E’ iniziato poco dopo le 15, come da programma, il lungo e intenso discorso del premier Giuseppe Conte in Senato. Nella sua ricostruzione della crisi di Governo, il Presidente del consiglio ha accusato direttamente e in più occasioni Matteo Salvini, colpevole di aver dato vita alla rottura, ma dopo aver premuto sull’acceleratore, di non essersi dimesso assieme agli esponenti della Lega inseriti nella squadra di Governo. Diverse le stoccate rivolte al Ministro dell’Interno, accusato anche di una condotta poco istituzionale. Dopo quasi un’ora di discorso, Conte ha poi ascoltato l’acceso dibattito, che si è protratto per tutti il pomeriggio, e poi in serata, dopo una breve replica in Aula, è salito al Colle per rassegnare le proprie dimissioni al Capo dello Stato.
Mercoledì pomeriggio inizieranno le consultazioni al Quirinale che, nelle intenzioni del Presidente Sergio Mattarella, dovranno essere rapide.
I primi commenti dei parlamentari friulani arrivano dal capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, Luca Ciriani. “Quello del premier Conte è stato un discorso durissimo contro Salvini”, ha detto Ciriani. “Il clima è da ribaltone annunciato e si sono sentiti molti passaggi contro il ministro dell’Interno, che avrebbe potuto fare un esponente del Pd”, ha concluso Ciriani.
“Discorso di Conte di bassissimo profilo”, scrive il governatore Massimiliano Fedriga in un tweet. “Prima solo astio, risentimento e attacchi. Poi banalità da libro cuore. Ps: magnifico è stato il passaggio in cui si è preso il merito delle cose fatte dalla Lega, per le quali ha dovuto battagliare e non poco”.
Sempre tramite twitter, Fedriga commenta anche il discorso di Renzi: “Renzi detta già l’agenda ai 5 stelle. Togliere il decreto sicurezza… follia pro immigrazione”.
“Il Paese non ha bisogno di ‘no’ bensì di lavoro, investimenti e sviluppo: andare a votare subito significa dunque restituire la palla ai cittadini, unici titolari della sovranità, affinché siano loro a scegliere a quale maggioranza di governo affidare il raggiungimento di questi gravosi ma inderogabili obiettivi”, sottolinea poi il governatore del Fvg in una nota. “L’unica partita che siamo disposti a chiudere prima di tornare alle urne, coerentemente con quanto affermato già con le prime tre votazioni alla Camera e al Senato e successivamente rimarcato la settimana scorsa in aula, riguarda il taglio dei parlamentari. Una condizione – conclude Fedriga – che presuppone tuttavia l’assenza di accordi sottobanco tra Renzi e Grillo, volti a mantenere in vita un qualsiasi esecutivo privo di legittimazione popolare pur di non far votare gli italiani”.
Anche il senatore di Forza Italia, Franco Dal Mas, interviene dopo le parole di Giuseppe Conte in aula, sottolineandone il tono duro e puntale e approvandone l’addio. “Bene che si sia dimesso – dice Dal Mas – così si è posto fine al governo Lega-5 Stelle. Conte, poi, ha manifestato le giuste preoccupazioni per l’economia del nostro Paese e nel finale ha lasciato una porta aperta a un Conte bis o a un nuovo esecutivo guidato da altri”.
Il ruolo di Forza Italia ora? “Siamo disposti a prestare attenzione a un eventuale governo istituzionale – risponde il senatore pordenonese – purché coinvolga più forze politiche per affrontare i temi importanti del Paese. Altrimenti – conclude – ritrovarsi alla guida Cinque Stelle e Pd sarebbe come passare dalla padella alla brace”. Il clima dell’aula? “Tra fischi e applausi e simboli religiosi sembrava di essere in un luogo tutt’altro che istituzionale”.
Il senatore del Carroccio Mario Pittoni analizza in modo negativo l’intervento del premier Conte. “Poteva fare un discorso di maggior respiro politico, mentre si è concentrato sull’attacco al Ministro dell’Interno”, commenta Pittoni. “Chi, invece, ha allargato lo sguardo fino al 2050 è stato proprio Matteo Salvini che, nel finale, ha nuovamente aperto al Movimento 5 Stelle. La situazione è molto fluida: non è facile costruire un Governo che vada dai grillini a Leu. Politicamente è pura fantascienza. L’unica soluzione reale è andare subito alle urne, anche perché l’Italia di oggi è completamente diversa rispetto a un anno fa ed è giusto che il Parlamento la rappresenti”.
