Tra tanti politici friulani che hanno segnato la storia del ‘900, Tiziano Tessitori, morto il 19 aprile 1973, è stato il più innovatore, perché è colui che ha inventato qualcosa di nuovo, che non c’era e che molti osteggiavano: la Regione Friuli. Poi, la storia ci ricorda che il progetto fu deviato, con grande suo rammarico, verso la soluzione composita con Trieste, ma la grandezza del pensiero di Tessitori è ancora oggi, a cinquant’anni dalla sua morte, quanto mai attuale. Ce lo ricorda lo storico Gianfranco Ellero: “Fu un modello di cultura e coerenza, che ancora oggi ci ricorda che non può esistere alcun progetto politico senza una grande cultura alle spalle. Lui se l’era conquistata, ma aveva anche una cosa ancora più importante: era un vero friulano”.
Nacque a Sedegliano nel 1895 da una modesta famiglia di agricoltori. Studiò in Seminario, combatté nella prima guerra mondiale e, dopo, divenne sindacalista nelle leghe bianche, fu tra i fondatori del Partito popolare in Friuli e durante il ventennio fascista esercitò la professione di avvocato. Nel 1945 Tessitori lanciò il suo “Manifesto per l’autonomia friulana” che lo portò, coinvolgendo politici e intellettuali friulani, a perorare la causa nella Costituente. Fu la sinistra, al tempo, a opporsi alla creazione di una nostra Regione autonoma, riuscendo comunque a posticipare la sua nascita di 16 anni, fino al 1963, causando un grande ritardo nel riscatto economico del nostro popolo. Ancora nel 1962, in Senato durante l’esame dello Statuto sostenne l’idea di una Regione solo friulana, con capitale Udine.