Dai minuti di viaggio che si potrebbero risparmiare sulla tratta Mestre-Trieste alla galleria della Ronchi-Aurisina che tanto fa discutere il territorio. Dallo sviluppo di Trieste Airport ai servizi da riattivare nella stazione ferroviaria di Pordenone. Dal raddoppio della Udine-Cervignano alle tempistiche di soppressione dei passaggi a livello. L’audizione dei vertici di Rete ferroviaria italiana (Rfi) in IV Commissione ha toccato in tre ore tutti i temi sul tappeto. Con una serie di risposte puntuali ma anche con la consapevolezza che alcune questioni dovranno essere ancora approfondite, alla presenza degli amministratori locali, in successivi tavoli territoriali a cui l’ente che si occupa di infrastrutture ferroviarie ha già dato la sua adesione.
La seduta – presieduta dalla forzista Mara Piccin, che per le risposte ha fatto riferimento agli ingegneri di Rfi, collegati in videoconferenza e coordinati dal responsabile della direzione commerciale per il Nordest, Carlo De Giuseppe – ha consentito comunque di dare alle sollecitazioni dei consiglieri molte risposte, che riassumiamo di seguito per punti.
NODO DI CARGNACCO-LUMIGNACCO. Il previsto allargamento dell’area ferroviaria comporterà la realizzazione di barriere anti-rumore che verrebbero collocate a breve distanza da tre edifici abitati. “Siamo disponibili a ridurre l’impatto dell’intervento”, ha assicurato Rfi. Ma questo non basta a Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto Fvg/Ar, che chiede di mettere “in assoluta salvaguardia” le tre famiglie interessate, anche ipotizzando l’acquisto degli immobili. Rfi ha però chiarito, anche su sollecitazione dell’assessore alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, che le leggi non consentono di espopriare l’intera area, case comprese.STA
ZIONE TRIESTE AIRPORT. Giuseppe Nicoli, capogruppo di Forza Italia, ha chiesto cosa si intenda fare per trasformare “quella che è attualmente una semplice fermata in una vera stazione intermodale”. Rfi ha promesso collegamenti pedonali e ciclopedonali, assicurando una migliore accessibilità e ipotizzando l’apertura del fronte stazione sul lato sud, senza soddisfare il consigliere: “Suona come una specie di ricatto – ha osservato Nicoli – legare il progetto di sviluppo alla realizzazione della galleria sulla variante Ronchi-Aurisina. Confermo la richiesta a Pizzimenti di istituire un tavolo permanente di confonto tra Comuni e Rfi”.
VARIANTE RONCHI-AURISINA. Rfi ha spiegato che è stato avviato un progetto di fattibilità tecnico-economica: “Non ci sono ipotesi alternative alla galleria sul Carso in quanto l’intervento ha lo scopo di ridurre i tempi di percorrenza in una tratta che oggi ha la velocità media più bassa di tutta la Mestre-Trieste”, hanno chiarito gli ingegneri. È comunque prevista per legge la fase del dibattito pubblico che consentirà di acquisire pareri sul progetto di fattibilità. La fase di progettazione in sostanza è appena partita.
RADDOPPIO UDINE-CERVIGNANO. Rfi ha chiarito che il progetto per il nodo di Cargnacco rappresenta il primo passo del raddoppio. Per la parte più a sud – è stato detto dai tecnici – esiste un progetto preliminare che costa 350 milioni, “un valore più alto del previsto in quanto in alcuni punti dovremmo interrare la ferrovia”. Ora si è in attesa di un finanziamento che consenta la progettazione definitiva.
LUNETTA RONCHI-MONFALCONE. Il consigliere Nicoli auspica “la soppressione del passaggio a livello che protegge la lunetta di collegamento e interseca la trafficata strada statale 305, creando problemi ai mezzi di emergenza”. Ma Rfi ha ribadito che “non è possibile chiudere quella lunetta, che è funzionale anche alla futura lunetta di Gorizia e sulla quale passa mediamente un numero modesto di convogli, 10-12 nell’arco delle 24 ore. Eravamo disponibili a fare un sottopasso, ma il nostro progetto è stato bocciato dal territorio”.
