“L’aggiornamento della legge sul commercio chiude la stagione degli aggravi inutili e si riaprono le saracinesche. Attraverso questa norma, che pone le basi per la prossima riforma del settore, semplifichiamo la vita di quasi 45mila imprese del Friuli Venezia Giulia che possono dedicarsi maggiormente alla propria crescita e meno alle lungaggini burocratiche”. E’ questo il pensiero espresso dall’assessore regionale alle Attività produttive e turismo Sergio Emidio Bini dopo l’approvazione a larga maggioranza da parte del Consiglio regionale della legge 181 ‘Modifiche alla legge regionale 29 del 5 dicembre 2005’.
Ringraziando gli uffici regionali per il lavoro svolto l’assessore ha voluto rimarcare che “la definizione di questo provvedimento ha preso il via da un attento e approfondito lavoro di concertazione con gli enti locali, le associazioni di categoria e l’Anci e si è arricchito di importanti contributi grazie all’operato delle Commissioni consiliari. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di come in Friuli Venezia Giulia l’attenzione alle esigenze dalle nostre comunità e ai benefici per la collettività sia prevalente rispetto alle posizioni puramente ideologiche”.
“Con l’entrata in vigore di questa legge assicuriamo alle imprese un’effettiva riduzione dei tempi e dei denari necessari per poter lavorare – ha confermato Bini -. Un’azione di sburocratizzazione che si traduce immediatamente in uno sgravio di circa 10mila atti ormai obsoleti per gli Sportelli unici per le attività produttive riguardanti, dato che la norma non necessita di regolamenti attuativi per essere applicata”.
La norma semplifica le procedure a carico delle imprese per l’inizio, il subentro e la cessazione dell’attività, inoltre definisce nuove modalità di vendita e somministrazione, come l’home food e l’home restaurant e supera definitivamente l’obbligo per le aziende di comunicare l’avvio dell’attività di commercio elettronico. Aprire un sito di e-commerce è quindi divenuto più semplice e sono state snellite le procedure burocratiche legate alle vendite promozionali e di liquidazione, senza toccare le vendite di fine stagione. La norma interviene anche in merito al commercio su aree pubbliche, fornendo alle amministrazioni comunali dei criteri di riferimento senza intaccare la loro autonomia.
Bini ha sottolineato che “si tratta di interventi importanti, soprattutto considerando i ‘numeri’ del terziario in Friuli Venezia Giulia: 44.547 imprese, ovvero il 66 percento di quelle extra agricole, che danno lavoro a 193mila persone, generando 17 miliardi di euro di valore aggiunto. Un sistema, quello del Friuli Venezia Giulia, ha dimostrato una maggiore capacità di resilienza e di resistenza rispetto al resto del Paese di fronte alle crisi internazionali, testimoniate anche dalla buona propensione ad investire delle nostre imprese”.
“Questo intervento manutentivo diventa testimonianza della mancata stesura di una legge organica del settore, più volte annunciata durante questa legislatura dall’attuale Amministrazione regionale e mai portata a termine. Una riforma necessaria e urgente viene così delegata al prossimo quinquennio, perdendo tempo e radicalizzando le attuali criticità”. Lo ha detto all’Aula il primo relatore per la Minoranza a prendere la parola in merito al disegno di legge 181 “Modifiche alla legge regionale 29/2005 (Normativa organica in materia di attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande. Modifica alla legge regionale 2/2002, ‘Disciplina organica del turismo’)”, il dem Sergio Bolzonello, aggiungendo che “si tratta di un provvedimento normativo, pur condivisibile in molte sue parti, per rendere la norma in grado di raccogliere parte delle odierne esigenze del comparto e degli Enti locali, riordinando alcuni articoli diventati di difficile applicazione e dando continuità all’introduzione dei distretti del commercio”.
“Non entra, però, nel merito di una vera e propria riforma e si sviluppa in tre direzioni – ha aggiunto l’esponente del Partito democratico – senza innovare alcunché: la semplificazione e l’ammodernamento, l’abrogazione di una serie di disposizioni in contrasto con le attuali norme comunitarie e statali, nonché il commercio sulle aree pubbliche”.
“Merita un approfondimento il tema del commercio su aree pubbliche, mentre abbiamo suggerito – ha concluso Bolzonello – la tutela degli imprenditori attraverso l’anzianità di banco, evidenziando la delicatezza dell’inserimento delle definizioni di home food, l’home restaurant, catering e banqueting che possono portare a conflitti con il quadro normativo attuale”.
“L’assessore ha definito questo intervento come un restyling della legge di settore – ha quindi sottolineato il pentastellato Cristian Sergo – in attesa della nuova norma completa sul commercio che potrà vedere la luce solo nella prossima legislatura. Sicuramente costituisce una buona base di partenza. Tuttavia, emergono non pochi dubbi e perplessità, anche per evitare che la spinta della semplificazione non significhi un via libera a qualsiasi tipo di attività o, peggio, un danno ai consumatori”.
“Attenzione va rivolta all’abrogazione, per le vendite promozionali e di liquidazione, della possibilità ai consumatori di conoscere il prezzo ordinariamente praticato, la scontistica e il ribasso. A nostro avviso – ha spiegato il rappresentante del M5S -andrebbe ripristinata. Inoltre, alcune norme riprendono ancora pedissequamente normative nazionali e, recepirle, sminuisce il valore della competenza regionale. Riteniamo anche che vi siano disparità per situazioni omogenee che andrebbero sanate, come la possibilità concessa ai Comuni di poter disporre, per motivi imperativi di interesse generale, la chiusura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, mentre tale possibilità non è data per le attività in sede fissa”.
