“E’ una soddisfazione e un grande passo avanti riscontrare tanta responsabilità contro il virus, tanta comprensione per le restrizioni da parte di eccellenti rappresentanti di categoria. Quegli stessi che la moviola aveva però ritratto qualche mese fa sui giornali o nelle piazze a inveire con i megafoni, non contro il virus ma contro quelle che oggi vengono considerate doverose restrizioni”. Lo dichiara il responsabile Economia del Pd Fvg Renzo Liva a seguito delle prese di posizione sostanzialmente positive di esponenti di categorie regionali all’annuncio delle restrizioni anti-Covid in attivazione da parte della Giunta regionale Fvg.
“Detto con metafora calcistica – spiega Liva – non c’è nulla di male ad essere ‘tifosi’, ad avere la squadra o il Presidente del cuore, purché si metta la maglietta giusta e non si pretenda di fare il quarto uomo o l’addetto al Var. Perché oggi è sorprendente leggere che se si chiudono le scuole (e i ‘tifosi’ su questo stranamente non hanno dubbi), bisogna chiudere anche i bar, i ristoranti, aggredire il virus oggi per poter riaprire domani: quando lo diceva la squadra avversa erano fischi, rampogne, indignazione”.
“D’altra parte i sussidi del Governo erano ‘elemosine’ – puntualizza Liva – mentre quelli, molto più limitati, del Presidente del cuore sono robusti e concreti ricostituenti. Le chiusure nazionali sono ‘dittatura sanitaria’ mentre quelle locali ragionevoli e condivisibili misure di contenimento. Però va bene così. Noi che siamo ‘tifosi’, uomini dichiaratamente di parte, mettiamo la maglietta per farci riconoscere ma – aggiunge l’esponente dem – quando c’è da giocare con la nazionale contro un avversario comune, stiamo dalla parte di chi aiuta a vincerlo. E basta”.