Un atto simbolico per dire che oggi l’intera Regione è a Cercivento per celebrare la prima Giornata dell’onore. È questo il significato della riunione della Conferenza dei capigruppo e dell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale nella sala municipale del piccolo Comune della Carnia, a poche centinaia di metri dal luogo in cui il 1 luglio di 105 anni fa quattro alpini friulani furono ingiustamente fucilati per l’esempio. “Manterremo nel tempo – ha spiegato il presidente Piero Mauro Zanin, introducendo la riunione – la formula di quest’anno: alla vigilia l’ascensione al monte Cellon e un appuntamento culturale di approfondimento, il giorno successivo le celebrazioni”.
Celebrazioni che Luca Boschetti, il consigliere regionale della Lega ed ex sindaco di Cercivento chiamato a fare gli onori di casa assieme all’assessore Elio Ferigo, vorrebbe diventassero itineranti, ospitate di volta in volta dai paesi di origine di Silvio Gaetano Ortis, Basilio Matiz, Giovanni Battista Coradazzi e Angelo Massaro.
“Il Comune di Maniago è pronto a organizzare la manifestazione del prossimo anno”, ha anticipato Boschetti, che ha ripercorso il faticoso cammino di ricostruzione della memoria: “Tutto ha avuto origine da un carnico che si trovava a Parigi e, al mercato delle Pulci, scoprì un vecchio ritaglio di giornale sui fatti di Cercivento. Da lì è partita la ricerca, con le testimonianze di chi conservava il ricordo della fucilazione. E il cippo realizzato nel 1996 – ha ricordato ancora Boschetti, per far capire le difficoltà del percorso – è stato riconosciuto solo in anni recenti dall’Ana della Carnia”.
Un esempio di “damnatio memoriae”, l’ha definito Zanin, che davanti ai capigruppo e ai membri dell’ufficio di presidenza ha auspicato “un vasto lavoro di recupero della memoria anche su altri episodi tragici della Prima guerra, perché sono tanti i militari che in queste terre finirono davanti al plotone di esecuzione”. Un lavoro di ricerca, affidato a una commissione di esperti, che è il secondo grande obiettivo della legge regionale approvata da tutti i gruppi politici.
Su questa riflessione di Zanin si è innestata una proposta di Diego Moretti, capogruppo del Pd, che ha invitato a considerare anche i tanti soldati delle nostre terre “che furono mandati sul fronte orientale e morirono con la divisa asburgica. I caduti furono numerosi ma di loro si parla poco, eppure anche quei morti vanno ricordati”.
Massimo Moretuzzo, il capogruppo del Patto per l’autonomia, ha lanciato invece l’idea di coinvolgere il Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace nelle prossime edizioni della Giornata. “Anche la riunione dei capigruppo nei territori, lontano dalle sedi centrali, è una buona idea, da ripetere”, ha detto Moretuzzo, che ha sottoscritto le parole di Zanin sul pressing nei confronti del Parlamento, affinché si arrivi quanto prima a una legge nazionale sui militari giustiziati ingiustamente.
Alla riunione hanno partecipato esponenti di tutti i gruppi rappresentati in Consiglio ad eccezione di Fratelli d’Italia, che ha fatto però pervenire un messaggio in cui ribadisce il suo pieno sostegno alla legge e l’esigenza di rendere “giustizia ai martiri di Cercivento”.
“Questo Consiglio – ha osservato il vicepresidente leghista Stefano Mazzolini – ha trovato sempre coesione sui temi importanti. Oggi diamo un grande messaggio ai giovani, molti dei quali neppure sanno che nelle nostre terre di montagna la guerra mise su fronti opposti persone che fino al giorno prima erano amici. La mia famiglia ad esempio – ha aggiunto Mazzolini – nasce austroungarica, poi diventa italiana e per un breve periodo finisce sotto la Jugoslavia”.
“Ringrazio chi si è battuto per questa legge e per questa Giornata – ha commentato Furio Honsell di Open Sinistra Fvg – : noi oggi compiamo un gesto di pace e di ripudio della guerra, in linea con il dettato della nostra Costituzione”.
Cristiano Shaurli (Pd) ha sottolineato in particolare “il ringraziamento alla comunità di Cercivento che ha conservato la memoria di quell’ingiustizia, anche in anni difficili in cui i militari rivendicavano il diritto a chiamarli traditori. E credo che occorra anche riflettere su tante celebrazioni della Prima guerra che oggi suonano troppo retoriche e trionfalistiche”.
“Il presidente Zanin ha raccolto ancora una volta le sensibilità che vengono dal territorio – ha osservato Tiziano Centis, capogruppo dei Cittadini – ed è giusto coinvolgere tutte le comunità locali in questo lavoro di riscrittura della storia della prima e seconda guerra mondiale: le istituzioni devono fare la loro parte”.
Anche Mauro Capozzella, consigliere del M5S, ha sottolineato la felice osmosi tra Comuni e Regione, con le istanze dei paesi che riescono ad entrare nel Palazzo: “Questa Giornata è un esempio virtuoso di rapporto tra istituzioni, e i nostri Comuni sono da tempo un luogo di reclutamento della classe politica”.
