“Un episodio sconvolgente, agghiacciante che suscita dolore e rabbia, getta nello sconforto le famiglie, le rispettive comunità e sconvolge tutta la nostra società rivelando, purtroppo, quanto lunga sia ancora la strada da fare per contrastare il dramma della violenza sulle donne, dai soprusi, alle aggressioni fino all’atto più crudele: l’omicidio”. Così l’assessore alle pari opportunità della Provincia di Udine Elisa Asia Battaglia in relazione al nuovo, terribile caso di femminicidio in Friuli.
“Ancora una vita spezzata, quella di una giovane donna uccisa dal suo fidanzato. Un gesto estremo inconcepibile che lascia tutti sgomenti, alimenta interrogativi e preoccupazioni in tutti noi e ci chiama a un impegno ancora maggiore sul fronte educativo e culturale. Questa ennesima tragedia – continua Battaglia – segnala quanto sia indispensabile investire risorse per educare le future generazioni, fin dalle scuole materne ed elementari, al rispetto di se stessi e degli altri, e più in generale al rispetto della vita umana e alla non violenza. La sfida non è facile in una realtà in cui le violenze fisiche e verbali comprese quelle via social, sono purtroppo all’ordine del giorno. Una situazione che va prevenuta partendo proprio dall’infanzia, per educare gli adulti di domani alla parità di genere, alla cooperazione tra uomo e donna. Per favorire, cioè, quel cambiamento culturale che porti a considerare la donna non più come un oggetto, concezione alla base delle aggressioni, delle violenze e anche del femminicidio della ventunenne di Dignano”.
L’assessorato provinciale alle pari opportunità insieme alla Commissione continuerà a promuovere iniziative di sensibilizzazione ad hoc come una nuova edizione per le scuole della pubblicazione “Il Male che mi fai, le violenze sulle donne raccontate dai giornali” aggiornata con nuovi fatti di cronaca, “attività che, – conclude Battaglia nel sollecitare la convocazione da parte del Prefetto del tavolo provinciale sul femminicidio istituito nel settembre 2013 – suscitando emozioni forti, educhino i giovani al rispetto e favoriscano un cambio di mentalità”.