Oggi, giovedì 10 febbraio, si celebra il Giorno del Ricordo, istituito a livello nazionale grazie a una legge del 2004 per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Una data simbolica, quella scelta, perché è il giorno in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro, Zara e la maggior parte della Venezia Giulia. Una giornata che “riveste per il Friuli Venezia Giulia un valore particolare” ha sottolineto il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin.
“Siamo infatti – ricorda Zanin – la regione più vicina ai luoghi in cui si scatenarono, per usare le parole pronunciate nel 2006 dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, “odio e pulizia etnica” nei confronti degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia. E siamo anche la terra che più di ogni altra ha accolto i profughi istriani che dovettero amaramente lasciare le loro case per sfuggire al clima di ostilità alimentato dal regime comunista jugoslavo”.
Il dramma delle foibe “è stato a lungo, colpevolmente e pervicacemente sottaciuto – continua il presidente – e c’è chi ancora cerca maldestramente di ridurne la portata. Solo negli ultimi anni si è formata e rafforzata, anche grazie al lavoro di divulgazione e ricerca degli storici, una coscienza collettiva più matura su quegli avvenimenti. Tanto che ormai la stragrande maggioranza degli italiani si identifica nelle parole pronunciate l’anno scorso dal Capo dello Stato Sergio Mattarella: “Le sofferenze patite dalle genti istriano-fiumano-dalmate non possono essere negate”.
Fare memoria di quegli avvenimenti è dunque “un esercizio prezioso e irrinunciabile, ma non deve diventare motivo di conflitto con altri Paesi”. “Oggi il Friuli Venezia Giulia intrattiene fecondi rapporti con Slovenia e Croazia, due delle Repubbliche che negli anni Novanta si resero indipendenti dalla Jugoslavia e che ora governano quelle terre – ricorda infatti Zanin -. E assieme a loro dobbiamo impegnarci a costruire una memoria condivisa, “a non far nascere conflitti dai ricordi”, come disse un altro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel 2007, nel discorso in cui definì le Foibe “moto di odio e furia sanguinaria, una delle barbarie del secolo scorso”.
“Il massacro delle foibe non fu un atto di una parte politica contro l’altra, ma un’azione spietata contro il popolo italiano. Per lungo tempo queste vicende sono state dimenticate, ma non per questo hanno cessato di esistere. Grazie al lavoro di ‘pochi’ quei tragici eventi sono stati portati all’attenzione della memoria pubblica: le foibe e l’esodo giuliano-dalmata appartengono così oggi alla memoria dell’Italia intera”.
Lo ha affermato a ridosso delle celebrazioni per il Giorno del Ricordo, l’assessore regionale all’istruzione Alessia Rosolen, la quale ha voluto ringraziare “le Autorità e gli studenti delle scuole del Friuli Venezia Giulia che porteranno il proprio contributo alla ricorrenza del 10 febbraio. Seppur con il ritardo che separa la ricerca storica dall’insegnamento nelle scuole, le vicende del nostro confine orientale, nonostante persistano ancora tentativi di negazione, trovano finalmente spazio nei libri di testo e in attività di divulgazione storica per il largo pubblico”.
“Ne sono una conferma – ha proseguito Rosolen – i progetti selezionati attraverso il bando di finanziamento regionale per il Giorno del Ricordo che testimoniano l’impegno e l’interesse di amministratori locali, studenti e docenti che hanno saputo costruire, a latere delle celebrazioni ufficiali, attività funzionali alla riflessione e alla costruzione di una memoria condivisa”.
Si tratta della terza edizione del bando con cui “l’Amministrazione regionale ha voluto, attraverso la Legge regionale sull’istruzione, istituzionalizzare la memoria; per rilanciare il ruolo educativo e formativo della scuola e per garantire verità e consapevolezza storica”. A tal riguardo, ha aggiunto l’assessore, “sono stati stanziati 168mila euro con i quali abbiamo finanziato 13 progetti destinati agli studenti di oltre 50 istituti scolastici del Friuli Venezia Giulia“.
Un quadro di appuntamenti completo che include mostre virtuali, visite guidate alla foiba di Basovizza e al Museo della civiltà istriana, fiumana e dalmata, un premio letterario internazionale e opere teatrali. Tra queste ultime, per le scuole di San Quirino, lo spettacolo “Mili muoi, l’esodo dei mei” che narra le storie di fughe via mare e via terra con testimonianze dirette sull’esodo giuliano dalmata. A Monfalcone, invece, andrà in scena “Il sentiero del padre“: un viaggio tra i segreti delle foibe carsiche che racconta la storia di un bambino che insieme al papà si è visto costretto ad abbandonare la propria città per evitare l’infoibazione e le violenze attuate contro gli italiani dal 1943 al 1947.
“Non c’è luogo più adatto della scuola – ha concluso Rosolen -, per scongiurare l’assenza di memoria e il negazionismo e per fornire alle generazioni future quegli anticorpi di cui una democrazia necessita per riconoscere i pericoli che la minacciano”.
CELEBRAZIONI IN SENATO. Alle 16, a Palazzo Madama, si terrà la cerimonia ufficiale aperta dal discorso del Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, cui seguirà quello del Presidente della Camera, Roberto Fico. Chiuderà la celebrazione l’intervento del Presidente del Consiglio Mario Draghi.
Saranno presenti il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Vicepresidente della Corte Costituzionale, Daria de Pretis, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio e il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.