“Riportare a galla la verità storica – ha osservato Giuseppe Nicoli, capogruppo di Forza Italia – è un dovere verso i giovani, ai quali vanno dati gli strumenti necessari per comprendere gli avvenimenti complessi che hanno segnato queste terre”.
“Questa – ha detto invece Giuseppe Sibau, consigliere di Progetto Fvg-Ar – è una giornata che resterà nella storia della regione. Bisogna ringraziare Boschetti per il suo impegno nella ricostruzione della tragedia dei fucilati”.
“E’ giusto rendere onore al monumento ai Fucilati di Cercivento, i caduti che sono divenuti un simbolo dell’irragionevolezza della guerra, dell’ingiustizia e oggi della restituzione dell’onore e della pacificazione. Il voto unanime del Consiglio regionale ha interpretato un sentire diffuso e profondo tra le nostre genti, che ancora conservano la memoria della Grande Guerra che qui si è duramente combattuta”, ha dichiarato la senatrice Tatjana Rojc (Pd), prima firmataria del ddl 908 recante “Disposizioni per la riabilitazione storica degli appartenenti alle Forze armate italiane condannati alla fucilazione dai tribunali militari di guerra nel corso della prima Guerra mondiale”.
“Sono orgogliosa di aver depositato un disegno di legge nazionale che si ispira direttamente ai caduti di Cercivento e speravo potesse proseguire il suo iter ma – ha aggiunto la senatrice – voglio confidare che, con il passaggio il Aula, avrà pieno effetto la risoluzione della commissione Difesa che impegna il Governo alla riabilitazione storica della memoria degli oltre 700 soldati italiani che vennero ingiustamente passati per le armi dopo giudizi sommari”.
“Oggi, dopo 105 anni, i quattro alpini vincono”. Così il presidente Zanin, ha riassunto l’intensa giornata di Cercivento che ha consentito “di riannodare il filo spezzato tra il popolo e le istituzioni”.
“La gente di qui – ha ricordato Zanin davanti alle circa 150 persone che hanno partecipato alla prima cerimonia in ricordo dei 4 alpini ingiustamente fucilati il 1 luglio del 1916 – ha sempre rivendicato il torto subito, sulla base di un solido senso della giustizia e dell’amore per la verità. E adesso quel sentimento viene riconosciuto e fatto proprio dal Consiglio regionale. In realtà oggi – ha osservato ancora il presidente – l’onore viene restituito alle istituzioni e non agli alpini, perché i quattro fucilati l’onore non l’hanno mai perso, ce l’avevano dentro. Sono state le istituzioni ad allontanarsi da quel sentire comune negando per anni un riconoscimento, ed era un po’ come giustiziarli per la seconda volta. Solo oggi finalmente quelle istituzioni tornano a vincere, assieme a Cercivento e a tutto il Friuli”.
Zanin ha voluto ricordare anche le struggenti parole di una testimone della fucilazione: “Disse che mentre salivano verso il luogo dell’esecuzione i quattro alpini sembravano anime del Purgatorio, e oggi abbiamo ridato loro la dignità di essere redente”. Il presidente ha sottolineato anche la presenza di tanti gruppi dell’Ana, esempio concreto di una memoria finalmente condivisa.
“Cinque anni fa – ha evidenziato anche Franco Corleone, l’ex sottosegretario alla Giustizia che da tempo si batte per il riconoscimento dei fatti di Cercivento – qui con il cappello di alpino c’era solo Franco Marini, l’ex presidente del Senato. Oggi invece vedo tanti alpini ed è una vera gioia: abbiamo ricostruito la memoria collettiva, in linea con la Costituzione della Repubblica che ripudia la pena di morte in qualsiasi situazione, anche in tempo di guerra”.
“Se ci siamo tutti vuol dire che ce l’abbiamo fatta e abbiamo vinto la battaglia – ha proseguito Corleone – e il fatto che la legge sia stata adottata dalla Regione e non dal Parlamento non è qualcosa di meno ma, riflettendoci, un valore in più, perché queste terre sono state segnate dagli orrori della guerra”. Corleone, già consigliere provinciale a Udine, ha voluto mettere in rilievo anche il contrasto tra la gente umile della Carnia del tempo e la prosa burocratica, in perfetto italiano, del Tribunale che condannò i quattro alpini.
Nei discorsi conclusivi il Comune di Cercivento è stato rappresentato dall’assessore Elio Ferigo, che ha voluto sottolineare “l’ordine assurdo a cui quegli alpini si ribellarono” e anche i sospetti e i malumori in ambito militare che seguirono alla decisione di Edimiro Della Pietra, il sindaco che volle il cippo in ricordo dei quattro fucilati nell’ormai lontano 1996.
A intervallare la cerimonia conclusiva della giornata – orchestrata dal consigliere regionale ed ex sindaco di Cercivento, Luca Boschetti, che ha introdotto i vari interventi – i canti del coro Teresina Unfer di Timau e la voce e chitarra di Luigi Maieron, che ha dedicato una canzone ai fucilati e al disperato tentativo di salvarli da parte del parroco di allora, don Luigi Zuliani.
