Le scuole rimangono al centro dell’attenzione politica. Dopo i casi di Monfalcone e Trieste, questa volta i riflettori si sono accesi sull’asilo nido di Codroipo. Nell’ultimo consiglio comunale, infatti, all’ordine del giorno c’era una modifica al regolamento della struttura comunale. Dal testo, per volontà della maggioranza, è stata eliminata la parte che faceva riferimento a ‘materiali ludico-didattici espressione delle diverse culture’. Un modo per favorire la libera espressione dei bambini, compresi quelli di origine non friulana.
Una mossa che ha fatto insorgere l’opposizione. Dal centrosinistra più di qualcuno ha gridato alla censura sottolineando come, di fatto, la Giunta abbia voluto far sparire dalle aule i bambolotti dalla pelle scura. La notizia ha fatto il giro del Paese. Il deputato Ettore Rosato commenta sul suo profilo Facebook: “E’ finita la pacchia anche per i pupazzi? Il senso del ridicolo sta trascinando le amministrazioni appiattite sul governo. A Codroipo, il Comune cancella ogni riferimento alle diverse culture di provenienza dei bambini dell’asilo nido.
No anche a giochi di colore nero”.
E anche l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, è scesa in campo con un post sui social: “Vietati i bambolotti con la pelle scura e i giocattoli di culture diverse: siamo oltre il ridicolo. Risparmiate ai bambini i vostri deliri nazionalisti!”.
“La modifica al regolamento approvata dal centrodestra codroipese”, spiega in un post il consigliere comunale Dem, Gabriele Giavedoni, “non vieta, bandisce o elimina bambole di pelle scura. Resta comunque molto grave che tutti i consiglieri di centrodestra abbiano deciso di eliminare i riferimenti alle ‘culture di provenienza’, sia nei materiali ludico-didattici, sia nei progetti educativi del Nido. Aver timore delle parole ‘cultura di provenienza’ è il metro con cui si misura la grettezza e la ristrettezza di vedute dei nostri amministratori. Dobbiamo agire perché questo non sia solo il primo passo verso una degenerazione verso la barbarie a Codroipo”.
Ma il sindaco Fabio Marchetti passa al contrattacco: “Si è trattato di una strumentalizzazione politica, oltre che di una grande bufala. In molti hanno preso fischi per fiaschi, senza andarsi a leggere il regolamento, approvato a maggioranza dal Consiglio comunale, e che introduce elementi di novità. C’era un concetto, in particolare, che volevamo modificare, ovvero la tutela degli aspetti socio-culturali. A nostro avviso – continua Marchetti – si tratta di un termine restrittivo. Noi abbiamo voluto distinguere tra i due, prevendendo quindi un’applicazione più ampia. Crediamo che le differenze culturali siano una ricchezza. Infine, sui bambolotti di colore e non solo nero, mi permetto di dire, perché ci sono anche molte altre etnie, presenti non solo qui a Codroipo, e penso che siano un valore aggiunto per tutti: guai a strumentalizzare, sopratutto in questo periodo di incomprensioni e di velocità delle notizie, nel quale si fa fatica ad approfondire, argomenti delicati come quello della diversità culturale”.