“Nel settore del commercio su aree pubbliche – ha rimarcato Sergo – questa Amministrazione ha deciso di intervenire in maniera tardiva e ancora non sono chiare le possibili conseguenze. Si deve mettere mano per evitare che il testo dalla semplificazione porti alla liberalizzazione del settore, permettendo a chiunque di intraprendere attività che, fino a oggi, necessitavano di autorizzazioni. Ci sono anche alcune previsioni che porterebbero alla nascita di nuove strutture commerciali medio-grandi, mentre riteniamo importante che questa limitazione continui a sussistere”.
“Su molti articoli non c’è molto da discutere, essendo quasi esclusivamente amministrativo-gestionali, nonché di impatto e contenuto politico piuttosto ridotto. Ma anche il non toccare alcuni aspetti di un tema – ha esordito Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) – è comunque una presa di posizione politica e questa norma manifesta, infatti, un vuoto politico cospicuo per la sua assenza, che richiede di essere colmato. Un passaggio legislativo non può ridursi a un mero adempimento, ancorché ben strutturato”.
“Il nostro voto di astensione in Commissione – ha proseguito – deriva proprio dal fatto che non sono state sufficientemente riprese le sollecitazioni proposte, che andavano in tre direzioni: la tutela dei lavoratori del commercio, dei consumatori e dell’ambiente. La mancanza dell’enunciazione di principi manifesta l’assenza di consapevolezza di certe problematiche e una notevole fragilità strategica. Quindi, in termini legislativi, è un’occasione persa”.
“Nel corso di questi ultimi decenni – ha evidenziato Honsell – abbiamo visto una degenerazione progressiva degli stili di vita e alimentari della popolazione. La prevenzione primaria passa, dunque, anche attraverso la loro regolamentazione. Le norme sul commercio devono quindi essere guidate dal place-making, ma questa norma non introduce con chiarezza meccanismi premiali verso tali fini, né affronta il tema delle giornate di apertura dei grandi complessi commerciali”.
Ecco le principali novità apportate dai 49 articoli del ddl.
ORARI LIBERI. I commercianti potranno modificare liberamente gli orari di apertura e chiusura, con il solo obbligo di renderli visibili ai fruitori delle loro attività. Sulla base della liberalizzazione introdotta nella disciplina statale, le attività potrebbero restare aperte anche 7 giorni su 7 e per tutte le 24 ore, se lo ritenessero conveniente.
NUOVI TIPI DI IMPRESA. Il ddl definisce nuove fattispecie di attività quali la cucina domestica (home food e home restaurant), la fornitura di alimenti e bevande durante eventi e incontri di rappresentanza (catering e banqueting), l’acquisto e vendita di prodotti attraverso internet.
COMMERCIO ELETTRONICO. L’operatore non avrà più l’obbligo di comunicazione allo Sportello unico attività produttive (Suap) del singolo Comune.
INIZIO, SUBENTRO, CESSAZIONE. Non sarà più necessaria una doppia comunicazione – da inviare a Camera di Commercio e Comune – per inizio, subentro e cessazione di attività. D’ora in poi basterà inoltrare la comunicazione alla Camera di Commercio.
AMPLIAMENTI. Apertura e trasferimento degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande sono soggetti ad autorizzazione del Comune, mentre l’ampliamento è soggetto semplice comunicazione al Comune. Un emendamento ha disposto che, sulla falsariga della normativa Covid, non costituisca ampliamento della superficie l’utilizzo di aree private all’aperto attrezzate, attigue all’esercizio: non c’è dunque necessità di ulteriore Scia.
SOSPENSIONI. Novità anche nelle procedure di sospensione delle attività: la durata massima viene fissata in 4 anni, in modo da evitare richieste di proroga a tempo indeterminato.
TITOLI ABILITATIVI. In caso di apertura di nuove attività, non si dovranno più allegare titoli abilitativi edilizi, cartografie e planimetrie, in quanto si tratta di documenti già a disposizione dei Comuni.
COMMERCIO IN AREE PUBBLICHE. Il ddl dispone alcune linee guida, inserendo criteri come l’anzianità dell’impresa, l’esperienza degli operatori, la commercializzazione di prodotti tipici locali, il rispetto dei luoghi e del contesto architettonico.
VENDITE ACCESSORIE. Vengono in alcuni casi eliminate e in altre semplificate le comunicazioni che riguardano le vendite accessorie rispetto alla tipologia principale di somministrazione.
VENDITE DI LIQUIDAZIONE. Eliminati alcuni passaggi burocratici, con l’equiparazione rispetto alle vendite di fine stagione e promozionali.
AUTORIZZAZIONE FIERE. La semplificazione prevede che spetti al Comune interessato definire il limite temporale di sosta e la distanza minima di spostamento dell’impresa commerciale.
SANZIONI. Disposta l’equiparazione delle sanzioni tra commercio in sede fissa e su area pubblica.
LOCALI STORICI. Ampliata la gamma dei locali meritevoli di riconoscimento, tra i quali rientreranno lavorazioni artistiche tradizionali e abbigliamento su misura.