“Approfittare della presidenza italiana per riposizionare il problema delle minoranze linguistiche nel contesto dei principi stabiliti dal Consiglio d’Europa, in particolare dalla Convenzione quadro per la tutela delle minoranze nazionali e della Carta Europea per le lingue regionali e minoritarie e reinserirlo negli aspetti generali di valorizzazione delle diversità linguistiche e culturali, principio di base del Consiglio d’Europa”. E’ l’auspicio espresso dalla senatrice Tatjana Rojc (Pd), intervenuta oggi alla tavola rotonda “Nuovi strumenti per la tutela dei diritti umani. Il ruolo del Consiglio d’Europa”, tenutasi a Roma presso la sede nazionale del Partito democratico con la partecipazione dei componenti PD della delegazione italiana alla presenza del Presidente del gruppo dei Socialisti Democratici e Verdi Frank Schwabe e dell’on. Piero Fassino, membro del Bureau del gruppo socialista al Consiglio d’Europa.
Ribadendo che “si tratta di chiudere il capitolo orbaniano della presidenza del Consiglio d’Europa, basato su rivendicazioni e situazioni conflittuali, e tornare al principio del riconoscimento dei diritti delle minoranze come parte integrante dei principi democratici”, Rojc ha chiesto di adoperarsi “affinché il Parlamento italiano approvi, nel periodo di presidenza, la legge di ratifica della Carta Europea delle lingue regionali e minoritarie, firmata già 20 anni orsono. Attualmente la discussione è iniziata in commissione al Senato ma – ha aggiunto – procede con estrema lentezza e sarebbe opportuna la presentazione di un disegno di legge del Governo che ne accelerari l’iter”.