“Oggi nel corso della visita in Israele il sindaco di Modi’in-Maccabim-Re’ut e il rappresentante del ministero degli Esteri hanno sottolineato come in tutto il mondo vengano promosse iniziative per combattere l’antisemitismo e come sia necessario che alla base vi sia una battaglia culturale: la Regione Friuli Venezia Giulia si è messa a disposizione assieme al sistema delle autonomie locali affinché queste iniziative possano continuare a svolgersi con profitto e incontrare consenso”. Lo ha dichiarato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga nel corso della visita istituzionale in Israele, precisando anche che “occorre superare una certa ipocrisia occidentale per cui tutti a parole combattono l’antisemitismo, facendo poi dei distinguo su Israele”.
“Non può più esistere ‘Israele però…’ – ha sottolineato il governatore – se si vuole realmente contrastare l’antisemitismo. Inoltre è necessario che la battaglia sia portata avanti senza volerci mettere dentro altri obiettivi che nulla hanno a che fare con la lotta all’antisemitismo ma nascondono diversi fini politici che, in molte circostanze, vanno a braccetto proprio con quel distinguo ‘Israele però…’: se si combatte l’antisemitismo lo si fa con determinazione, senza condizioni e incertezze. Noi lavoreremo in questa direzione e speriamo che, assieme alle altre collaborazioni avviate con Israele anche su questi temi, ci siano ulteriori occasioni di incontro per portare cultura e formazione nei nostri rispettivi territori”.
Creare occasioni di confronto e di apprendimento attraverso azioni congiunte tra i soggetti firmatari; mettere in campo tutte le azioni necessarie al riconoscimento, da parte dell’Unesco, del titolo di Learning Region al Friuli Venezia Giulia e, al Comune di Trieste, di Learning City; presentare i risultati dei nove mesi di lavoro in un evento pubblico, in occasione di Esof 2020, per condividere l’esperienza maturata e creare ulteriori opportunità di dialogo con altre Learning Cities Unesco. Sono queste le finalità dell’Accordo di partenariato sull’educazione permanente, sottoscritto stamane dalla Regione – rappresentata dal governatore Massimiliano Fedriga e dall’assessore alla Formazione, Alessia Rosolen -, il Comune di Trieste, l’Università delle LiberEtà, il Comune di Modi’in- Maccabim-Re’ut, il Centro multidisciplinare per l’apprendimento di Modi’in, l’Unione delle municipalità israeliane e il Comune di Banja Luka.
Un legame, quello tra il Friuli Venezia Giulia e Israele, che si esprime attraverso uno scambio commerciale prossimo agli 80 milioni di euro, in larghissima parte costituito da esportazioni. “Il Mediterraneo – ha sottolineato Fedriga – è, assieme alla Mitteleuropa, lo sbocco naturale per il Friuli Venezia Giulia sotto il profilo sociale, culturale ed economico: investire sulle relazioni internazionali significa pertanto abbracciare nuove prospettive di sviluppo, facendo leva in particolare sulla condivisione degli obiettivi e sulla capacità di pianificare il futuro, traendo spunto dalle cosiddette ‘best pratices’ dei partner”.
Il governatore ha inoltre voluto porre l’accento sullo storico legame che unisce la comunità ebraica e il Friuli Venezia Giulia, “sede della sinagoga più grande d’Italia e patria di poeti e scrittori che, con i loro versi e la loro prosa, hanno lasciato un segno indelebile nel cuore degli italiani e del mondo”.
“L’apprendimento permanente e l’innovazione – ha poi spiegato l’assessore Rosolen – sono strumenti fondamentali per vincere la sfida dell’esclusione sociale: un aspetto sul quale specie il Friuli Venezia Giulia, realtà anagraficamente non giovane, deve tenere alta la guardia, e su cui la Regione interviene con lo stanziamento di oltre 50 milioni di euro”.
“Al di là della tappa di aprile, che vedrà la presentazione della candidatura all’Unesco – ha quindi concluso Rosolen -, è fondamentale che le amministrazioni, a ogni livello, lavorino su una programmazione che sappia immaginare la società di domani, costruendo percorsi coerenti e politiche all’altezza per rispondere alle sollecitazioni del mercato globale e di statistiche demografiche che, allo stato attuale, ci pongono innegabilmente in una posizione difficile”.