A pochi giorni dal via del Fvg Pride, che sabato 10 porterà per la prima volta a Udine la manifestazione ‘arcobaleno’ del Triveneto, non si placano le polemiche politiche. In particolare, contro il patrocinio concesso dall’Ateneo. Anche il Consiglio provinciale ha preso una posizione netta contro la decisione dell’Università di Udine, votando un ordine del giorno con 19 voti favorevoli e nove contrari.
La mozione “esprime dissenso sulla concessione del patrocinio, essendo l’ateneo sede di ricerca scientifica, di alta formazione e luogo di confronto e dibattito culturale”. La scelta dell’ateneo friulano è stata criticata dai consiglieri di maggioranza. “La manifestazione è monotematica, non c’è un confronto attivo e pacato su argomenti complessi”, ha detto Pietro Dri. “Anche gli eventi a corollario sono ideologicamente orientati e senza contraddittorio”.
“Premettendo che chi discrimina in base all’orientamento sessuale è un ignorante”, ha aggiunto Mauro Bordin, “il patrocinio è inopportuno perché la sfilata finale assume un aspetto più folcloristico/esibizionista che di sostanza e distrae dai temi portanti”. Renato Carlantoni ha aggiunto: “Questo è folclore, genera provocazione e allontanamento. Perché invece non proporre un confronto con gli ospiti della Cavarzerani sul tema dei diritti civili concessi dalla nostra società e negati, invece, dal mondo musulmano che non accetta i gay?”.
Rammarico per la decisione dell’Università da parte di Nino Bruno che sabato sarà in piazza per cogliere gli aspetti morali e culturali della manifestazione. “Le esternazioni del Gay Pride – ha detto – sono deludenti, non mancano le gestualità volgari. Il Gay Pride rende diversi coloro che dicono e pretendono di non essere considerati diversi”. Marzio Giau ha aggiunto: “Mi dà fastidio istituzionalizzare qualsiasi tipo di manifestazione; di diritti, gli omossessuali, ne hanno più degli altri”. “Non capisco per quale motivo si ostenti una difesa di qualcosa che non percepisco come diversa”, ha ribadito Eros Cisilino.
A favore dell’ateneo, invece, si sono espressi Rita Maffei: “Il Pride non è soltanto la giornata del 10 giugno ma un’iniziativa di vasta portata, un momento di approfondimento su un tema che riguarda la nostra società. Corretto e da rispettare il patrocinio dell’Università di Udine”. Della stessa idea anche Alberto Soramel: “L’Università analizza i cambiamenti della società, in quanto ente di ricerca laico, le motivazioni per il patrocinio sono insindacabili”. Andrea Simone Lerussi ha aggiunto: “Ci battiamo spesso per l’autonomia dell’Università di Udine ma non possiamo pensare che sia buona o cattiva a seconda di quello che fa: è autonoma. La scelta del patrocinio è stata fatta dagli organi collegiali quali senato accademico e consiglio di amministrazione con motivazioni, quindi dall’ateneo nella sua autonomia”.
“L’Università di Udine deve affrontare queste questioni”, ha spiegato Fabrizio Dorbolò, mentre Daniela Corso ha aggiunto: “Se sono stati fatti passi avanti nella conquista dei diritti civili da parte degli omosessuali, è grazie anche a questo tipo di movimenti, a questo Pride”. “L’odg – ha detto Arnaldo Scarabelli – colpisce l’università e il suo rettore, un ateneo che ha una completa dignità”. Infine, Luciano Cicogna ha colto la proposta del capogruppo Carlantoni del confronto con gli extracomunitari affermando che “scappano dalle loro terre e vengono qui proprio per imparare i diritti civili”.