La Regione costituirà un gruppo tecnico interdirezionale per avviare gli approfondimenti necessari all’individuazione delle zone, sul territorio regionale, dove sarà possibile e dove invece non sarà consentito ubicare gli impianti di generazione elettrica da fonti energetiche rinnovabili (Fer). Lo ha stabilito una generalità di Giunta su proposta dell’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro, di concerto con gli assessori alle Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna Stefano Zannier e alle Infrastrutture e territorio Graziano Pizzimenti.
L’Esecutivo dà così mandato al direttore generale di nominare un gruppo di lavoro interdirezionale (nucleo tecnico) composto dai direttori di alcuni servizi in capo alle direzioni centrali Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibili che avrà anche il ruolo di coodinamento, Infrastrutture e territorio, Risorse agroalimentari, forestali e ittiche con il compito di individuare i siti idonei e non idonei all’installazione di parchi e impianti fotovoltaici a terra per la produzione di energia.
Il nucleo tecnico nell’accompagnare il lavoro del gruppo nazionale incaricato di elaborare i criteri, fa sapere l’assessore del Friuli Venezia Giulia, avrà anche il compito di verificarne l’applicabilità e la congruità rispetto alle caratteristiche specifiche del Friuli Venezia Giulia.
Nel dettaglio, la task force dovrà formulare una proposta di criteri per l’individuazione delle aree non idonee e idonee all’installazione di impianti Fer, articolata secondo le diverse tipologie delle strutture e dei caratteri distintivi e identitari del territorio, sulla base dei criteri nazionali. Una proposta flessibile, capace di adeguare le scelte localizzative per permettere il raggiungimento degli obiettivi regionali di produzione di energia da fonti rinnovabili che tenga però conto delle tutele da assicurare.
Fra gli ulteriori compiti del nucleo tecnico anche la predisposizione di un documento metodologico preliminare, che faccia sintesi dei criteri pre-esistenti e della discussione del gruppo di lavoro nazionale e dia conto delle esperienze in essere, individuando le migliori pratiche oltre a delineare gli scenari in applicazione dei predetti criteri sia per l’impatto territoriale sia per quello energetico.
L’assessore ha rilevato la necessità di dare avvio agli approfondimenti per l’individuazione delle specifiche zone sul territorio regionale in attuazione del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), documento in cui è definito un percorso di sviluppo sostenibile delle fonti energetiche rinnovabili per conseguire entro il 2030 una copertura (30%) del consumo finale lordo da fonti rinnovabili e che annovera tra le misure atte a favorire il raggiungimento degli obiettivi l’individuazione di “aree idonee” o “a vocazione energetica”.
Da qui la necessità di prevedere la costituzione di un gruppo di lavoro interdirezionale vista l’entità degli obiettivi di sviluppo da conseguire, la necessità di ampie porzioni territoriali da adibire alla localizzazione degli impianti e considerando soprattutto l’incremento delle richieste di autorizzazione per l’installazione di impianti Fer di grandi dimensioni sul territorio regionale.
La task force potrà avvalersi del supporto tecnico-scientifico di Arpa Friuli Venezia Giulia, dell’eventuale contributo di altre strutture regionali o di altri soggetti esterni quali, ad esempio, i concessionari dei servizi di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, il gestore dei servizi energetici (Gse) e la società di Ricerca dei servizi energetici (Rse).
“La Giunta regionale si è presa l’impegno, entro il mese di settembre, di approvare una moratoria sui parchi fotovoltaici a terra”. Lo ricorda il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, commentando la notizia della costituzione del gruppo tecnico interdirezionale. “In occasione dell’assestamento di bilancio, avevamo proposto la sospensione delle autorizzazioni prima delle definizioni delle aree idonee e non idonee – sottolinea Sergo -. Un emendamento che abbiamo accettato di stralciare davanti all’impegno di arrivare alla moratoria entro settembre. Questo non sarà possibile ma non aspetteremo oltre la metà di ottobre, altrimenti sapremo che non c’è volontà politica di farlo”.
“Solo con la moratoria – conclude il capogruppo pentastellato – possiamo evitare che circa 700 ettari di terreno destinati all’agricoltura nella nostra regione vengano trasformati per sempre in beni che producono energia elettrica, aree che probabilmente fra pochi mesi verrebbero considerate non idonee”.
“Bene ha fatto la Regione a istituire un gruppo tecnico interdirezionale per individuare le zone dove sarà possibile e dove invece non sarà consentito ubicare gli impianti di generazione elettrica da fonti energetiche rinnovabili, dando così seguito alla nostra mozione, approvata all’unanimità dall’Aula, che impegnava l’esecutivo regionale a definire le aree non idonee alla costruzione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili”, commenta il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo.
“Auspichiamo che il gruppo inizi quanto prima il suo lavoro e che la Giunta Fedriga proceda anche a dare mandato alla Commissione paritetica affinché, con una norma di attuazione, venga attribuita alla Regione la competenza sulla pubblica utilità, come richiesto dalla medesima mozione, fondamentale per stabilire quali impianti possiedono tale requisito e, dunque, riuscire a declinare la disciplina di questa materia sulla base delle diverse necessità e delle peculiarità. Si tratta di una partita fondamentale per il futuro della nostra terra, che possiamo giocare soltanto se rivendichiamo e otteniamo gli strumenti di azione che ci concede la specialità regionale”, ricorda Moretuzzo.
Le preoccupazioni di Coldiretti
Coldiretti, in una nota, ribadisce di essere “favorevole alle rinnovabili, ma non sul suolo agricolo. Condividaimo le preoccupazioni del sindaco di Maniago sull’ipotesi della realizzazione di un parco fotovoltaico di oltre cento ettari su un suolo agricolo in comune di Maniago”.
Ragionamenti che sono stati affrontati in un incontro dove il primo cittadino Andrea Carli ha ricevuto una delegazione di Coldiretti rappresentata dal presidente e direttore rispettivamente Matteo Zolin e Antonio Bertolla e dal responsabile di zona Sandro Rovedo.
Zolin dal canto suo ha spiegato come l’impegno di Coldiretti con la petizione portata avanti dai giovani a tutela del suolo agricolo sia un esempio di come l’organizzazione intenda affrontare una problema fondamentale come l’energia, che non deve essere però prodotta impattando l’ambiente e danneggiando il settore primario.
A questo proposito il responsabile provinciale di Giovani Impresa Coldiretti Francesco Nocente rilancia: “Per noi giovani è inconcepibile rubare terreni fertili per istallare pannelli fotovoltaici. Noi giovani –afferma Nocente- abbiamo bisogno di terreni per lavorare e produrre cibo di qualità. Chiediamo alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi con i progetti di fotovoltaico a terra. Per questo – conclude il rappresentante dei giovani agricoltori – ricordo la nostra petizione che si può sottoscrivere in tutti i nostri uffici mandamentali e in occasione dei nostri banchetti durante i vari eventi”.