PASSAGGI A LIVELLO DI SACILE. Su richiesta della stessa presidente Piccin (FI), i tecnici hanno spiegato che è stato completato il progetto definitivo (del costo di 6 milioni) per l’eliminazione del passaggio a livello di via Lacchin. Quanto al passaggio a livello sulla statale 13, Rfi ha realizzato una valutazione preliminare economica per un sottopasso in asse alla viabilità, che costa circa 8 milioni e che non dispone ancora della copertura economica.
STAZIONE DI PORDENONE. Il tema era la riattivazione dei servizi, visto che oggi non ci sono attività commerciali aperte. Rfi ha spiegato che è in corso una valutazione di offerte per l’apertura di un bar, mentre il vecchio rapporto contrattuale con il titolare dell’edicola è stato chiuso per morosità: valuteremo – è stato detto – l’opportunità di mettere in gara pubblica il locale per una locazione, ma si rischiano tempi lunghi.
ALTA VELOCITÀ MESTRE-TRIESTE. Il dirigente di Rfi De Giuseppe ha risposto ai quesiti sulla velocizzazione che erano stati posti da Cristian Sergo, capogruppo del M5S, durante la precedente audizione di gennaio. “L’implementazione tecnologica ci consentirà di recuperare tra i 7 e gli 8 minuti. Le varianti oggi allo studio porterebbero altri 3 minuti, mentre la variante Ronchi airport- Aurisina farebbe guadagnare una decina di minuti, il risultato della media tra la stima minima (6′) e massima (15′). Quindi recupereremmo tra i 20 e i 22 minuti, se tutte le opere venissero realizzate”. Attualmente ogni Freccia impiega 1 ora e 45 minuti per coprire la tratta, ma questo dipende – ha spiegato ancora il dirigente di Rfi – dalle numerose fermate previste: “Una Freccia senza fermate intermedie, che collegasse semplicemente Trieste a Mestre, ci metterebbe solo 1 ora e 5 minuti. Ma naturalmente le fermate non le decidiamo noi, dipendono dalle scelte delle società commerciali”.
Sergo, che nel suo intervento ha chiesto approfondimenti anche sullo studio di trasporto sulla Venezia-Trieste, ha osservato che “la variante Ronchi-Aurisina nasce per ridurre i tempi di percorrenza e se si recuperano solo 10 minuti credo che potremmo mettercela via una volta per tutte. Quanto alla variante dell’Isonzo, la stazione di Trieste Airport è a meno di due chilometri e non ha senso velocizzare la linea in quel punto”.
VARIANTE DI LATISANA. Rfi ha spiegato che non intende rimuovere l’intervento, ma che attualmente sta approfondendo la questione con le autorità locali per trovare una soluzione condivisa. Entro il 2030, hanno spiegato i tecnici, andrebbe comunque sostituita, in base ai dettami di legge, la travata metallica sul Tagliamento. Il progetto Latisana prevede in ogni caso non la sola velocizzazione ma anche “il potenziamento di una linea che è stata realizzata nell’Ottocento”.
BIVIO SAN POLO E VARIANTE ISONZO. Il capogruppo del Pd, Diego Moretti, ha chiesto un aggiornamento sul cavalcaferrovia di San Polo e chiarimenti tecnici sulla variante Isonzo. I tecnici hanno confermato la situazione di stallo sul bivio San Polo, informando che la richiesta, avanzata dal Comune, di una nuova galleria per sopprimere un passaggio a livello è stata inserita nel progetto di fattibilità della Ronchi-Aurisina. Quanto all’Isonzo, la variante andrebbe a sostituire il tracciato esistente, ma il vecchio sedime non verrebbe demolito in vista di futuri utilizzi ciclopedonali legati ai progetti dei Comuni interessati.
