Pubblicò un post offensivo contro Debora Serracchiani: condannato per diffamazione. E’ costato caro al farmacista di Palmanova ed ex esponente della Lega Alberto Morandini un commento su Facebook pubblicato nell’ottobre 2019. Il professionista è stato riconosciuto colpevole con il rito abbreviato dal giudice Mauro Qualizza del Tribunale di Udine, che gli ha inflitto mille euro di multa.
Tutto è cominciato il 21 ottobre di due anni fa, quando infuriava la polemica sull’accoglienza dei migranti in città, in particolar modo dopo che una minore era stata molestata da uno straniero nel capoluogo friulano.
Il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, intervenne sul proprio profilo per contestare alcune dichiarazioni di Serracchiani sulla stampa locale. Allora, Morandini pubblicò un commento al post di Fontanini sotto pseudonimo, nel quale invitava rudemente l’ex governatrice a ‘intrattenere’ i migranti. Un commento non solo giudicato offensivo dall’esponente del Pd, ma che costò a Morandini anche l’espulsione dal Carroccio.
Oltre alla multa, il Tribunale ha condannato il professionista palmarino al risarcimento del danno, da quantificare in altra sede, e alla confisca del profilo Facebook.
Ancora un processo di diffamazione via Facebook, ma questa volta con l’esito favorevole per l’imputato. Un imprenditore è stato assolto perché dal giudice Paolo Lauteri del Tribunale di Udine dall’accusa di diffamazione nei confronti dell’ex sindaco di San Daniele Paolo Menis perché il fatto non costituisce reato.
L’imputato era stato querelato dall’ex primo cittadino per un post pubblicato sulla piattaforma social nel 2018, durante la campagna elettorale per le Comunali. Nel commento, l’imprenditore aveva attaccato Menis, utilizzando espressioni che ne mettevano in dubbio la correttezza morale e istituzionale, a pochi mesi da una lunga battaglia legale da lui vinta contro il Comune sul diritto di costruire nell’ex Palazzo Enel di San Daniele secondo determinate metrature. Durante il processo, il difensore, l’avvocato Denaura Bordandini, aveva invocato l’esimente del diritto di critica politica.