“A staccare la spina al governo è stato Salvini”, questo il commento del capogruppo del M5S al Senato Stefano Patuanelli. “Subito dopo ha detto che avrebbe parlato con Berlusconi per un patto. E’ mancato rispetto e questo ha portato a una rottura definitiva”. Su un eventuale accordo con il Pd, Patuanelli aggiunge: “All’orizzonte c’è il rispetto della Costituzione. Noi non abbiamo paura di nessuno scenario, non temiamo le elezioni e non siamo attaccati alle poltrone”.
“Salvini ha gettato la maschera, usando simboli e citazioni religiose in maniera blafema, attaccando in campo aperto l’Europa, rivendicando un’azione di Governo personalistica e autoritaria. Troppe ombre su questo capo di partito che non ha mai sentito di essere servitore delle istituzioni. Conte ha svolto la sua arringa difensiva non senza abilità e intelligenza, appellandosi ai massimi principi e parlando di Salvini come fosse un corpo esterno al Governo da lui presieduto”. Lo ha affermato la senatrice Tatjana Rojc (Pd), commentando gli interventi al Senato del premier Giuseppe Conte e del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Per la senatrice dem “la buona notizia è che questo governo è finito e ora ci possiamo affidare alla guida sapiente del Capo dello Stato. Ma non ci sfuggono i pericoli ancora presenti e imminenti, da un compattamento delle destre più estreme al rischio di una crisi economica pesantissima”.
“Sentire dai banchi del M5S un richiamo netto alla Costituzione – ha aggiunto Rojc – e alle prerogative del Parlamento è confortante, ma non dimentichiamo che da quel partito si è parlato di superamento della democrazia rappresentativa”.
“La rottura che si è finalmente consumata tra la Lega e i 5Stelle era nella natura di un ‘contratto’ scritto per essere fatto a pezzi: non ci può essere maggioranza se non vi è condivisione almeno su alcuni punti di principio. L’idea di un programma di governo diviso un tanto per uno è il contrario della politica. Ora si tratta di ricostruire almeno i fondamentali del rispetto delle regole istituzionali per guidare il percorso di questa crisi, che lascia lesioni gravi sul tessuto della nostra Repubblica”. Lo afferma Debora Serracchiani, vicepresidente dell’Assemblea nazionale del Pd, commentando la caduta del governo Conte.
“Ora si apre una fase che richiede grande prudenza – aggiunge Serracchiani – perché bisogna contemperare la praticabilità politica di un dialogo tra le forze presenti in Parlamento con le esigenze pressanti e urgenti del nostro Paese. L’atteggiamento dimostrato sin qui da Salvini è stato attivamente distruttivo, inquietante e destabilizzante. Vedremo se sarà possibile rimediare, altrimenti – conclude – le elezioni saranno uno sbocco da valutare con molta serenità”.
“Da Conte un discorso forte, con attacchi durissimi alla Lega e richiami al senso delle Istituzioni e agli interessi del Paese, ma in larghi tratti non condivisibile nella difesa di questa esperienza di governo. L’intervento di Salvini, da piazza di basso livello anche per confusione e retorica, conferma soltanto la ricerca di un populismo bieco. Da qui, spero per il Paese che inizi qualcosa di diverso”. È il giudizio del segretario regionale del Pd Fvg Cristiano Shaurli sull’intervento al Senato del premier Giuseppe Conte.
“Conte ha pronunciato un discorso per gran parte non condivisibile – ha spiegato Shaurli – una narrazione di risultati fantasmagorici che non hanno riscontro nel Paese reale, nella vita di cittadini e imprese, con alcune forse volute e comode dimenticanze”.
Per il segretario dem “Conte ha difeso l’indifendibile sull’esperienza del governo gialloverde, ma almeno ha fatto finalmente chiarezza su alcune precondizioni politiche, non così chiare in questo veloce e terribile anno e mezzo: il rispetto delle istituzioni, la collocazione pienamente e convintamente europea ed atlantica, sono tutt’altro dall’uomo solo al comando o dai pieni poteri di Salvini”.