Uno degli obiettivi strategici di Rete ferroviaria italiana è sciogliere il cosiddetto nodo di Udine, alleggerendo il traffico che attualmente grava sulla stazione ferroviaria del capoluogo friulano e spostando il traffico merci sul percorso Palmanova-Cervignano. Lo hanno spiegato oggi gli ingegneri dell’ente ferroviario, durante l’audizione in videoconferenza con i consiglieri della IV Commissione, coordinati in aula dalla presidente Mara Piccin (FI). Ecco di seguito gli argomenti sviluppati nella parte finale della seduta.
NODO E STAZIONE DI UDINE. I consiglieri Mariagrazia Santoro (Pd), Giuseppe Sibau (Prog Fvg/Ar), Lorenzo Tosolini (Lega) e Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) hanno chiesto chiarimenti sul nodo di Udine e sui miglioramenti da apportare alla stazione. Rfi ha spiegato che la priorità è il rifacimento degli impianti tecnologici, che risalgono agli anni Sessanta. Successivamente si appronteranno i progetti definitivi per tutte le altre fasi del complesso progetto da 200 milioni. In chiusura di seduta l’assessore Graziano Pizzimenti ha annunciato che dal Cipe è giunto l’ok al finanziamento di ulteriori 40 milioni per il nodo di Udine, che vanno ad aggiungersi ai 50 già stanziati: i restanti 110 arriveranno una volta completata la progettazione. I tecnici Rfi hanno parlato anche dei lavori per l’ascensore nella stazione del capoluogo, rispondendo nello specifico a Honsell e spiegando che “il ritardo è dovuto alle inadempienze del costruttore-installatore, che non ha rispettato i tempi”.
A Santoro, che aveva chiesto chiarimenti sul progetto di abbassare il piano ferroviario entro il 2050, caldeggiato dal Comune di Udine, è stato assicurato che “ogni intervento dovrà essere compatibile con quel che stiamo facendo adesso: l’idea è di scendere a meno 1, meno 2 rispetto all’assetto attuale. Si tratta di un intervento difficile e impattante, che richiede studi e analisi, ma non certo impossibile: lo stiamo realizzando a Trento e a Bolzano”.
RISANAMENTO ACUSTICO. Sempre riguardo a Udine, Santoro ha sollecitato una soluzione al problema rumori nella zona sud della città, tra via Pradamano, via Prati e via Buttrio. Ma oggi – le è stato risposto dai responsabili di Rfi – quell’area non fa parte del piano di risanamento acustico e bisognerebbe prima attestare il superamento dei limiti per entrare nel piano delle barriere acustiche.
LINEA SACILE-GEMONA. Su sollecitazione dei consiglieri Emanuele Zanon (Regione Futura), Nicola Conficoni (Pd), Tiziano Centis (Cittadini) e Stefano Turchet (Lega) si è parlato anche del futuro della linea Sacile-Pinzano-Gemona, importante per il Pordenonese non solo sul piano turistico ma anche del trasporto passeggeri e merci. Rfi ha fatto sapere di avere a disposizione 7 milioni, “ma non sappiamo quanti ne servano per riattivare la linea. Procederemo per fasi: intanto fino a Pinzano e poi da Pinzano a Osoppo. Siamo in fase di valutazione economica su questa prima fase. La priorità è riattivare il trasporto passeggeri, perché per attivare il trasporto merci servono richieste da parte di realtà industriali”. Rispondendo in particolare a Zanon, i tecnici hanno fatto il punto anche sulle richieste dei Comuni di gestire in comodato beni di proprietà delle Ferrovie. Si è parlato anche della soppressione dei passaggi a livello in una linea che ne detiene un numero record: 56 in 50 chilometri di tracciato.
RITARDI TRATTA UDINE-GORIZIA-TRIESTE. I tecnici di Rfi hanno rassicurato i consiglieri che avevano posto il problema, elencando i dati che attestano un miglioramento in termini di guasti ed eventi anomali su questa linea e anche sulla Udine-Cervignano.
