‘Chiarezza sulla gestione Covid’. Questo il titolo della conferenza stampa indetta da tutti i gruppi di minoranza in Consiglio regionale che chiedono, uniti, di poter discutere dell’emergenza e di poter interloquire direttamente con chi la sta combattendo in prima linea. La sede per questo confronto? E’ la III Commissione consiliare, che va convocata con urgenza e con cadenza stabile.
“Siamo preoccupati dai numeri”, ha esordito Massimo Moretuzzo del Patto per l’Autonomia. “Con la richiesta di convocare la III commissione diciamo che vogliamo fare la nostra parte, collaborando con la maggioranza e con la Giunta. Non ci sottraiamo dalle nostre responsabilità, come quando siamo stati chiamati a votare in Aula. Ci ha fatto specie che questa mattina il governatore abbia parlato di irresponsabilità delle opposizioni. In otto mesi di emergenza noi come gruppo non abbiamo fatto neanche un’interrogazione o una polemica e credo di poter dire che anche gli altri hanno fatto osservazioni nel merito. La III commissione fin qui si è riunita raramente e spesso non abbiamo potuto neanche audire tutti i protagonisti. Noi vogliamo provare a dare delle risposte ai cittadini, facendo il nostro lavoro. E la sede naturale è la commissione, quindi chiediamo anche al presidente Zanin di renderla davvero attiva e partecipe”.
“Benissimo i tamponi, ma dobbiamo puntare sul tracciamento, in collaborazione con i medici e i pediatri”, ha poi sottolineato Mariagrazia Santoro (Pd). “I focolai nelle case di riposo e il trattamento delle patologie non-Covid ci preoccupano. Non siamo qui per sollevare problemi o per fare polemica, ma per provare a trovare soluzioni. Anche sui test rapidi servono chiarimenti e per questo la III Commissione è la sede più adatta. Noi siamo sempre orgogliosi dell’esperienza del terremoto: ecco, usando proprio il 1976 come metafora diciamo che la prima ondata è il nostro 6 maggio, mentre ora stiamo vivendo il 15 settembre. Come allora, servono decisioni coraggiose per fronteggiare questa terribile pandemia”.
Respinge al mittente qualsiasi vis polemica anche la consigliera del M5S Ilaria Dal Zovo. “Anche nella prima fase avevamo chiesto di poterci confrontare. E la creazione di una commissione d’inchiesta, che avevamo auspicato in primavera, non voleva essere un modo per fare polemica, ma per scindere i lavori e occuparci nello specifico della materia Covid”.
“I cittadini ci chiedono di lavorare insieme”, ha poi detto Simona Liguori (Cittadini). “Siamo consapevoli che stiamo vivendo un momento difficile per chi deve prendere decisioni. Quindi abbiamo massimo rispetto per chi ha questa responsabilità. Ma noi vogliamo lavorare uniti, ascoltando la voce degli operatori per trovare soluzioni. In questo momento dobbiamo stare assieme e cercare unità d’intenti”.
Sul momento difficile concorda anche Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), “ma è proprio in queste fasi che bisogna parlare e non soffocare preoccupazioni e spunti anche critici. Vogliamo poter audire tutti i portatori d’interesse per capire dalla loro prospettiva le difficoltò, dal tracciamento alla sanità territoriale. Noi abbiamo le nostre proposte, ma sopratutto abbiamo bisogno del punto di vista di tutti”.
In merito alla gestione da parte della Giunta del momento, “è innegabile che nelle ultime settimane ci siano stati diversi cambi di orientamento”, commenta Moretuzzo. “I cittadini fanno fatica a seguire una linea. Serve chiarezza nella direzione da prendere”.
“Parlare di screening di massa è un po’ di verso da coinvolgere sei Comuni con poche centinaia di abitanti ciascuno”, sono le parole di Santoro. “L’azione ci sembra ondivaga, ma evidentemente ci sono dei dati tecnici a supporto che noi non abbiamo. Siamo in una situazione di grande difficoltà, quindi non è il momento di negare i problemi”.
“Nessuno di noi è sceso in piazza contro qualcuno, siamo sempre stati rigorosi e responsabili. In un momento così difficile non ci sono gli strumenti per poter affrontare la situazione con la doverosa ampiezza di vedute”, fa eco Honsell.
Liguori ricorda poi la necessità di “stabilire un protocollo per i pazienti covid a domicilio. Sono gestiti dalle Usca o dal medico di base? Serve un confronto urgente, perchè se le persone non vengono prese in carico possono precipitare o sentirsi abbandonate”.
“Questa non è una guerra tra forze politiche, ma al virus”, chiosa Dal Zovo. “E di sicuro non è stato bello vedere i rappresentati delle istituzioni in piazza. In questo momento, noi ci sentiamo impotenti perchè non troviamo un luogo adatto, dove poter essere utili per i cittadini e dare il nostro contributo propositivo”.