente libero dalle auto – insistono le associazioni -”.
Infine, nella nota si denuncia “l’alta percentuale di percorsi promiscui ciclopedonali (42%) nella rete ciclabile cittadina rappresenta un elemento di forte criticità di tutto il sistema, a cui il Biciplan purtroppo non offre risposte convincenti. A nostro avviso, sarebbe stato necessario progettare una vera e propria redistribuzione dello spazio urbano fra pedonalità, mobilità dolce, trasporto pubblico e mobilità motorizzata privata, per immaginare e disegnare una città meno sbilanciata su quest’ultima, con evidente vantaggio della collettività intesa nel suo insieme e della spendibilità dell’ambiente urbano anche rispetto ad una sua promozione turistica; riteniamo infatti che in un mondo alle prese con inquinamento dell’aria, crisi climatica causata dalle emissioni di CO2 e problemi di dipendenza energetica dall’estero la mobilità ciclistica possa essere, nel suo piccolo, una risposta valida e praticabile, e contribuire a rendere Udine più europea e capace di rispondere alle sfide per un futuro sostenibile”.
Biciplan Udine, criticità e punti deboli
Le associazioni udinesi fanno il punto e chiedono di essere ricevute in audizione dalla Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio comunale
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