SATURAZIONE VENEZIA-UDINE. Il dem Conficoni ha lamentato una sproporzione di investimenti tra la linea Venezia-Udine – che pure sarebbe in alcuni punti più trafficata – e la Venezia-Trieste. Ma Rfi ha assicurato che al momento “la Venezia-Udine-Tarvisio non ha problemi di saturazione, e l’unico collo di bottiglia è il nodo di Udine. Stiamo studiando comunque un ulteriore collegamento con la Casarsa-Portogruaro, per la quale è arrivato il finanziamento destinato all’elettrificazione”. In chiusura di seduta i tecnici hanno risposto anche ad Antonio Calligaris (Lega), confermando al consigliere che la lunetta di Gorizia, destinata a collegare l’Interporto con la Venezia-Trieste, verrà completata solo nel 2025, dal momento che l’opera non rientra nel Pnrr e bisogna rispettare le tempistiche standard.
In termini più generali, il dirigente di Rfi De Giuseppe ha parlato anche dell’impegno preso con il Porto di Trieste per arrivare a far circolare in regione 25mila treni merci in un anno, mentre oggi siamo fermi a 10-11mila: “Le linee afferenti – ha detto il responsabile della direzione commerciale per il Nordest – devono essere in grado di sopportare questo carico annuo”.
“Fonti del Ministero ci hanno anticipato che oggi pomeriggio nella riunione del Cipe dovrebbe essere approvato il finanziamento di ulteriori 40 milioni per il nodo ferroviario di Udine: è una quota che si aggiunge ai 50 milioni già stanziati per i lavori già avviati di ammodernamento tecnologico e ci è stato assicurato che la copertura dei restanti 110 verrà garantita più avanti”. Lo ha reso noto l’assessore regionale alle Infrastrutture Graziano Pizzimenti alla fine dell’audizione in IV commissione consiliare dei referenti di Rfi in merito ai principali quesiti che riguardano l’efficientamento e la velocizzazione delle linee ferroviarie del Friuli Venezia Giulia, alle questioni aperte sullo stato della rimozione dei passaggi a livello, delle stazioni e sullo stato di avanzamento dei principali progetti.
“Al di là delle singole e puntuali risposte, per le quali ringrazio i vertici e i tecnici di Rfi, ci sono argomenti che devono essere affrontati con maggiore dettaglio e approfondimento – ha affermato Pizzimenti a conclusione delle quasi tre ore di confronto – e quindi raccolgo la richiesta del consigliere Nicoli e mi farò promotore dell’istituzione di un tavolo tecnico permanente Regione-Rfi-Amministrazioni locali che per aree omogenee affronti le singole questioni. Se Rfi, come ha assicurato oggi in Aula, è disponibile possiamo definire già un programma suddiviso territorialmente”.
Dopo aver ascoltato Rfi, l’assessore ha giudicato esserci “ancora dei temi in divenire che necessitano di ulteriori risposte”.
“Sono stati chiariti gli iter della velocizzazione della Trieste-Venezia e le progettualità per lo snodo di Udine: sono i temi cardine per lo sviluppo di tutto il territorio della regione e che sono nella fase cruciale. Il fatto che tutti concordino che i lavori su Udine siano necessari nel più breve tempo possibile mi trova molto soddisfatto” ha commentato Pizzimenti.
Altro tema che l’assessore ha giudicato di particolare importanza riguarda l’eliminazione dei passaggi a livello. “Rfi ha reso noto che alcuni sono già stati rimossi, altri di facile rimozione sono allo studio e c’è disponibilità a individuare di concerto con la Regione ulteriori possibilità: su questo lavoreremo certamente – ha assicurato Pizzimenti – per raggiungere maggiore sicurezza, minor tempo di percorrenza e miglioramento dei flussi di traffico”.