“Angelo, Basilio, Giovanni Battista, Silvio Gaetano: di che reggimento siete? Siamo fratelli!”. Sono state queste le struggenti parole con cui don Marco Minin, cappellano della Brigata Julia, ha concluso nel piazzale Pieve di San Martino a Cercivento una commovente funzione religiosa che ha caratterizzato le celebrazioni ufficiali della Giornata regionale della restituzione dell’Onore, proprio nel luogo simbolo di quell’immane tragedia.
Un’affollata liturgia che don Minin ha celebrato insieme a don Harry Della Pietra (parroco di Cercivento) con il supporto vocale della Corale Teresina Unfer di Timau (diretto dal maestro Dario Scrignaro), davanti al presidente del Consiglio regionale.
Le Amministrazioni comunali che hanno voluto manifestare la loro partecipazione con una significativa presenza hanno portato a Cercivento le fasce tricolori dei sindaci Laura Zanolla (Amaro), Daniele Ariis (Raveo), Ermes De Crignis (Ravascletto), Battista Molinari (Zuglio), Marco Lenna (Forni di Sopra), Andrea Carli (Maniago), Domenico Giatti (Villa Santina) ed Erika Gonano (Prato Carnico). Ospiti anche i vice sindaci di Tolmezzo, Rigolato e Ovaro (rispettivamente Fabiola De Martino, Daniele Candido e Alvise Stefani), nonché gli assessori Emanuele Ferrari (Forni Avoltri), Pier Mario Flora (Paluzza) ed Elio Ferigo, che ha fatto gli onori di casa rappresentando il Comune di Cercivento. Presente anche la senatrice Tatjana Rojc.
Imponente la rappresentanza degli alpini che hanno schierato i vessilli dei gruppi di Udine, Gemona e Carnica, nonché i gagliardetti di Arta Terme, Paularo, Ovaro, Paluzza, Illegio, Comeglians, Treppo-Ligosullo, Cercivento, Timau, Ampezzo, Gemona, Cleulis, Forni di Sopra, Sutrio, Verrone (Biella), Forni Avoltri, Tita Copetti, Zovello e Maniago. Hanno partecipato anche la Federazione Maestri del Lavoro e l’Associazione Salvo d’Acquisto.
Nel corso del rito religioso, don Minin ha ricordato che “l’uomo è tale quando riconosce le proprie responsabilità”, trovando tra le righe del Libro della genesi e del Vangelo secondo Matteo ideali opportunità da fondere con il ricordo di quella terribile notte “nel corso della quale, su questo stesso suolo, quei giovani avevano avuto solo 9′ per difendersi inutilmente”. Alcuni calzanti riferimenti hanno riguardato anche le opere di Carlo Sgorlon per ricordare il sacrificio di Isacco ma, soprattutto, i versi di Giuseppe Ungaretti che aveva definito i soldati “foglie travolte dalla disumana tempesta della guerra”.
Le corone d’alloro hanno quindi preceduto il corteo che, rapidamente, ha raggiunto il monumento Fusilâz de Çurçuvint dove sono state deposte dal presidente Zanin e dall’assessore Ferigo dopo il cerimoniale dell’alzabandiera, culminato nell’inno di Mameli scaturito spontaneamente dalla folla e nell’onore ai fucilati, seguito dalla lettura della Preghiera dell’alpino.
Dopo gli interventi delle autorità e l’esibizione del coro Unfer con musiche di Luigi Maieron, Zanin, Feruglio e l’ex sottosegretario alla Giustizia, Franco Corleone, hanno consegnato alcuni riconoscimenti ai familiari dei caduti. In tale circostanza, il consigliere regionale Boschetti (già primo cittadino di Cercivento) si è espressamente rivolto ai “carissimi caporal maggiore Silvio Gaetano Ortis di Paluzza, caporale Basilio Matiz di Timau, caporale Giovanni Battista Coradazzi di Forni di Sopra e soldato Angelo Massaro di Maniago”.
“Sono passati oltre 100 anni – ha ricordato – da quel 1 luglio 1916 quando il piombo amico, proprio qui dietro il cimitero di Cercivento, aveva posto fine alle vostre vite. Eravate tutti e quattro figli della nostra terra che combattevano una guerra ingiusta e dura contro un nemico che, sino al giorno prima, era stato vostro compagno di lavoro”.
“Non abbiamo più voluto aspettare che fosse lo Stato a decidere, lo abbiamo fatto noi con questa legge – ha concluso Boschetti – proprio come ci hanno insegnato i nostri padri subito dopo il terremoto, coniando il detto fasin di besoi (facciamo da soli). E così come avete fatto anche voi, suggerendo al capitano di attendere la notte per attaccare perché, figli di questa terra, avevate la conoscenza del territorio e la consapevolezza che le vostre montagne non vi avrebbero tradito. Quindi, sono a ricordare con orgoglio i vostri nomi, alpini appartenenti al battaglione Monte Arvenis: presenti!”.