Il Consiglio dei Ministri, nella seduta di ieri sera, ha deciso d’impugnare due leggi regionali. Si tratta della numero 13 del 06/08/2021 “Assestamento del bilancio per gli anni 2021-2023 ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale 10 novembre 2015, n. 26”, in quanto talune disposizioni regionali in materia di concessioni idroelettriche, ponendosi in contrasto con la normativa europea, violano l’articolo 117, primo comma, secondo comma, lettera e), e terzo comma della Costituzione e della legge numero 12 del 06/08/2021 “Interventi per la tutela delle donne vittime di violenza e per il contrasto e la prevenzione di atti violenti e discriminatori”.
“Il Governo ha impugnato ieri la norma, voluta dalla Giunta all’interno dell’ultimo assestamento di bilancio, in materia di piccole derivazioni d’acqua a uso idroelettrico”. Lo rende noto il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo. Si tratta di una norma che lo stesso assessore Scoccimarro sapeva a quale destino sarebbe andato incontro e che comunque, fino a sentenza definitiva della Corte Costituzionale, consente il rinnovo delle concessioni in essere fino al 2031 o, in caso di specifiche condizioni, fino al 2036. Una previsione che, secondo Palazzo Chigi, viola l’articolo 117 della Costituzione sulle competenze di Stato e Regione.
“Ancora una volta si dimostra che quando c’è la volontà politica, o la necessità di assecondare le esigenze di singoli consiglieri, si scrivono norme ben consapevoli delle possibili conseguenze – sottolinea Sergo – Questa di ieri è solo l’ennesima di una lunga serie, dal 2018 in poi, di impugnative ricevute da Governi in cui sono stati presenti anche Ministri dell’attuale maggioranza regionale. In altre occasioni, invece, quando questa volontà non c’è stata, ci si è difesi proprio dietro lo scudo dell’incostituzionalità. Basta dirlo ai cittadini”.