Continua il lavoro della rete Cumò – Carnici Uniti per la Montagna, che unisce i giovani amministratori intenzionati a dare ‘nuova vita’ all’area montana.
“Abbiamo definito “Concretezza” l’area che contiene i temi relativi alle attività produttive, al turismo, alla connettività, all’agricoltura e all’artigianato, alla forestazione e alla viabilità. Il concetto di concretezza sta proprio nella praticità che questi settori portano in sé, come lo sono ad esempio l’occupazione e le infrastrutture”, si legge nella nota.
“Tenendo come assunto di base l’equilibrio territoriale, crediamo che sia indispensabile mantenere efficienti e redditizie le piccole realtà rimaste in montagna, programmando nel medio termine un recupero di quelle attività che hanno chiuso negli ultimi anni e di quegli spazi produttivi che si sono svuotati attraverso una serie di sgravi o di incentivi puntuali, non con fini assistenzialistici ma con l’obiettivo di creare nuova occupazione proprio dove il mercato penalizza maggiormente l’impresa. Tutto questo, lo abbiamo già detto, non può prescindere da un investimento sulla connettività, sul quale, siamo consapevoli, gli interventi locali possono essere molto limitati: connettività non è solo favorire la permanenza o l’insediamento di imprese ma anche sviluppo sociale e culturale: per questo una delle parole chiave del testo è proprio connessione sociale”.
“Tra i settori da rilanciare sono compresi sicuramente l’agricoltura e l’artigianato, anche per le filiere che coinvolgono diversi settori: certamente, principalmente è fondamentale puntare sul prodotto in primis per il consumo locale, rafforzando le potenzialità di una filiera corta. Ma agricoltura significa anche valorizzazione e conservazione paesaggistica-ambientale, diversificazione del prodotto turistico e possibilità di sviluppo di progetti sociali e didattici. Assieme all’agricoltura, l’artigianato locale può essere un potente mezzo per la promozione del territorio, caratterizzando la Carnia per una propria produzione anche rispetto al mercato turistico. Considerata la funzione dell’agricoltura in Carnia, che per quanto detto prima può avere, di fatto, carattere di interesse pubblico, e la presenza di molte micro aziende agricole, un obiettivo è la creazione di laboratori pubblici di vallata per la trasformazione dei prodotti primari, usufruibili dalle piccole aziende che non hanno la capacità di affrontare importanti investimenti e che operano anche nel campo sociale e didattico. Importante, poi, è la creazione di un “marchio Carnia”, che permetta la chiara identificazione dei prodotti provenienti dalla Carnia nel marcato dei prodotti di nicchia”.
“Al contempo, proprio per il ruolo politico che la Comunità di montagna deve recuperare nel contesto delle politiche di sviluppo della montagna, crediamo che un tema centrale debba essere quello legato alla forestazione: utilizzazione boschiva e sostegno alla filiera completa significano maggiore valore aggiunto per la materia prima locale e nuova occupazione. Questo non può prescindere da uno sviluppo dell’infrastrutturazione mirata all’utilizzo del legname di pregio e al contempo da una nuova centralità del tema del riordino fondiario che, come vale per i fondi agricoli, vale anche per le proprietà private forestali, troppo frazionate perché il proprietario privato possa avere un reale interesse all’utilizzo produttivo dei propri beni”.
“Non può mancare, in queste pagine, il tema del turismo sul quale una volta per tutte va compiuta una scelta: le azioni devono andare nella direzione di un turismo caratterizzato da eco-sostenibilità e naturalità, che esalti borghi, montagne, fiumi, permettendo al turista un’esperienza di montagna autentica; lento, anche nei modi, promuovendo la mobilità slow come quella pedonale e ciclistica, e puntando fortemente sul rafforzamento delle attività outdoor, anche sportive, così come di una migliore fruibilità della rete sentieristica. È fondamentale la messa in rete dell’esistente, con la creazione di un prodotto che esca dai confini comunali e con l’istituzione di servizi turistici che guardino a tutto il territorio, attraverso percorsi ed esperienze tematiche di area vasta. Non è possibile che, nell’era del digitale, non esista un’app che metta assieme l’offerta del territorio e un sistema di agevolazione, tipo “card”, per la fruizione di ogni possibilità che ogni comune offre (musei, mostre, attività, servizi). Inoltre, è chiaro a tutti come, dove sono nati, gli alberghi diffusi abbiano portato indiscutibili benefici: la Comunità di montagna dovrà battersi affinché questa esperienza non si chiuda ma, al contrario, venga nuovamente sostenuta”, si legge ancora nella nota.
“Infine è per noi centrale il tema della viabilità. Sulle grandi opere la Comunità dovrà avere una voce politica, che riesca ad andare oltre ai singoli interessi locali in virtù di un punto di vista più alto. Ci sono altre situazioni, però, dove è necessario intervenire, come ad esempio sulla risoluzione dei disagi legati al trasporto pubblico, con una profonda revisione dello stesso in funzione di nuove esigenze legate alladiminuzione e all’invecchiamento della popolazione, modificando e sperimentando nuove forme di TPL che possano rispondere maggiormente alle esigenze, come ad esempio la razionalizzazione di corse poco fruite e l’attivazione di servizi a chiamata. Inoltre riteniamo fondamentale l’attivazione di un trasporto turistico, soprattutto nei periodi invernali che vedono la viabilità locale spesso sovracaricata, in particolare nelle giornate festive”.