Sul passaggio alla raccolta dei rifiuti con il sistema del porta a porta, il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, ha più di qualche dubbio. Anzi, in merito all’ipotesi si dice, testuali parole pronunciate durante un’intervista sul futuro dell’amministrazione cittadina, “particolarmente freddo”. Lo scorso anno, il Comune ha commissionato a Gea, l’azienda che si occupa del ciclo dei rifiuti nella città sul Noncello, uno studio per calcolare i pro e i contro di un eventuale passaggio dai cassonetti in strada alla raccolta casa per casa. Una trasformazione questa che, adottata recentemente dal Comune di Udine, ha scatenato i malumori di gran parte della popolazione.
“Sul passaggio al porta a porta – afferma il primo cittadino di Pordenone – abbiamo commissionato uno studio, ma io sono particolarmente freddo su questa opzione. Non è che il porta a porta aumenti la differenziata. Questo è un sistema diverso di raccolta, ma nel momento in cui Pordenone è ai vertici nazionali per la raccolta con i cassonetti, per quale ragione in una città fortemente urbanizzata e caratterizzata da condomini, non da villette, dovrei sottoporre il cittadino a un ulteriore sforzo, ovvero quello di tenere diversi bidoncini nel proprio appartamento?”.
E che i risultati in merito alla raccolta differenziata nel capoluogo del Friuli occidentale siano più che lusinghieri, lo certificano i dati sui Comuni ricicloni stilati da Legambiente. Nel 2018, infatti, Pordenone si è classificata seconda in Italia tra i Comuni capoluogo (i due anni precedenti era sul terzo gradino del podio) con una percentuale di differenziata pari all’84%, dato migliorato nel 2019, raggiungendo quota 84,8%. “Se funziona la differenziata con i cassonetti – prosegue Ciriani -, continuiamo con i cassonetti, senza punire il cittadino che è già bravo nel fare la differenziata”.
Senza contare che il passaggio al porta a porta renderebbe necessari investimenti di non poco conto. “Invece di spendere 2-2,3 milioni di euro – sottolinea il sindaco – per la conversione dai cassonetti al porta a porta, forse è meglio spendere 200mila euro, che sono un decimo, per fare un’opera di sensibilizzazione su come conferire correttamente il rifiuto e su come si fa bene la differenziata. Conseguentemente, spenderei meno soldi e manterrei questo sistema, anche perché ci sono grandi città come Bologna, La Spezia e Belluno che stanno tornando indietro, evidentemente perché il calcolo dei costi e dei benefici non hanno dato i risultati sperati. Pordenone è una città pulita: se funziona questo sistema direi di continuare su questa rotta e di puntare sulla sensibilizzazione e sulla cultura di come si gestisce il rifiuto. Certo, se poi lo studio dirà che affermo sciocchezze sono pronto a rimangiarmi la parola e a dire di andare sul porta a porta”.
Intanto, da diverso tempo le tasse per le famiglie per la gestione della spazzatura stanno via via diminuendo. “La Tari cala – conclude il Ciriani – ed è un aspetto positivo. C’era qualche uccello del malaugurio che diceva che la Gea sarebbe saltata e che la tariffa sarebbe schizzata. Al contrario, Gea continua a fare utili e la Tari continua a diminuire, cosa di cui siamo assolutamente orgogliosi”.