“Sul progetto NeMo riscontriamo il grave ritardo della Regione Friuli Venezia Giulia che, dopo quattro anni, non è ancora riuscita a concretizzare questa importante opportunità per il passaggio alla mobilità sostenibile nella PA della nostra regione, grazie ai fondi messi a disposizione dal Programma Horizon 2020”. Lo dichiarano il deputato M5S Luca Sut e il consigliere regionale pentastellato Mauro Capozzella.
“Dal 2018 si susseguono dichiarazioni di intenti della Giunta regionale, a cui è seguito un sostanziale nulla di fatto, laddove la nostra Pubblica Amministrazione dovrebbe poter procedere speditamente verso la riconversione dei suoi mezzi di trasporto”, dichiara il deputato Sut, di recente nominato membro del Comitato nazionale del M5S per la Transizione ecologica. “Il percorso verso la mobilità sostenibile è iniziato e fa specie che una regione come la nostra che avrebbe dovuto essere all’avanguardia nel rinnovo dei propri veicoli in direzione ecologica, dal 2017 a oggi non abbia ancora sviluppato questo progetto. Parliamo di 900.000 euro che avrebbero dovuto attivare investimenti per 14 milioni, in una partnership pubblico-privata che ha attivato il servizio di car sharing Noemix”.
“La PA del Fvg aspetta ancora a un bando dalla Regione per accedere a fondi già disponibili. In riferimento alla sostituzione dei veicoli in dotazione ai capoluoghi, ricordiamo che secondo l’Osservatorio E-mobility, nei prossimi tre anni sei comuni su dieci rinnoveranno del tutto o in parte il loro parco auto, ma ad ostacolare le iniziative in tal senso sono proprio i costi da sostenere”, ricorda l’eletto alla Camera.
“Riteniamo significativo il fatto che la Giunta sia arrivata alla scadenza dei termini del progetto Noemix, in assenza dell’effettivo sviluppo dello stesso”, aggiunge il consigliere in Regione Fvg Capozzella. “A breve interrogherò l’Assessorato regionale competente, perché si metta fine a questa fase di stallo. Abbiamo 900 mila euro con i quali si era previsto di dismettere 800 vecchi veicoli alimentati a benzina o diesel, sostituendoli con vetture elettriche da acquistare, noleggiare o acquisire in modalità car sharing, oltre all’installazione di punti di ricarica. Ma ad oggi siamo ancora ai blocchi di partenza; nulla di quanto progettato per promuovere la mobilità elettrica nella PA è stato finora fatto”.
“Favoriamo la diffusione di veicoli a basse emissioni ma dimentichiamo quelli della PA, spesso vetusti e ad alto impatto ambientale, laddove avremmo la possibilità di ammodernare le loro flotte attraverso le risorse comunitarie”, conclude Capozzella.